MotoGP Motegi: L’analisi sulle Michelin

Due gli errori del costruttore francese nel corso del week end, due i piloti che hanno saputo gestire la situazione al meglio

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Gp Giappone MotoGP Michelin – Il week end del Gran Premio del Giappone è stato un fine settimana senza precedenti. Per la prima volta, nella storia della MotoGP, ogni sessione è stata caratterizzata dalla pioggia, cosa che ha creato diversi problemi alla casa francese: ma andiamo con ordine.

Il primo errore, almeno stando a quello dichiarata dai piloti sin dalle prime sessioni, è stato quello di portare solo due gomme Extra soft al posteriore per tutto il fine settimana, cosa che non ha permesso ai piloti di provare il passo durante le libere e quindi di non rischiare la scelta per la gara. Tra i primi solo Danilo Petrucci ha deciso di tentare l’azzardo e correre il Gran Premio con la Extra soft al posteriore, scelta che poi si è rivelata non delle migliori, visto il drop durante la gara. Magari però, se i piloti avessero avuto a disposizione qualche mescola in più di questo tipo, sicuramente ne avremmo viste di più in griglia di partenza e, provandola nel corso delle sessione, magari, i team sarebbero riusciti a trovare un set up diverso per migliorarne l’usura. Parlarne dopo è ovviamente più facile, ma se una gomma vine dichiarata idonea a fare la gara, magari qualche treno in più avrebbe fatto comodo.

Nel corso del fine settimana, poi, la Michelin ha dichiarato non idonea la gomma soft all’anteriore e l’ha quindi vietata per la gara. Il costruttore francese ha giustificato questa decisione, dichiarando che tale compuod si usura troppo velocemente. Al via, quindi, tutti sono stati “costretti” a partire con una media da bagnato all’anteriore.

Molti piloti sono stati quindi costretti a partire con una gomma al posteriore magari non adatta alle loro esigenze, vedi Pedrosa, e una anteriore media utilizzata da molti piloti solo in qualifica, quando c’era poca acqua (condizione di normale utilizzo per una media da bagnato), e nel cortissimo Warm Up che ha preceduto la gara. Queste decisioni sommate potrebbero essere state la causa di tanti problemi a cui abbiamo assistito durante la gara. Ad esempio prendiamo Pedrosa, lui afferma che già al primo giro la gomma posteriore dava problemi e che nel gara di è dovuto fermare perché la gomma non teneva più. Il problema in questo caso è che lo spagnolo è un pilota molto leggero, e la posteriore più dura di quella che avrebbe voluto usare, spinnava si è dal primo giro, cosa che in breve tempo porta la gomma a surriscaldarsi e quindi a distruggersi. Però la scelta di usare la soft al posteriore era quasi obbligata, viste le motivazioni di cui sopra. L’azzardo di Petrucci è stato molto interessante invece, scendere in pista con una gomma praticamente mai provata su un run lungo è stato “folle”, ma quello che veramente ha limitato il ternano è stato l’obbligo di usare la media all’anteriore. Questa cosa infatti, probabilmente ha impedito al pilota Pramac una reale fuga. Questo perché la posteriore più morbida “spingeva”l’anteriore media. Questa cosa ha obbligato il pilota ad accelerare sempre a moto dritta, cosa che alla lunga ha consumato più del normale il centro della gomma posteriore.

Da questi due esempi si può quindi analizzare cosa è successo anche ad altri piloti, come: Zarco e Lorenzo. Discorso diverso per Yamaha ufficiali, lì i problemi vanno ricercati in altri punti della moto, visto che, qualsiasi mescola provata nell’arco del week end non ha mai garantito prestazioni costanti.

I due autori della lotta finale, Andrea Dovizioso e Marc Marquez, sono riusciti a gestire perfettamente le gomme e a studiarle durante l’arco del fine settimana. Infatti Dovizioso, nonostante la sua moto avrebbe fatto lavorare alla perfezione la mescola extra soft, l’ha usata pochissimo, proprio perché erano solo 2 a disposizione, mentre Marquez ha iniziato a lavorare sul set up con gomma media prima degli altri, visto che è stato il solo (insieme a Vinales) ad utilizzarle già dalle FP4.

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