Valentino lascia la Honda… parola di presidente….

IL PRESIDENTE DELLA HONDA:”VALENTINO LASCIA LA
HONDA”

PHILLIP ISLAND – «Valentino Rossi ha già firmato per un’altra
squadra e noi lo sostituiremo con un anonimo pilota giapponese. Vinceremo ancora
e dimostreremo che la nostra moto non ha bisogno di un pilota forte per vincere.
Perché la moto è più forte del pilota». Se c’erano
ancora dei dubbi sull’addio di Valentino Rossi alla Honda, eccoli fugati
da uno che al Gruppo è molto vicino, anzi vicinissimo, addirittura il
numero uno. È stato infatti Takeo Fukui, presidente e amministratore
delegato del Gruppo, a ribadirlo durante una cena tenutasi a Tokio in occasione
del Salone dell’auto.

Interrogato sull’argomento, Fukui, 58 anni di cui 34 trascorsi in azienda,
in carica da luglio, sesto presidente del colosso fondato nel 1948 da Soichiro
Honda, ha non solo ratificato l’ipotesi che già è nell’aria
(«Rossi se ne andrà») ma ha condito il tutto con una bella
dose di veleno: per sostituirlo non c’è bisogno di uno dei top-rider
che stanno in attesa, con il numerino in mano come al supermarket, di salire
sulla supermoto del fenomeno, né Checa, né Barros, né soprattutto
Max Biaggi, il Grande Nemico di Valentino, l’uomo che dal ribaltone avrebbe
potuto trarre maggiori vantaggi. «Al posto di Rossi un giapponese»
per di più anonimo. Un bel modo per dire che il singolo va ma l’azienda
resta. Tutto molto implacabile, tutto molto giapponese.

La risposta tanto attesa da parte di Tokio sulle controproposte contrattuali
presentate da Rossi in Malesia sarà solo una formalità. La via
è tracciata e senza uscita: Rossi se ne vuole andare e la Honda non farà
un passo in più per trattenerlo del resto, «questo è il
contratto migliore possibile» avevano detto a Tokio prima di dare a Vale
l’ultima bozza. E così sarà. Prevale dunque la linea giapponese.
Quella Fukui e di Suguru Kanazawa. I due non hanno raccolto gli inviti di Honda
Europa (preoccupata del possibile crollo di immagine e di mercato) e di Carlo
Fiorani team manager di Hrc, uomo così in sintonia con Rossi che (parola
del campione) «fosse per lui avrei già firmato».

Le diversità filosofiche tra Honda e Rossi sono diventate insormontabili:
troppo ingombrante la personalità del Dottore per lo spirito collettivistico
dell’azienda nipponica, troppo rigoroso lo stile giapponese per la voglia
di diventarne il campione del mondo. I guai si erano già intravisti in
occasione del primo rinnovo contrattuale due anni fa. Sono esplosi ora quando
nemmeno i trionfi sono più serviti da collante e le richieste estreme
di Valentino («né tecniche né di soldi») sono forse
state fatte apposta per chiudere il matrimonio dopo quattro anni di vittorie
e incomprensioni.

A questo punto suonano stonate le parole di Fiorani, l’uomo che più
di tutti ha cercato di ricucire i rapporti fra il pentacampione del mondo e
la Honda, il manager che giusto ieri ha provato a ribadire: «Ogni giorno
può essere quello buono per trovare un accordo e una soluzione che accontenti
sia Valentino sia la Honda, ma anche se dovesse essere trovato sarebbe preferibile
dare l’ufficialità solo al termine della stagione. Quindi daremo l’annuncio
della decisione di Valentino al termine del Mondiale. Credo che sia la soluzione
migliore per entrambe le parti». Peccato che Fiorani sia stato abbondantemente
scavalcato da qualcuno più in alto di lui. Il presidente in persona.

Resta da capire per chi Rossi ha firmato. Questo Fukui non l’ha detto,
e noi possiamo aggrapparci ai soliti indizi. Il primo, il più forte,
porta alla Yamaha. La Casa di Iwata avrebbe pronto un pacchetto fatto di 9 milioni
di euro e un pesante rinnovamento tecnico e di uomini per rilanciare il proprio
marchio in crisi e cercare di riprendersi un titolo che manca dal 1992. Sia
però il manager di Rossi, Gibo Badioli, in Malesia («abbiamo due
alternative») che Valentino («io in Ducati? It’s possible»)
tengono aperta la strada che porta a Borgo Panigale.

La Ducati, in verità, non spasima per due motivi ben chiari. Primo:
è ben posizionata sul mercato e non necessita a tutti costi di un testimonial
forte come Rossi. Secondo: i suoi piloti, Capirossi e Bayliss, che benissimo
stanno facendo nella stagione d’esordio, sono blindatissimi dal contratto
e non c’è motivo per sostituirli, anche se con il campione in carica.
Chi spinge però è la Philip Morris disturbata dal fatto che Rossi,
una volta sciolta la solita riserva sullo sponsor tabaccaio, decida di legarsi
a Gauloises (partner di Yamaha), piuttosto che alla Marlboro.

La risposta anche a questa domanda potrebbe arrivare a Valencia, dove il 2
novembre si svolgerà l’ultimo Gran premio della stagione. Ma una
cosa resta certa: il binomio vincente si è ormai sciolto, il numero 46
del dottor Rossi finirà su un altro cupolino, la sfida Honda-Valentino
è cominciata. «Il giorno che Rossi se ne andrà – disse qualche
mese fa Suguru Kanazawa – cominceremo a fare di tutto per batterlo». Quel
giorno è arrivato. E c’è da giurare che Rossi non veda l’ora
che la prossima stagione cominci.

Fonte:Corriere.it

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in MotoGP

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment Login

Articoli correlati