SBK | Esclusivo, Danilo Petrucci: “La Dakar come gli elefanti, per morire lontano dal branco, invece…”

"Aspettative? Il mio più grande avversario sono io, devo mantenere la calma" ha aggiunto il ternano

SBK | Esclusivo, Danilo Petrucci: “La Dakar come gli elefanti, per morire lontano dal branco, invece…”SBK | Esclusivo, Danilo Petrucci: “La Dakar come gli elefanti, per morire lontano dal branco, invece…”

SBK – A pochi giorni dai test di Phillip Island (20 e 21 febbraio) e all’inizio del WorldSBK (24-26 febbraio) abbiamo incontrato Danilo Petrucci, che in questo 2023 sarà in sella alla Ducati del team Barni.

Il pilota ternano, dopo la lunga esperienza in MotoGP, è stato protagonista di un 2022 incredibile. A gennaio è stato uno dei grandi protagonisti della Dakar dove, alla prima partecipazione assoluta, è riuscito a conquistare una tappa diventando così il primo pilota della storia a vincere una gara in MotoGP e una tappa alla Dakar. Terminata l’esperienza tra le dune, il #9, ha tentato l’assalto al titolo del campionato Superbike americano, sfuggito per una manciata di punti ma nel quale non ha sfigurato su piste estremamente ostiche e tortuose. Il 2023 sarà una nuova sfida per Petrux che torna in un mondiale, questa volta delle derivate di serie, dove cercherà di essere tra i protagonisti.

Danilo Petrucci hai avuto un 2022 ricco di impegni, ma ti sei reso conto di essere entrato nella leggenda tra Dakar e Moto America?

“Non mi sento una leggenda, penso che ci sia tanto da fare. Sicuramente un grande regalo che mi sono fatto è quello della Dakar perché dopo due anni difficilissimi in MotoGP non ne potevo veramente più e sono andato a fare la Dakar come gli elefanti, per morire lontano dal branco. E invece è stata probabilmente la cosa più giusta che ho fatto nella mia vita, perché mi sono sentito benissimo in quell’ambiente, con quella moto, mi sentivo veramente libero e mi sono venute cose che non ho nemmeno io pensavo di poter fare. Speravo di finire la gara, ma vincere una tappa è una roba che fa gente che ha esperienza in fuoristrada e alla Dakar. Io non ho mai fatto neanche una gara di enduro. Ci tornerò? Lo spero, perché è un tipo di gara diversa rispetto a competere con quelli della MotoGP dove la concorrenza è il top del top. Alla Dakar invece c’è più lo spirito di condivisione di un’avventura. Magari vedi il tuo avversario fermo e la prima cosa che fai è fermarti. In MotoGP se vedi il tuo avversario che si ferma, il box affianco esulta. Il giorno in cui ho vinto la tappa, non sapevo che pensare, veramente mi è esploso il mondo. Non ho mai vissuto una cosa del genere. È stata durissima.”

Danilo Petrucci in MotoAmerica sei arrivato ad un passo dalla vittoria, cosa è successo?

“Speravo, volevo vincere in America, era cominciata molto bene. Purtroppo gli altri si sono messi più a posto, mentre noi abbiamo finito le idee e poi più che altro ci siamo scontrati con un campionato che sulla carta è abbastanza semplice, ma in realtà è molto critico, ci sono delle piste veramente difficili e complicate, che qui in Europa e nel mondo non avevo mai visto. Sicuramente ho imparato molto e anche quella è una cosa che vorrei continuare. Mi è dispiaciuto andare lì e non vincere, però poi ho avuto l’offerta per salire sulla moto che in SBK ha vinto il mondiale e non sapevo se mi sarebbe ricapitato. Quindi ho deciso di rimettermi in gioco in un mondiale e già dai primi test ho capito che non è come il MotoAmerica però sono contento.”

Danilo Petrucci dopo essere stato via un anno da un mondiale, cosa ti è mancato?

“Allora, mi son mancate le persone del paddock della MotoGP, proprio le persone. Quando sono stato ad Austin per la prima gara del MotoAmerica sono stato contentissimo di rivedere tutti. Però non mi manca essere a quel livello dal punto di vista sportivo, non mi manca per niente. In MotoGP si lavora veramente per togliere i millesimi e devi essere veramente perfetto, ma non solo in gara, devi essere perfetto dal primo gennaio al 30 novembre, hai un mese a dicembre libero. Però per il resto stai veramente tutto l’anno al limite e magari se raccogli risultati e sei davanti lo fai con spirito di sacrificio, però quando corri sapendo che farai 17esimo diventa tutto molto pesante.”

Danilo Petrucci è iniziata una nuova avventura in SBK, parlaci dei test di Jerez e Portimao

“A Jerez sembrava che la moto l’avessi guidata da sempre. Al primo giro ho fatto un tempo che al primo giro lanciato non pensavo di fare. Sono sceso in pista per scaldarmi pensando di fare un crono alto, invece ho fatto un tempo che mi ha tenuto in quarta posizione per quasi tutto il giorno. I primi due giorni sono stati buoni anche se nel secondo giorno avevamo notato che stavamo migliorando, ma con gomma nuova non miglioravamo come gli altri. Però di passo eravamo sempre nei cinque. Avevamo molte idee per Portimao e invece sono entrato e sembrava che la moto non l’avessi mai guidata. Poi tutte le cose che abbiamo provato non hanno ne migliorato ne peggiorato la moto. Facevo sempre lo stesso tempo, sono stato costantemente lento. Poi ho provato la moto 2023 che a livello ciclistica è molto simile, ma ha una erogazione diversa. Credo che cambi anche un po’ la distribuzione dei pesi. Non credo che sia adatta a piloti grandi fisicamente al momento, perché comunque hanno alzato un po’ il serbatoio e sto un po’ più stretto. Adesso dobbiamo trovare un buon bilanciamento che funzioni per le gare. E’ stato strano che a Jerez non facendo niente siamo andati forte mentre a Portimao facendo di tutto siamo andati piano. Quindi probabilmente c’è qualcosa che devo capire ancora come usare la moto e come fare certe manovre. Fortunatamente ho lavorato con tutti gli ingegneri della Ducati e ho un rapporto bellissimo con loro e sono molto contento che abbiano raccolto tanto l’anno scorso. Se lo meritavano e quest’anno anche qualche ingegnere della MotoGP è venuto a leggere i dati e a dare supporto. Abbiamo il massimo appoggio da parte della Ducati e ci tengono tantissimo. Sono stato da loro anche questa settimana per fare prove di bilanciamento con la moto statica. Al momento la moto si adatta al tipo di corporatura di Alvaro e Michael che riescono a sfruttarla al meglio. In accelerazione vanno molto forte, quindi in curva non rischiano troppo, ma si preparano per uscire bene. Però io non posso guidare in quel modo perché ci sono 30kg di differenza tra me e Bautista.”

Danilo Petrucci si è discusso molto sul peso dei piloti fino a proporre una zavorra per quelli più leggeri, tu saresti d’accordo?

“Tutto sommato sì, ma anche se ci fosse un limite di peso, per quanto mi riguarda, con la mia moto non cambierebbe niente. Credo che quello che faranno sarà fare una media del peso dei piloti. Quindi ad esempio Rea o Toprak non saranno toccati perché sono nella media. Nel mio caso, non è possibile alleggerire la moto, sono studiate per quel peso. Invece ad un pilota sotto la media saranno aggiunti kg, ma anche in quel caso non ne potranno aggiungere più di 5, non trenta. Secondo me è una regola che va leggermente a sfavore dei piloti più leggeri, ma non favorisce quelli più pesanti. Bisogna anche dire che non è colpa di nessuno. Io posso lavorare dimagrendo il più possibile, un pilota più leggero può lavorare aumentando più forza possibile e quindi mettendo massa, però le cose non cambiano più di molto. In MotoGP per essere un po’ più leggero facevo una vita di inferno, però mi serviva solo per essere due kili più leggero.”

Danilo Petrucci sta per iniziare la stagione, ultimi test e poi gara a Phillip Island, aspettative?

“Dopo Jerez le sensazioni erano positive, mentre dopo Portimao ci siamo impauriti. Al momento non ho aspettative, soprattutto perché tranne Baz, Redding e Bautista non ho corso con nessun altro dei miei avversari. Non conosco il loro livello e sono molto curioso. So che vanno forte perché sono arrivati molti piloti dalla Moto2 e dalla MotoGP. Mi piacerebbe arrivare sul podio il prima possibile. Il principale rivale sono io che mi metto pressione da solo, devo andare lì e mantenere la calma.”

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