MotoGP 2016: Intervista esclusiva a Danilo Petrucci

Il rider ternano ha detto "E' stato bello tornare in pista e sentire la potenza di queste MotoGP"

MotoGP 2016: Intervista esclusiva a Danilo PetrucciMotoGP 2016: Intervista esclusiva a Danilo Petrucci

MotoGP 2016 Pramac Racing – Danilo Petrucci è tornato in sella a Le Mans dopo aver saltato le prime quattro gare a causa dell’infortunio patito nell’ultima giornata di test della MotoGP a Phillip Island, dove aveva riportato la frattura scomposta del 2°, 3° e 4° metacarpo della mano destra. Era poi tornato in pista per la prima gara del Qatar, dove, pur non cadendo, si era di nuovo infortunato alla mano. Il ternano del Pramac Racing si era dovuto quindi sottoporre ad una nuova operazione e finalmente in Francia è potuto tornare in pista, raggiungendo anche un ottimo settimo posto finale. Lo abbiamo intervistato in esclusiva ecco cosa ci ha raccontato.

Danilo, raccontaci cosa hai provato a tornare in moto.

“E’ stato bello tornare in moto, era da Valencia dello scorso anno che non facevo una gara, è stato bello soprattutto dopo tutto quello che ho sofferto con i due infortuni, che poi si è tramutato in uno lunghissimo, era un bel pò che non andavo in moto ed è stata una sorpresa scoprire e ritrovare tutto, è stato bello tornare a correre.”

Il giovedì prima delle libere avevi ancora molti punti interrogativi, non sapevi come avrebbe reagito la tua mano.

“L’infortunio alla mano mi ha impedito di fare tante cose e ovviamente anche andare in moto, anche perchè si dovevano saldare le fratture riportate, che tutt’ora non sono ancora salde, ma che sono stabilizzate con delle placche e delle viti. Non ho potuto guidare nulla da febbraio, quando mi sono infortunato (nell’ultima giornata di test a Phillip Island, ndr) e sono risalito in moto solo venerdì. Non sapevo se l’allenamento fatto mi avrebbe garantito di reggere una moto così potente, non sapevo come avrebbe reagito la mia mano, ma è andata bene.”

Hai fatto di tutto per essere al via in Qatar dopo l’infortunio, purtroppo pur non cadendo ti sei fratturato di nuovo la mano, col senno di poi forse sarebbe stato meglio non forzare il rientro e aspettare?

“Col senno di poi sarebbe stato meglio saltare il Qatar, purtroppo le circostanze e quello che sembrava possibile l’abbiamo fatto; sono andato in Qatar cercando di guidare la moto e ci stavo riuscendo; purtroppo mi sono fatto male pur senza cadere. Forse era un pò troppo presto ed è stato difficile far capire a chi mi ha operato lo sforzo che si fa quando si guida una moto da corsa, una MotoGP. Non è stato un errore di nessuno, col senno di poi è molto facile giudicare, qualsiasi cosa avessi fatto l’avrei sbagliata. A conti fatti sarebbe stato meglio saltare una gara invece che quattro, ma è andato così, ma son tutti bravi a giudicare dopo, a dare il voto!”

La mano come ha reagito alla gara, come ti senti? Tra l’altro hai avuto anche la febbre, non ti sei fatto mancare nulla.

“Nell’ultima settimana prima di risalire in moto sono stato un pò male e per non prendere antibiotici, visto che non mi piace prendere medicine, me lo sono portato un pò dietro. In gara non so se a causa della tensione di tornare, visto che mi erano mancate molto le gare, perchè un infortunio così lungo non è come una pausa dei test invernali avendo saltato i test, le prime quattro gare, potrebbe essere stata la tensione a farmi questo “scherzo”, o forse era vero che avevo la febbre! Per quanto riguarda la mano non ha sofferto, non ho sentito dolore durante il weekend. Devo dire che è stato più difficile gestire il resto del corpo che non era più abituato ad andare su una moto da corsa. Fare le prove e la gara è stato molto impegnativo a livello fisico, non avevo stretto un manubrio tra le mani da tanto tempo, è vero che mi ero allenato, ma non basta mai, non puoi sostituire l’allenamento che fai con la moto.”

Come hai detto non salivi in moto da tanto tempo, come hai ritrovato la tua Ducati GP15, quali sono state le prime sensazioni?

“E’ stato bello, la prima cosa che ho tenuto sott’occhio uscendo dai box è stata la mano, sentivo che riuscivo a tenerla appoggiata, ad accelerare. Non avevo mai provato le nuove gomme, è stato bello ritrovare gli automatismi e ho capito che sia la mano che il corpo avevano voglia di “andare”. Appena uscito dal box vedendo che andava tutto bene, nell’ultima curva ho accelerato e mi ha fatto impressione quanto vanno forte queste MotoGP, era un’accelerazione che non provavo da molto tempo, è stato bello stare attaccato al manubrio. La moto l’ho ritrovata veloce, competitiva, sono io che devo fare dei km.”

Il motomercato è più che mai nel vivo, hai già pensato al tuo futuro?

“Ci pensavo prima di farmi male, ma il secondo infortunio mi ha “svuotato”. Prima del Qatar c’era molta pressione anche lato mercato, adesso invece non mi interessa, durante l’infortunio mi sono dedicato più a me e al momento non è un mio pensiero.”

Adesso arriva il Mugello, gara di casa sia tua che del Team e della Ducati, cosa ti aspetti?

“Non mi aspetto nulla perchè non so in che condizioni ci arriverò, ho ancora dieci giorni davanti e ho visto che le cose in gara sono iniziate ad andare bene quando non avevo grandi aspettative, penso solo ad andare in moto, come ho fatto anche a Le Mans.”

Dopo il tuo infortunio sui social network hai ricevuto la solidarietà di tanti piloti, sei secondo noi uno dei piloti più genuini e veri del motomondiale; è una nostra impressione oppure ti ci ritrovi?

“Devo dire che mi ha fatto molto piacere. Dopo il mio infortunio ho ricevuto molti messaggi di solidarietà dai miei colleghi; c’è chi lo ha fatto di persona, chi tramite messaggio, chi si è informato tramite altre persone, tutti in qualche modo hanno voluto sapere cosa fosse successo, come stavo. In Qatar abbiamo fatto la foto di gruppo, quella ufficiale, durante la mia assenza loro mi sono mancati e io sono mancato a loro, è un onore correre con tutti i piloti della MotoGP, è bello essere uno di loro. Mi ha fatto felice.”

Come hai vissuto da fuori le gare, prima dell’infortunio ti allenavi anche con Valentino Rossi al ranch.

“Mi sono allenato con Valentino e con gli altri ragazzi fino a prima di farmi male, poi ovviamente non sono più tornato e sono rimasto a casa dai miei genitori. Vedevo solo da fuori, mi ha fatto bene star fuori, lontano dalle gare, ho pensato soprattutto a me stesso. Ancora devo tornare un pò ad ambientarmi, in questo periodo ho pensato più a me che agli altri.”

A Le Mans non ti sei fatto mancare nulla, c’è stato anche un bel duello sul finale della gara con Hector Barberà.

“E’ stato bello, perchè in gara avevo dietro Laverty e Barberà, che non si sono mai staccati. Alla fine ero rimasto con Barberà, che però era lì ma non mi attaccava. Questo mi ha aiutato a rimanere più concentrato e alla fine me la sono goduta, avevo la possibilità di replicare ad un suo attacco, sapevo che ci avrebbe provato, ma non sapevo dove l’avrebbe fatto. L’ha fatto e ho avuto l’occasione di “rispondergli” subito ed è stato bello, anche perchè con Hector ci siamo ritrovati in clinica (la clinica mobile, ndr) sdraiati su due lettini e mi aveva detto che era stato bello rivedermi. Dopo la gara mi ha detto che è stato bello battagliare con me, questo nonostante una carenata, ma non volevo mollare, anche lui guida una Ducati e volevo stargli davanti.”

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