MotoGP – Presentazione Yamaha: il test team di Iwata

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Come ogni costruttore presente in MotoGP che si rispetti, anche la Yamaha ha un proprio “test team”, ovvero una squadra, diretta emanazione del reparto corse giapponese, che sviluppa le novità e gli aggiornamenti tecnici da approntare nel futuro a breve-medio termine. In questo contesto la casa dei Tre Diapason è stata tra i “pionieri”, tra le prime ad introdurre nella MotoGP la figura del test rider: sin dall’estate 2001, al fianco dei piloti titolari (all’epoca Biaggi e Checa), provava un certo John Kocinski, ex-campione Superbike, un passato importante tra le 500. Il folle americano è stato i primi a provare la YZR-M1, favorendone il lungo processo di sviluppo alla rincorsa dell’imbattibile, a suo tempo, Honda RC211V. Oggi Kocinski non c’è più, ma ci sono due giapponesi la cui vita è stata trascorsa con la casacca Yamaha. I loro nomi sono perlopiù sconosciuti, ma hanno un passato importante nelle corse del Sol Levante, tra Endurance e Superbike, occasionalmente anche in 500/MotoGP: Wataru Yoshikawa e Norihiko Fujiwara. Il primo disputò il Gran Premio di Motegi nel 2002 con una M1 “Laboratorio”, il secondo vanta 14 presenze in 500 dal 1987 al 1993, sempre ovviamente in sella ad una Yamaha.

I due piloti sono completamente dediti al loro ruolo di tester: in Giappone nei più disparati tracciati (tutti fuorchè quelli di proprietà Honda…) provano di tutto, dalle MotoGP alle nuove Superbike, Supersport, future iper-sportive stradali e via discorrendo. Yoshikawa e Fujiwara sono onnipresenti anche nei test invernali della top class, e li rivedremo in pista tra pochi giorni a Sepang. Per loro quest’anno ci sarà una novità particolarmente significativa: le loro M1 non calzeranno più Michelin, bensì Bridgestone. Lo ha confermato Davide Brivio lo scorso novembre a Jerez, lo ha ammesso il responsabile Bridgestone Motorsport Hiroshi Yamada. Sarà soltanto una fornitura “standard”, non un processo accelerato nella creazione di un “Tyre Test Team” sulla falsariga di quanto visto nell’ultimo triennio in Ducati con Shinichi Itoh e, aggregatosi recentemente, Niccolò Canepa. Non c’è un accordo in tal senso, non c’è, a quanto pare, la volontà da parte del colosso giapponese, sebbene in Yamaha una soluzione di questo genere non particolarmente sgradita. Anzi, basti pensare a cosa accaduto negli ultimi anni con Jurgen Van Den Goorbergh prima e Andrew Pitt poi, impegnati in prove di sviluppo Michelin con una M1.

La squadra-prove Yamaha sarà dunque calzata Bridgestone, indirizzando lo sviluppo della YZR-M1 in una certa direzione, nonostante 3/4 dei piloti Yamaha in MotoGP siano gommati Michelin. E’ stata una scelta presa dai vertici giapponesi, logica e allo stesso tempo discutibile, perchè una gomma oggi, nello sviluppo di una motocicletta, è quantomai determinante.

Alessio Piana

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