Non solo ombrelline #7 – Nevrosi da Expo92

Non solo ombrelline #7 – Nevrosi da Expo92Non solo ombrelline #7 – Nevrosi da Expo92

..E’ dopo aver intravisto i contorni sbiaditi e confusi del mio viso, le cicatrici di qualche ora di sonno, ma soprattutto i secondi digitali del mio cellulare. Correre. Veloci. Che mi rendo conto di essermi svegliata vergognosamente presto. Per..? Per. Essere davanti all’ingresso dell’H&M. A Bologna. Per l’apertura. Per una partita di rugby contro decine di donne inferocite. Con la bava alla bocca. Tre ore. In treno. Fatte da ben ventiquattro fermate. Di gente oscuramente attiva. Da invidiare. E curiosa. E composta.. Voglio dire, quella a che ora si è svegliata per essere così maledettamente pettinata e truccata e ben vestita? M?! Per fortuna la Ela e la Stè mi guardano con l’espressione di chi si rende conto che il treno delle nove andava benissimo. E che forse, anche la macchina.. sì, non era affatto male.

Un ragazzo silenzioso davanti a me che ascolta le nostre chiacchiere e sorride alle nostre battute. E segue il muoversi delle nostre labbra con occhi. E testa. Alla sua sinistra la Stè. Davanti a lui io. A trenta gradi la Ela. Davanti. Sinistra. Davanti. Trenta gradi. Trenta gradi. Sinistra. Davanti. Io. Nonostante i miei sguardi intimidatori e/o interrogativi. Bè?! Vuoi in/te/ra/gi/re?!
Sono nervosa.

Dopotutto Marc Antoine mi ha assicurato che posso vedere a casa sua le prove. D’altra parte noi all’inizio venivam giù per il suo compleanno.. Braciolata alle sette. In giardino. Festino. Sì. Poi ieri sera si è deciso di tornare.. insomma. Non sono tranquilla. Finché non son lì.. Nessuno comprende la mia nevrosi. Sono le prime. In fin dei conti. Non sarebbe corretto. Non lo sarei con me stessa. Mh. Ma fino a mezzogiorno, hai promesso. Non lo chiami. Rilassati… magari chessò… Un messaggio. Tanto per…

Bologna.
Così.
È proprio bella.
Le nove mezza. E tutti ancora dormono. O forse si stanno svegliando. Piano. E la città con loro… e camminando per via dell’Indipendenza ecco che un’altra verità ci assale e ci devasta. Totalmente. Quella di essere le uniche sfigate con il cappotto. E fa un tantino caldo. Ho bisogno di un caffè. Doppio, no! Triplo. Quadruplo. Di un litro di caffè. E dovevo prevedere che probabilmente anche la barista bionda dalla voce stridula e dallo sguardo incerto e dall’equilibrio instabile doveva prendere il treno dopo.

“Buongiorno, potrebbe farmi tre caffè, per favore..” Silenzio. Occhi negli occhi. “..al tavolo lì fuori..” Silenzio “..?!?..” Occhi negli occhi. Mi guardo in giro. Ricomincio. “Buongi..” “Mm?! Si. Subito.”
Oggi non mi sveglio più.

Si va all’H&M per spendere poco, fondamentalmente.. Oggi è la mia prima volta. Io di solito mi rovino con una t-shirt da Gigi. E sono contenta. Anche se devo rinunciare al pranzo. A volte. Occhi lucidi e palpebre che sbattono.. Solo che. È quando le commesse mi accompagnano all’uscita gettandomi addosso petali di fiori e cantando “let the sunshine in” che mi rendo conto. Di esserci riuscita. Anche lì. Ad esagerare. Solo un po’. Comprando vestiti simili ai grembiuli di mia nonna e gonne di tulle e camice alla Seth Cohen e. E. Punto.

E nonostante tutto.. Il tanto beffeggiato servizio di informazione tramite essemmesse sul Motomondiale che non riesco, vacca porca, più. A. Togliere. Che fatica. Mi informa che il servizio, a causa dello sciopero dei giornalisti, sarà sospeso fino a domenica 26 marzo.

..a.

Attimi di lucidità assoluta. Sguardo fisso. Lo sfondo ormai è confuso. I colori mischiati. Veloci. (..e qua ci starebbe un “tutto intorno a me”. Ma.. Fa un po’. Troppo. Vodafone). Penso che no. Meda e Reggiani. No. La telecronaca. La fanno. Perché. Io ne ho bisogno. Faccio lunghe conversazioni con loro sul mio divano. Che in realtà sono monologhi. Ma non importa. Mi insegnano. E credo che la mia malattia, sia legata anche a loro. E non mi preoccupo. Marc Antoine ci aspetta alle 1.30 pm al mercatino. E sono Tranquilla. E così entro allo Shoesroom e da Pollini per distruggere completamente tutti i miei buoni propositi per l’anno nuovo: risparmiare per trovare casa e blablabla… Felice.

Bologna già a mezzogiorno assume un’aria diversa.. Mi dispiace dirlo, ma. Oserei dire. Quasi. Disarmante. Irritante. È un peccato. Perché la città merita.. Vengo fermata da un ragazzo che distribuisce segnalibri, fatti da lui. Raffiguranti lo zodiaco maya. Sciamano. Continua a ripetere. Dice anche “…fatti da me e questi, ai lati, sono i disegni delle mie mani fatte da un artista. Che sono io.” “…? …scusa?!”
– Gemelli.
– Sì.
– Single.
– Sì.
– Lo si capisce da questa zon..
– Sì.
– Sei molto sensibile.. Perché sei nata di mattina..
– ..ssii..
– ..ma lo sei proprio fisicamente. Vivi davvero tutto molto intensamente e..
– Si?!
– ..hai il ciclo mestruale.
– ..!!! Si. Grazie. Ciao.

Sono quasi le 2 pm e non capisco perché Daniele Bossari è ancora lì. Mi indispone. Sono nervosa. La tv si accende con un pulsante rosso sul lato. E sopra c’è una ventola strana. Marc Antoine dorme. E io inizio a pulire i piatti di non so chi. E il forno. E do anche da mangiare ai gatti. Ma sì! Poi mi siedo. Nell’angolo. In fondo. Al tavolo. E fisso il trentasei pollici. Lontanissimo.
“..cosa fai qui?” “aspetto le prove” “ma. Va che di là, in camera di Marchetto c’è una tv gigante.”

..a.

Pronta. Direi. Alla perfezione. Guida accanto. Sigarette. Tè. Caffé. Sigarette. Caffé. Un gatto.
Top of the Pops si confonde con il circuito di Jerez. Mio. Dio. È. Inquietante. Lo vedo solo io? Immagini sovrapposte. Bossari e la Dry Sack. Bossari e la Peluqui, l’Alex Criville. È minaccioso.. Riesco ad intravedere il tempo.. Cinqu.. Si! Cinquanta minuti e qualcosa.. Sii… grazie! A tutti! Grazie!
Ci siamo.
Ci siamo.
Para/pappa/pà! Sigla!
Mm.. È anche graficamente ben impostato sto programma.. La Stè sta per addormentarsi. Ela si annoia. Marc sonnecchia. Ma se ne intende, sa. E allora ci parlo un po’.. Sono preparatissima.. E lui è quasi spaventato dal mio entusiasmo.
In effetti..
Eccoli lì.. In pista..

Oddio respiro! I muscoli del viso si rilassano, la sudorazione diminuisce. Il battito cardiaco ritorna alla normalità. Respiro. Valentino e Colin ok, si riconoscono.. Loris anche.. Melandri. Va bene. Quello lì? Elias. Hayden.. M. Hayden.. E Pedrosa.. Dov’è Dani? Bravo. Son proprio contenta.. Vermeulen azzurro.. A si. Le Rizla.. Con? Hopkins giusto?! “..Marc?..Stè?..Ela?” I ninja? Nakano e De Puniet? Makoto ok. Kenny. Cardoso.. Stoner.. Ma che bella anche la yamaha lì.. Gialla.. M1.. Dunlop.. Checa e Ellison.. ?!?
Ma. Attimi.
Guido?!
Dove siete tutti?

Chi manca? A eccolo! Hofmann! Va che ingresso! Va che numeri che fa compiere anche al dottore.. E agli altri sei dietro.. Che spettacolo! Buon inizio!
Ma pensa te Meda e Reggiani che fanno lo scherzone. Ma bravi. Ma proprio bravi! I miei amici hanno aperto gli occhi solo per sputtanarmi un po’.. Dilettanti. Non ho neanche voglia di cercare di descrivere loro il piacere mentale e fisico che provo nell’ascoltare la musica del paddock.. E della pista.. Questa. È. Morbosità. Non ho tempo. Né voglia. Concentrazione. Per Dio! Che quegli atri due mi hanno lasciata qui sola. Inesperta. E che in fondo hanno fatto in modo che questo inizio sia. Ancor. Più. Eccitante. Possibili avversari. Criville e Roberts.. eheh.. Sete non lo contiamo. Direi. Oddio ma Gibernau dov’è?! Ho bisogno di pareri esperti. E scioperano loro ;)
Mi correggo. Probabili avversari. Capirossi.. Punto. Credo.
Ma io ci metto lì anche Pedrosa.

Sono. Una borsa.
Ho pacchetti dappertutto e sono una borsa. E sto anche per sbagliare treno.. Vale nono.. Sono stanca, io e mia sorella siamo circondate da maestre in ritorno da una, che ne so, fiera del libro.. Siamo Stanche. E non riusciamo a parlare. Sottovoce non ci capiamo, non vogliamo farci sentire. E allora tentiamo con l’alfabeto muto ma io non ricordo le lettere e mi sembra di avere Bologna sulla schiena. Messaggi. Cellulare. Invaso dal fottuto servizio essemmesse. Che. Non doveva a causa dello sciopero dei giornalisti essere sospeso fino a domenica 26 marzo?! M?!
Vengo abbordata da un quarantenne di Cagliari. Ma di Bolzano. Che la domenica mattina ha una gara di nuoto a Lecco. Lo sta urlando a tutti. Mi alzo. Lo guardo. E mi allontano lentamente. Con il dito puntato verso di lui.
Lì fermo èh!
Non.
Ti.
Muovere.

È sempre così. Quando mi sveglio al mattino e mi guardo intorno. Non riesco a capire. La sera non mi sembra di far tutto sto casino.. E invece.. Vestiti sparsi.. Coperte.. Oggettini strani.. A volte qualche persona svenuta, qua e là.. Chissà..
Sono le 8.30 am. No. Le 9.30 am. No le 8.30. O forse no. Le lancette di casa mia, hanno tutte posizioni diverse. Emma mi ha svegliata. E comunque sia, è oscenamente presto. E sento di avere l’impellente necessità di imbottirmi di magnesio. E bicarbonato di sodio. E di acido tartarico. E citrico.. E di una lavanda gastrica. Neanche Ela non sa che ore sono. Che ore sono? Chiamo mia madre. E mio padre. Faccio colazione bevendo l’Iridina blu e immergo il dosa gocce nel caffè. E mi lavo i denti con il Fargan.. Buongiorno Lì..

Sono emozionata, fin troppo. E mi preparo come se avessi tredici anni.. E dovessi uscire per la prima volta con un qualcuno.. Come se fossi realmente partecipe. A volte mi spaventa il non aver fatto alcun rito.. Ma. Non importa. Oggi ci si presenta. Oggi quello che importa è. Far vedere. QUANTO. Si. È. E si quanto si Vale..
Ore 10.45 am ora è certo.
Davanti alla tv.
In attesa.
Sul divano.
Rigida. Come la Paolina del Canova. Immobile. Però. Una rivisitazione del Canova, siamo onesti. Di qualche artista ubriaco d’ansia. E tè verde. E spezie. Olandese. Credo.

Centoventicinque..
Tutta d’un fiato con un Lukas un tantino scolorito ma ormai rassegnato ad un Bautista in fuga.. Determinato a vincere a casa sua, la sua prima gara.. Tra urla, ansie e seguaci pedrosiani. Tra un campione in carica in crisi e una Malaguti dagli occhi a mandorla che, mio dio.. Vola. [Attimi di nostalgia e di pentimento per averlo sfasciato anni fa or sono…or sono?! Il mio di Malaguti…]. La musica dei motori si fa più profonda. E roca. Per lasciare spazio ad una due.e.cinquanta da urlo! E ci voleva! Se penso che attimi due anni fa la si stava per dimenticare.. Salva! Bagarre! Da non crederci.. Finoallafine.. Fino all’accurata dittatura spagnola. La prevista battaglia col sanmarinese.. Accompagnato da un silenzioso e determinato. E preciso. Andrea.
Spagna/Italia 2-0.
Ci siamo.
Come se stessi ascoltando il Bolero, di Ravel. A metà strada.
Vengo per un attimo distratta da una singolare ragazza con un vestito blu ed un fiocco rosso in testa. Alquanto imbarazzante. Oserei. Dire. [H&M per caso?][Babbabia..]

Tutti sulla griglia di partenza.
Questo è il momento che aspetto..
Questa è l’inquadratura.
Quando tutti si tolgono di mezzo mentre loro rimangono lì. Assetate di asfalto e sudore. Quando i semafori sono tutti accesi e il resto del mondo si ferma.
E deglutisce.
Sono vuota. Dentro. E ora improvvisamente vorrei che quell’uomo lì davanti non si scostasse mai. Ti prego, no. Resta lì. Resta lì.

Via.

La mia partenza è Valentino. È lui che guardo. Prima. E la sua. Oggi. È decisamente perfetta.. Già sesto, quinto, quarto senza far rumore, senza disturbare. Deciso. Pulito.. Fino all’expo 92.

E
X
P
O
9
2

Omiodiomiodiomiodiomiodiomiodiomiodiomiodio.
Se solo Reggiani, poco prima.. Non avesse detto quel suo: “..è volata a nove metri da terra! Hanno dovuto spararle per tirarla giù!” Credo che l’avrei presa diversamente.. E non avrei sorriso. Insana. Presa da un attacco di rabbiafelicità improvvisa. Isteria. Pura. Evitando però, fortunatamente, di prendere a calci il mio piedistallo. Wow..
A proposito di ingressi trionfali e quanto si vale e spallate varie.. Jerez/Rossi 1-1. Ed un esagerato Loris.. E un sorprendente Pedrosa.. Ed un grande Elias.. Che dopo aver mancato di pochi centimetri la mano del maestro, probabilmente preso dal panico. È scappato via. Un solo giro, davvero.. E i croccantini di Hayden se li sarebbe mangiati lui.

Non ho voglia, né tempo. Né di aumentare il mio già eccessivo stato di salivazione davanti ad un Melandri sudato e arrabbiato.. M-Mmm.. Né di dilungarmi in commenti, più o meno, tecnici. Quelli li lasciamo in pasto ai maschietti. Che si sbranano in sondaggi ridicoli! Assieme alle ruspe e ai camion. Noi donnine accontentiamoci di strapparci i capelli all’H&M.

..hanno dovuto sparar..
Uuuhuh-uh-uh..
Per tirarla giù-uhuh.
Oddio.
Svengo.

Sono più stanca di Daniel.
Ho bisogno di zuccheri.

Lilli

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