MotoGP | Valentino Rossi: l’appello da ragione ai custodi, dovrà risarcirli
Il pesarese dovrà risarcire 34 mila euro, ma può ancora fare ricorso in Cassazione
MotoGP – Lo scorso anno gli ex custodi della casa di Valentino Rossi avevano citato in giudizio il pesarese chiedendo un risarcimento danni per ingiusto licenziamento e per diversi mesi di arretrati e stipendi.
A metà 2019 il tribunale di Pesaro aveva dato ragione al nove volte iridato costringendo i due coniugi a prendersi carico delle spese processuali, ma ad inizio 2020 la corte d’Appello di Ancona ha ribaltato la sentenza condannando il #46 a risarcire i 34 mila euro.
I fatti erano iniziati nel Natale 2016, quando la coppia di ex-custodi ha accusato il pesarese di mancati pagamenti degli straordinari e irregolare licenziamento dopo 10 anni di collaborazione.
La coppia moldava chiedeva un risarcimento pari a sei mesi di stipendio e di un pacchetto di ore di straordinario per un totale di circa 114 mila euro. In primo grado presso il Giudice del Lavoro di Pesaro, il ‘Dottore’ aveva dimostrato che: i due furono licenziati a causa della vendita della villa e tramite le fatture, che tutti i lavori straordinari che i due custodi raccontavano di aver fatto furono, in realtà, realizzati da società esterne.
In appello, però, è emerso che, come riportato da ‘Il Resto del Carlino’, a settembre 2016 la villa era già stata assegnata a Rossi, dunque il 9 volte iridato aveva l’obbligo di continuare a pagare lo stipendio ai due custodi per una cifra pari a 34 mila euro. Certamente non la cifra iniziale chiesta dai due. La palla adesso passa a Valentino Rossi che dovrà decidere se portare la questione fino alla Cassazione.
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