MotoGP: La Ducati chiude in anticipo i test di Jerez

Il maltempo "rovina" i piani di Dovizioso e Crutchlow

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Il Team Ducati MotoGP ha chiuso in anticipo i due giorni di test di Jerez de la Frontera. Il maltempo ha infatti influito negativamente e gli uomini in Rosso hanno quindi deciso di concludere il lavoro prima del previsto.

La pioggia caduta nella notte non ha permesso alla pista di asciugarsi completamente e gli ufficiali Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow e il tester Michele Pirro non hanno potuto sfruttare al meglio il tempo a disposizione.

Nei due giorni si è comunque lavorato sull’elettronica Full-Factory, di cui la Ducati dispone dopo che è stata di fatto inserita in quella che è stata chiamata per comodità “Factory 2”. In poche parole può beneficiare dei vantaggi della Open pur essendo una casa ufficiale.

Ieri sia Crutchlow che Dovizioso erano anche stati protagonisti di un filmato promozionale. Adesso ci si concentra su Austin, prossimo Gran Premio del motomondiale 2014, in programma il prossimo 13 aprile.

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3 commenti
  • ligera ha detto:

    Il lavoro sull’elettronica (poco per quanto spiegato nell’articolo), si è risolto nella conferma agli ingegneri del corretto funzionamento dell’elettronica “full-factory”, utilizzata sulle Desmosedici ufficiali, perchè, a quanto dicono in Ducati, nella gara di apertura del mondiale, in Qatar, a causa del velocissimo cambio regolamentare, l’ennesimo quest’anno (in questa variazione, si permette alla Ducati di usare l’elettronica “Factory” e non l’elettronica Open, approvata dalla Dorna durante i test invernali), le Ducati avrebbero gareggiato con cruscotto e comandi della “Open” (non so quanto questo possa avere influito sulla prestazione finale), inoltre, Cal ha visto la sua gara, effettivamente compromessa da un problema alla centralina che non riusciva più a leggere la posizione della moto sul tracciato e per questo, la moto lavorava con “mappe” sbagliate.

    Il nuovo cambio regolamentare, riporta la Ducati Desmosedici, ad essere una MotoGP completa anche di elettronica, coi vantaggi concessi alle Open, liberi test, 12 motori e gomme morbide (queste ultime, utilizzabili solo nelle prove, obbligando, di fatto, la Ducati ad un’unica scelta), con le limitazioni, in caso di vittorie o podi.

    Voglio fare una mia personale “battaglia” su taluni aspetti.

    Non sono assolutamente daccordo che la Ducati abbia avuto la possibilità di tornare a riutilizzare l’elettronica Factory.
    Da regolamento aveva fatto i passi giusti e non può (a mio avviso) essere penalizzata o avvantaggiata ogni volta che viene il “marchese” alla moglie di un Giapponese.
    Non sono daccordo che, come pare, anche la moto di Hernandez sia considerata alla stregua delle altre Desmosedici e, di riflesso, la Yamaha di Aleix Espargaro e di Edwards, siano classificate come moto Open.

    Ogni volta che mettono mano al regolamento, “partoriscono” un’emerita sciocchezza.

    Ultimo appunto:
    MotoGP e SBK, stesso “padrone” e stesso caos regolamentare.
    MotoGP + Open — SBK + Evo.

    1. Ronnie ha detto:

      eh ligera, ma mi sa più di furbata Honda e Yamaha che di Ducati quello di lasciargli usare l’elettronica ufficiale.
      Secondo me è una scelta pagante sul corto termine ma negativa sul lungo.
      Se Ducati usasse già il software open aggiornandolo e mettendogli tutto ciò che gli serve per i prossimi anni si porterebbe avanti secondo me. Honda e Yamaha stanno tutt’ora sfiluppando il loro software per stare nei 20 litri e tutto il resto mentre ducati potrebbe spingere e sfruttare il software Open e tra qualche anno si troverebbe avanti almeno un pochino. Non so nemmeno se effettivamente nel 2016 il software sarà unico o scenderanno ancora a compromessi, ma secondo me come prestazioni potrebbero farcela anche con quello delle Open bha vedremo. Tanto secondo me ad armi pari Ducati non ce la potrà mai fare con questo regolamento, la Open è la cosa che più li può avvicinare, ma con 20 litri la loro centralina la loro moto, e questi piloti si possono scordare già solo il podio senza condizioni particolari! Proabilmente nemmeno se sviluppassero che so la moto solo per il Mugello con decine di giornate di test durante la stagione, riuscirebbeo a portare a casa un podio! Vedremo ma ce nè di lavoro da fare secondo me.

  • ligera ha detto:

    X Ronnie

    Vorrei chiarire che non è mia intenzione valutare quanto siano stati più o meno furbi e quanto sia premiante l’uso dell’elettronica “ufficiale”, la mia intenzione è unicamente quella di invitare alla riflessione sui cambiamenti fatti al regolamento 2014, solo per “accontentare i potenti”.

    Benchè tifoso Ducati, non approvo la decisione di lasciare alla Ducati factory, l’elettronica delle factory, per la semplice ragione che, se c’è un regolamento, questo va rispettato, senza dovere fare accomodamenti.

    L’elettronica ufficiale è certamente più idonea alla Ducati e, anche a lungo termine, l’utilizzo non comprometterà lo sviluppo di un’elettronica meno sofisticata (adatta alle Open), per la semplice ragione che, qualunque software verrà adottato, sarà disponibile per tutti e lo sviluppo non sarà compromesso per via dell’ampia libertà dei test.

    Facile dire ora che “ad armi pari” la Ducati non arriverebbe mai a podio.
    Queste famose “armi pari”, dov’erano quando la Ducati fu costretta a diminuire la pressione del carburante (tanto per dirne una)?

    Questa limitazione (del 2009 se ricordo bene. O 2008?) ha limitato molto le prestazioni della rossa, anche perchè, la distribuzione Desmodromica, discretamente ingombrante, non ha consentito l’uso delle soluzioni adottate dalla concorrenza (utilizzo di 2/3 iniettori)

    Cosa vuole dire “ad armi pari”?
    Vuole dire avere tutti la stessa moto?
    Vuole dire, massima libertà di progettazione, fermo restando alcuni punti fermi come la cilindrata e la “conformazione” (tonda o ovale) dei pistoni?
    Nel nostro caso, secondo me, “ad armi pari” vuole dire, libertà di progetto, rispettando tutti i limiti scelti dalla Honda.

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