MotoGP – Le Mans – Vince Melandri, Rossi nella bufera

MotoGP – Le Mans – Vince Melandri, Rossi nella buferaMotoGP – Le Mans – Vince Melandri, Rossi nella bufera

Le gare raccontano la storia di una vita. Non sono numeri, non è la somma cronometrica di una sequenza di giri veloci. Una corsa motociclistica, particolar modo se parliamo di MotoGP, è un’emozione, un istante che racchiude qualcosa che non si può descrivere a parole ma si può trasmettere col pensiero. Oggi il Gran Premio di Francia ha offerto tutto questo, ha presentato a chi ci crede o meno una tematica fondamentale: il destino. La pioggia, attesa per le 13.30, si è presentata alle 14.48, tre minuti dopo la bandiera a scacchi. Ha vinto Marco Melandri, che a sette giri dal termine era terzo staccato di una caterba di secondi da Rossi e Pedrosa, che si sono rovinati non con le proprie mani, ma con le rispettive “fidanzate”, che li hanno traditi sul più bello, quando si poteva festeggiare insieme qualcosa di bellissimo.

Rossi tradito dalla M1: d’accordo il nuovo telaio, d’accordo una corsa da dominatore ove ha piegato Pedrosa a suon di giri record, ma al 21° giro la Yamaha si è ammutolita nel silenzio più crudele. Mondiale adesso per il Dottore se non proprio compromesso quantomeno complicato: 43 punti da Hayden, oggi quinto, son tanti. Specie se nel frattempo sono 39 da Melandri e Capirossi, 33 da Pedrosa, nel medesimo ordine sul podio del GP di Francia 2006.

Daniel ha pregiudicato la propria corsa con un’errata scelta di pneumatici (morbida all’anteriore e al posteriore), che ha pagato nella prima metà gara, salvo poi vederlo girare su ritmi altissimi nel finale lasciando via libera a Melandri e Capirossi. Due italiani attendisti, due italiani col cuore. Marco ha conquistato la seconda vittoria stagionale, quarta in MotoGP, mentre Capirossi è tornato a podio per un piazzamento fondamentale per la classifica. Questo a due settimane dalla Festa del Mugello: doveva essere la sfida Rossi Vs Pedrosa, ma adesso?… It’s destiny…

Cronaca di Gara

Santissimo Giove Pluvio. Alle 13.55 in quel di Le Mans compare la pioggia, lasciando inquietanti segnali per un tema che si era discusso a suo tempo salvo poi farlo passare in secondo piano: il cambio di moto ai box in caso di pista impraticabile. La gara è stata dichiarata dai commissari “bagnata” (sebbene sia al 100 % asciutta nei tempi praticabili per prendere questa decisione ma, si sa, le esigenze del satellite sono più importanti…), e così i piloti, a cominciare a Loris Capirossi, minacciano di rientrare ai box nel giro di ricognizione per cambiare la moto. Una presa di posizione giusta e coerente da parte dei piloti, con la “piccola” pecca che sia arrivata troppo tardi…

In questo clima di tensione si riesce comunque a partite (tranne per Kenny Roberts che rientra ai box) con il cielo che non promette niente di buono e una pista, alle 14.01, completamente asciutta. Via, si parte, benissimo Melandri, dietro Capirossi ma CADE RANDY DE PUNIET, l’idolo di casa, che è stato “scontrato” da Rossi che ha staccato al fulmicotone toccandosi leggermente con Pedrosa e buttando a terra il francese, coinvolgendo anche Edwards e Gibernau che sono stati costretti a prendere la via di fuga. Al T2 la classifica recita Melandri, Hopkins, Pedrosa, Capirossi, Nakano e Valentino Rossi in sesta posizione. Primo giro e JOHN HOPKINS E’ AL COMANDO, con un deciso attacco su Melandri che deve guardarsi anche alle spalle da Pedorsa.

Succede di tutto e di più, con Rossi incarognito che in tempi record si ritrova al secondo posto con un magico terzo giro dove ha passato in sequenza Capirossi, Pedrosa e Melandri, lanciandosi alla caccia di un fuggitivo Hopkins. Valentino è davvero in palla, ma lo stesso si può dire di Pedrosa che costringe al quarto giro Melandri all’errore arrivando largo ad una curva lasciando spazio a sufficienza per il sorpasso di Capirossi. Così, per la prima volta nella storia, possiamo vivere il duello in direttissima ROSSI VS PEDROSA. Mica male…

Quarto giro, ROSSI SUPERSTAR: recupera, attacca e passa Hopkins, conquista per la prima volta da Losail la leadership di una corsa, mentre dietro Pedrosa sembra in difficoltà a reggere il ritmo del Dottore. Vale è puntualmente sul passo dell’1’35 basso, Pedrosa sei decimi più lento, ma siamo solo all’inizio: Giove Pluvio e la costanza degli pneumatici possono ancora dire la loro.

Per il momento lo fa la direzione gara punendo Shinya Nakano con un “Ride Trough” per partenza anticipata: che bel momento per la Kawasaki… Sesto giro, incredibile, è una gara paurosamente emozionante: Melandri supera Capirossi, ma davanti in un sol boccone Pedrosa e Hopkins si sono ricongiunti a Rossi, il tutto racchiuso nel margine “diabolico” di 666 millesimi. Giro 7, PEDROSA PASSA HOPKINS, e ci mancava poco che riuscisse a beffare anche il sette volte iridato. Ci siamo, your time is now: “Diesel” Pedrosa (partissime una volta con un buon ritmo…) alla caccia di Rossi, è il momento della verità.

Lo sarebbe stato anche per la Suzuki, ma al nono passaggio Hopkins vola a terra per un personalissimo e, alla luce di quanto visto dalle immagini televisive, ingiustificabile errore. “Hopper” decide di ripartire, ritrovandosi 15° salvo fermarsi poco dopo. Parlando degli inseguitori, terzo Melandri davanti a Capirossi, con Hayden zitto zitto è quinto nonostante macroscopici problemi di trazione alla RCV “Brno”, cogliendo così di fatto punti importanti per la classifica.

Rossi e Pedrosa viaggiano su ritmi impossibili per chiunque: Valentino prova a fare la gara, tenendo il portacolori HRC sotto pressione “consigliandolo” all’errore. Pedrosa però non ci casca, e si tiene sempre a debita distanza dal sette volte iridato. A dieci giri dalla bandiera a scacchi però la Yamaha #46 stacca la Honda #26 guadagnando sempre decimi importanti, con un divario attorno ai due secondi che non lascia spazio all’immaginazione: Rossi oggi è imbattibile, e nemmeno il più convinto Pedrosa può strappargli la vittoria.

La corsa dunque si sposta più indietro, con Hayden che viene impensierito da un rimontante Stoner per la quinta posizione. L’australiano mette sulla graticola il ragazzo del Kentucky, e ci metterà soltanto due giri per passarlo. Noia, bagarre inesistenti, tutto a posto…NOOOOO. NON E’ POSSIBILE: ROSSI E’ FERMO. La Yamaha YZR M1 #46 ammutolisce nel corso del 21° giro, lasciando Valentino fermo in mezzo al tracciato Bugatti di Le Mans, e disperati i tecnici di giallo vestiti. Pedrosa è il nuovo leader, ma in crisi di pneumatici si vede impensierito da un Melandri che realizza record su record, e può sognare così una vittoria che pochi istanti prima era un terzo posto.

Senza parole per il ritiro di Rossi, la corsa urla al miracolo di spettacolarità, con Marco che è ormai attaccato a Pedrosa e a quattro giri dalla bandiera a scacchi passa con disarmante facilità in testa. MELANDRI AL COMANDO, Pedrosa secondo, Capirossi terzo ma che crede adesso al piazzamento d’onore considerando la crisi di pneumatici che sta vivendo il vincitore del GP di Shanghai. Il Capi recupera decimi su decimi e addirittura si arriva al sorpasso all’ultimo giro, concretizzando così una DOPPIETTA ITALIANA: Melandri vince, Capirossi secondo, terzo Pedrosa davanti a Stoner e Hayden. Rossi a 43 punti dalla leadership. L’Italia, a due settimane dal Mugello, festeggia. Tutta l’Italia: tutti, ma non Valentino Rossi…

MotoGP – Le Mans – Classifica

01- Marco Melandri – Honda – 28 giri
02- Loris Capirossi – Ducati – + 1.929
03- Daniel Pedrosa – Honda – + 2.269
04- Casey Stoner – Honda – + 5.494
05- Nicky Hayden – Honda – + 5.709
06- Colin Edwards – Yamaha – + 11.519
07- Makoto Tamada – Honda – + 16.692
08- Sete Gibernau – Ducati – + 18.142
09- Toni Elias – Honda – + 23.645
10- Chris Vermeulen – Suzuki – + 39.362
11- Carlos Checa – Yamaha – + 47.730
12- Shinya Nakano – Kawasaki – + 47.782
13- Alex Hofmann – Ducati – + 1’09.092
14- James Ellison – Yamaha – + 1’16.172
15- John Hopkins – Suzuki – a 2 giri

Alessio Piana

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