Moto2 2017: Intervista esclusiva a “Pecco” Bagnaia

Abbiamo intervistato a Barcellona il rookie del mondiale classe Moto2 Team Sky VR46

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Moto2 2017 – A Barcellona abbiamo intervistato in esclusiva Francesco “Pecco” Bagnaia, rider del Team Sky VR46 Moto2 e pilota VR46 Riders Academy. Con il rookie della categoria, che sta raccogliendo risultato molto positivi, abbiamo parlato di svariati argomenti, passando dalla Moto2 alla Moto3, alla MotoGP, al Ranch per infine ricordare Nicky Hayden, pilota statunitense recentemente scomparso a causa di un’incidente in bici mentre si allenava nei pressi del circuito di Misano.

Siamo a Barcellona con Francesco “Pecco” Bagnaia, partiamo proprio dal soprannome, come è nato?

“E’ nato quando mia sorella, più piccola di me, non sapeva dire il nome Francesco, allora ha cominciato a chiamarmi “Pecco” e da lì in poi tutti i componenti della mia famiglia mi hanno chiamato così.”

Sei nato a Torino e lì non c’è una grande tradizione motociclistica, anche se ad esempio Roberto Rolfo è di Pino Torinese ed è stato vice-campione del mondo nel 2003 della classe 250cc. Com’è nata la tua passione per le moto?

“Mio papà e mio Zio erano molto appassionati di moto e spesso andavano a girare a livello amatoriale. Poi a 5/6 anni mi è stata regalata una minicross, una Beta 50. Però non mi piaceva molto il cross, avevo paura dei salti e allora mi hanno portato ad Alessandria con le minimoto e da lì ho iniziato.”

Hai debuttato quest’anno in Moto2 dopo aver corso in Moto3, qual’è il tuo bilancio dopo questa prima parte della stagione?

“Molto positivo, qui tutti sono molto veloci e anche noi lo siamo stati, ci manca ancora l’esperienza quando arriviamo in una pista dove non abbiamo provato con la Moto2, ma anche al Mugello eravano vicini ai primi. E’ stato un peccato partire indietro causa scivolata nel Gran Premio di casa, altrimenti anche lì si poteva puntare ad un quinto posto. Stiamo andando forte e più andremo avanti e più miglioreremo.”

Fai parte della VR46 Riders Academy, raccontaci come “funziona”.

“Passiamo praticamente tutti i giorni della settimana insieme tra allenamenti in palestra allenamenti in moto. Siamo tutti molto uniti anche se in pista siamo avversari, ma spesso andiamo a cena fuori insieme, parliamo di qualsiasi cosa. C’è grande rispetto e amicizia, siamo una vera squadra. Quando siamo al ranch siamo tutti molto competitivi, c’è grande bagarre.”

Come detto sei passato quest’anno alla Moto2, a Valencia nel 2016 hai avuto la possibilità di provare la Ducati MotoGP. Raccontaci quell’esperienza e anche il “ritorno” alla Moto2.

“Guidare la MotoGP è stato bellissimo, ho fatto solo 7 giri, ma mi sono divertito moltissimo, anche se c’è molta elettronica. Come approccio è stato quasi più facile guidare la MotoGP che non la Moto2. Rispetto alla Moto3 quest’ultima pesa molto di più, ha il doppio della potenza e le gomme sono molto dure, quindi si deve imparare a controllare lo scivolamento della gomma e la moto poi va alzata prima.”

Vista da fuori sembra una categoria molto livellata dove emerge il pilota, sei d’accordo?

“Sono molto d’accordo, perchè nella Moto3 un pilota anche non eccessivamente veloce, con le scie o in gruppo, riesce a fare tempi buoni. Nella Moto2 devi invece andare forte te, la differenza tra un pilota ed un altro è di pochi decimi e bisogna essere veloci da se.”

Vinales è passato alla MotoGP senza vincere il mondiale Moto2, Miller è addirittura passato dalla Moto3 alla MotoGP. E’ il tuo obiettivo arrivare nella Top Class?

“Arrivare in MotoGP è l’obiettivo di tutti i piloti, l’importante è riuscire a capire quando farlo. Certo fa gola e in molti se si presentasse l’occasione sarebbero disposti ad andare, ma penso che adesso come adesso non sarei in grado di gestire una MotoGP. Ci sono tanti parametri, ad esempio il freno motore, un lavoro che adesso non sarei in grado di svolgere, quindi me la prendo con più calma.”

Hai corso con la Mahindra in Moto3 e con loro hai vinto la tua prima gara in carriera. Ti hanno anche regalato la moto con cui hai vinto, cosa puoi dire della tua esperienza con loro?

“La Mahindra è stata per me una salvezza perchè mi ha riportato ad essere competitivo e veloce dopo due anni veramente difficili. Soprattutto ho vinto con loro la mia prima gara nel mondiale e insieme abbiamo centrato diversi podi. Credo di aver lasciato un buon ricordo.”

Se dovessi fare un pronostico per i mondiali Moto3 e MotoGP su chi scommetteresti?

“Nella Moto3 Joan Mir va molto forte e quindi è lui il favorito, ma ci sono anche altri piloti molto costanti, come ad esempio Andrea Migno. Per quanto riguarda la MotoGP Vinales va molto forte, ma secondo me Vale (Rossi, ndr) quest’anno ha ancora più fame, quindi non si può sapere.”

Ritornando agli allenamenti, prima del Mugello c’è stata la caduta di Rossi a Cavallara mentre si allenava con la moto da cross, tu lo pratichi?

“A me il cross fa abbastanza paura, perchè sui salti io ho paura (ha usato un’espressione molto più colorita, ndr). Se mi avessero chiamato per andare a girare a Cavallara non sarei andato, perchè quella è una pista molto tosta.”

Purtroppo prima della gara del Mugello è venuto a mancare Nicky Hayden, a causa di un’incidente in bici mentre si allenava nei pressi del circuito di Misano. Che ricordo hai di lui?

“Hayden l’ho conosciuto quando correva in MotoGP con il Team Aspar, ed è stata una fortuna, perchè è uno di quei piloti che danno l’anima, la vita per le moto. Era una persona fantastica, sempre disponibile con tutti.”

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