MotoGP: La Bridgestone spiega la “debacle” di Phillip Island

Il nuovo asfalto e la mancanza di "dossi" sembrano aver provocato i problemi per il fornitore unico di pneumatici

MotoGP: La Bridgestone spiega la “debacle” di Phillip IslandMotoGP: La Bridgestone spiega la “debacle” di Phillip Island

La Bridgestone ha vissuto la scorsa settimana uno dei peggiori week-end da quando è fornitore unico di pneumatici per la MotoGP. A Phillip Island il degrado delle gomme posteriori ha fatto si che la direzione gara prendesse una decisione storica, “costringere” i piloti ad una gara Flag to Flag, in quanto le coperture giapponesi non duravano più di 10 giri. Vediamo come ha risposto la Bridgestone alle domande post GP nella persona di Shinji Aoki, Responsabile Bridgestone Motorsport Tyre Development Department

Domenica scorsa la MotoGP ha visto la sua prima gara flag-to-flag in condizioni di asciutto. Ci può spiegare cosa è successo a Phillip Island?

“Sapevamo che a Phillip Island il nuovo asfalto avrebbe potuto creare dei problemi e allora abbiamo portato un pneumatico posteriore resistente alle alte temperature, ma neanche questo è stato in grado di resistere. Gli elevati livelli di trazione offerti dalla pista hanno provocato problemi su alcuni pneumatici, una situazione che non ci aspettavamo. Quando è stato chiaro che non avremmo potuto coprire la distanza di gara con un solo pneumatico posteriore abbiamo parlato con Dorna, FIM e IRTA, che hanno lavorato insieme per trovare una soluzione per la gara. Sono soddisfatto per il risultato di domenica, i tifosi di Phillip Island, così come i fan di tutto il mondo hanno vissuto una gara sicura ed emozionante. Le squadre e piloti hanno mostrato grande flessibilità e professionalità nell’adattare il loro programma per una gara flag-to-flag e per questo dovrebbero essere elogiate.”

L’annuncio iniziale della gara flag-to-flag era stato di di 26 giri, poi domenica sono stati ridotti a 19. Perché?

“La decisione della direzione gara di fare una gara di 26 giri è venuta dopo un colloquio avuto con noi. Abbiamo visto sabato che il pneumatico slick posteriore poteva fare 14 giri. Poi pensando alla sicurezza dei piloti, abbiamo chiesto di fare dei long run nel warm up per vedere se le condizioni fossero cambiate. Analizzandole domenica abbiamo capito che dieci giri erano una distanza più sicura, da qui la decisione di accorciare la gara a 19 giri.”

Cosa ha provocato a Phillip Island problemi con le gomme?

“Sapevamo che il circuito era stato riasfaltato e di conseguenza la pista sarebbe stata più severa e pur avendo portato speciali pneumatici slick posteriori extra-duri, il miglioramento della condizione della superficie della pista ci ha causato problemi. Anche se dobbiamo indagare e guardare i dati delle telemetrie dei team per raggiungere una conclusione su tutti i fattori rilevanti, il problema generale è stata l’alta temperatura raggiunta dal pneumatico mai verificatasi prima su questo circuito. I nostri risultati iniziali suggeriscono che non sia stata la sola riasfaltatura a causare questi problemi. La mancanza di dossi ha significato un lavoro maggiore per le gomme, più costante e che ha provocato un anomalo innalzamento delle temperature. Abbiamo visto che il miglior tempo sul giro è migliorato di più di due secondi rispetto allo scorso anno, il che dimostra quanta trazione extra ci sia stata. Ci aspettavamo un aumento di temperatura delle gomme in questo weekend ed eravamo preparati per questo, ma le temperature estreme che si sono verificate sono andate ben oltre le nostre aspettative.”

Una gomma extra-hard è stata testata dai piloti nelle FP4 come mai non è stata utilizzata per la gara?

“I pneumatici slick posteriori extra-hard utilizzati nelle FP4 hanno sofferto gli stessi problemi di calore e offerto anche minor grip di quelli duri, così non sono stati presi in considerazione per la gara. In generale, mescole più dure offrono una migliore resistenza al calore, ma questo non è stato il caso. Questo sembra essere un’altra particolarità della nuova superficie della pista di Phillip Island ed è qualcosa che i nostri ingegneri stanno attualmente studiando.”

Come farà Bridgestone a garantire che i problemi di Phillip Island non si ripetano?

“E’ evidente che dovremo effettuare dei test prima di tornare qui il prossimo anno. Attualmente Phillip Island non ospita alcun test, né privato, né di gruppo; stiamo attualmente negoziando un modo per poter provare qui con alcuni piloti della MotoGP prima del prossimo Gran Premio d’Australia nel mese di ottobre. In questo modo, saremo in grado di utilizzare i dati ottenuti per sviluppare pneumatici che meglio si adattino al nuovo asfalto.”

Siamo sicuri che basterà un test per fare in modo che non si ripetano i problemi di quest’anno?

“Sì, tutti in Bridgestone sono fiduciosi da questo punto di vista. Sarà una grande sfida per noi. Le nuove gomme slick potranno durare tutti e 27 i giri e Phillip Island sarà una priorità per i tecnici del Centro Tecnico Bridgestone in Giappone.”

Mescole di pneumatici disponibili:

Anteriore: Extra-Soft & soft.

Posteriore: morbida, media e dura (asimmetrica)

Mescole wet disponibili: soft (Principale) e Hard (alternativa)

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2 commenti
  • Bubu ha detto:

    Hanno avuto quasi un anno di tempo per provare l’asfalto nuovo……Quando sei l’unico fornitore fai un poco il cazzo che vuoi…….

    1. Ronnie ha detto:

      La colpa non è solo di Bridgestone ma dei regolamenti in generale.

      C’è solo una casa che ha le risorse per fare test extra, Honda, e gli altri si lamenterebbero.
      Al massimo potevano fare fare il test a Suzuki, ma quando? 3 o 4 settimane prima del GP al massimo, solo che il meteo non lo permetteva proababilmente, le stagioni in Australia sono invertite, li ora è iniziata la primavera e di certo non potevano fare un test in pieno inverno.
      Quindi avrebbero dovuto farlo tipo a marzo o aprile, e l’unica che poteva farlo allora era Honda, perchè credo che Suzuki non aveva la moto pronta all’epoca e comunque non sarebbe stato sufficientemente indicativo, avrebbero potuto affibiare la colpa alla Moto e non alla pista.

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