MotoGP – Il giovedì a Laguna Seca

MotoGP – Il giovedì a Laguna SecaMotoGP – Il giovedì a Laguna Seca

Non si sente altro. “Oh, say can you see, by the dawn’s early light…What so proudly we hailed at the twilight’s last gleaming…”. The Star Spangled Banner, l’inno nazionale americano, uno dei più intensi, corali, quel che rappresenta per tutti noi l’ultima settimana lavorativa prima delle vacanze estive. Laguna Seca, Red Bull US Grand Prix, finalmente ci siamo!! Doppio punto esclamativo perchè la corsa al Monterey è tra le più attese, anche se dalla tradizione motogpistica breve. Pista suggestiva, atmosfera elettrizzante, l’incognita degli statunitensi, la sfida degli europei, attese 100.000 presenze per il weekend, VIP, tutto fa spettacolo, tutto il possibile per realizzare che sei in America. Non è una gara comune alle altre, non è un tracciato già visto dappertutto: immersa nella sua unicità, Laguna Seca quest’anno festeggia i propri primi 50 anni di storia, con rinnovamenti dettati dalla sicurezza, un paddock più accessibile, nove milioni di dollari di investimento, pienamente ripagati da quel che si vivrà nei prossimi tre giorni.

Il giovedì a Laguna Seca è una prima presa di contatto, una constatazione che il popolo americano si interessa sempre di più della MotoGP (l’esposizione televisiva, grazie a Speed Channel, è migliorata), non rimpiange troppo il Mondiale Superbike, insomma, qualche passo in avanti rispetto al passato è stato fatto. Tutti conoscono i propri beniamini, sanno chi è Valentino Rossi, apprezzano Melandri e Capirossi, anche se magari Nakano non sanno proprio chi sia. Poco importa, perchè il Red Bull US Grand Prix sta facendo dei passi in avanti in termini di “evento”: non siamo e mai saremo a livello di una “Daytona Bike Week”, ma potrebbe presto diventare un cult per i bikers yankee.

Tante Harley, custon, touring, ma si vedono Superbike, non poche Ducati, numerose CBR e R6. Una nuova concezione di motociclismo a stelle e strisce, e di questo non possiamo che dire grazie ai vari Hayden, Edwards, Hopkins e Roberts, i cui buoni risultati hanno creato un’attesa ed un entusiasmo suggestivo a Laguna. Se negli States si sogna un podio tutto made in USA, Valentino Rossi è convinto di ben figurare, ed in conferenza stampa ha chiarito ancora che vuole vincere e che con un anno di esperienza alle spalle questo è possibile.

“Kentucky Kid” e “Texas Tornado” ascoltano e lo terranno a mente, ma nel frattempo si interrogano se le nuove modifiche al tracciato abbiano limitato i punti a loro favore. Due in particolare: l’ingresso al cavatappi e la curva 1, quella poco dopo lo start e prima dell’Andretti Hairpin. Due avvallamenti dove loro arrivavano a gas spalancato, tagliavano in centimetri di asfalto/cordolo improponibili, e guadagnavano decimi su decimi. Adesso la pista è stata leggermente livellata, e di conseguenza è presumibile un riequilibrio delle performance tra gli yankee ed il “resto del mondo”.

Questo in teoria, perchè nella sua ricognizione John Hopkins ha notato come sia scomparso l’avvallo pre-Corkscrew che per tutti indicava il punto di staccata. Vedremo tanti “lunghi” all’inizio e sorpassi sbagliati in gara? Staremo a vedere, manca poco, sincronizziamo gli orologi: 10.00 a Laguna, prove libere 1. In Italia saranno le 19.00, mentre le qualifiche e gara sono fissate per le 23.00 di sabato e domenica. Red Bull US Grand Prix is now…

Alessio Piana

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