MotoGP | Il tribunale da ragione a Valentino Rossi, i due custodi non sono stati sfruttati
Il caso era scoppiato a Natale 2016, i due accusavano il pesarese di mancati pagamenti degli straordinari e irregolare licenziamento
Il giudice del lavoro di Pesaro ha dato ragione a Valentino Rossi, i custodi della villa di Tavullia non sono stati sfruttati e tutti i pagamenti sono stati effettuati nel rispetto delle leggi.
Si conclude così la vicenda che ha visto protagonisti dal Natale 2016, Valentino Rossi e la coppia di ex-custodi che accusavano il pesarese di mancati pagamenti degli straordinari e irregolare licenziamento dopo 10 anni di collaborazione.
La coppia moldava chiedeva un risarcimento pari a sei mesi di stipendio e di un pacchetto di ore di straordinario per un totale di circa 114 mila euro. Come riportato dal Resto del Carlino, che riporta quanto espresso del Giudice del Lavoro di Pesaro,invece, il ‘Dottore’ non ha approfittato dei due collaborato, da quanto emerso dalle carte i due sono stati licenziati a causa della vendita della villa del #46, mentre la difesa ha dimostrato tramite le fatture, che tutti i lavori straordinari che i due custodi raccontavano di aver fatto, sono stati in realtà realizzati da società esterne. Alla luce di quanto emerso i due sono stati condannati al pagamento delle spese legali, 11 mila euro.
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