MotoGP – Il punto di metà stagione

MotoGP – Il punto di metà stagioneMotoGP – Il punto di metà stagione

Sta per prendere atto la prima delle otto gare che caratterizzeranno la seconda parte della stagione del motomondiale 2004.

Esattamente a metà campionato, nessuno potrà dire che avrebbe mai immaginato una situazione simile, almeno così presto.

Valentino Rossi ha iniziato l’anno dichiarando nei test che il loro campionato, di Vale e della Yamaha, sarebbe stato in salita. Non ci sarebbero stati regali da parte di nessuno e così è stato. Vale ora si trova in testa al campionato con solo un punto di vantaggio sul secondo ma non senza difficoltà. Paragonato allo scorso anno, questo campionato è costato in metà tempo le stesse fatiche dell’intero calendario 2004. Rossi si è ritrovato una sfida tra le mani, molto grossa. La Yamaha che ha deciso di guidare è una moto, si, migliore di come molti altri piloti la hanno descritta, però i difetti che ancora ha sono rilevanti e per adesso, solo Vale riesce a guidarci sopra, anche se non sempre. Le sue previsioni erano per un inizio difficile, in salita, in cambio di una seconda parte di stagione più semplice, durante la quale si potessero mettere a frutto tutti i sacrifici e le ricerche fatte nella prima.

Adesso il pesarese è dell’idea che gli avversari siano cresciuti tutti, più o meno. La Yamaha manca ancora di cavalli sufficienti a tenerlo avanti in rettilineo e a tirarlo rapidamente fuori dalle curve.

Per il momento la sua situazione, anche se è ben oltre le aspettative, poggia in equilibrio precario. Se la Yamaha non provvederà a sopperire alle carenze di potenza e di telaio che attualmente Rossi lamenta, vincere sarà sempre più difficile e anche se non era l’obiettivo di quest’anno, perdere sarebbe brutto.

Max Biaggi è secondo in classifica alle spalle di Rossi per un solo punto. L’inizio di stagione del romano è stato inizialmente esaltante anche se privo di vittorie fino al gran premio di Germania. Fino ad allora comunque, Max ha sempre guidato al meglio la sua Honda arrivando spesso sul podio come secondo o terzo. Purtroppo non sono mancati momenti negativi per il romano. Iniziata la stagione con la perdita di Antonio Cobas, si è andati avanti alternando dei podi che non riuscivano a diventare vittorie a delle posizioni che lasciavano l’amaro in bocca come l’ottavo posto di Barcellona. E poi le dichiarazioni e gli scambi avvelenati tra lui e la squadra o tra lui e la Honda colpevole secondo Max di aver scelto male i piloti su cui puntare e di pretendere troppo da una moto dotata di aggiornamenti tecnici mai provati nei test invernali. Il chattering tra questi è stato la bestia nera di Max impedendogli di avere la giusta fiducia nelle moto per poter forzare nei momenti cruciali. La vittoria in Germania e il primo posto perso per un soffio a Rio alle spalle di Tamada hanno rinverdito il suo umore e la sua posizione in classifica data per spacciata quando a dividere lui dai primi c’erano trentatre punti. Forse la Honda in questa fase di campionato sembra intenzionata con ogni mezzo a non far più primeggiare il suo ex, Rossi. Forse con ogni mezzo si potrebbe intendere anche l’aiuto quasi da ufficiale, per tentare di arginare il binomio Rossi-Yamaha. Per adesso lo sponsor principale del team HRC ha stretto un accordo anche con il team Pons. Aspettiamo e vedremo.

Gibernauè l’unico che si dovrebbe mangiare davvero le mani. La prima gara ha fatto solo la comparsa alle spalle dei due italiani. Finì terzo con rassegnazione. Sembrava che il campionato fosse qualcosa a cui né lui, né la sua Honda, potessero aspirare. Le tre gare dopo è un gemello di sete ad entrare in pista. Corre sotto la pioggia o sotto il sole e vince di prepotenza. Tutto questo ridimensionando molto il primo impatto di Rossi. Le tre gare successive lo hanno visto però subire nuovamente dal solito Vale su più circuiti a lui favorevoli, compreso il tanto atteso circuito di casa in Spagna a Barcellona. A quel punto la pressione nella sua testa deve essere salita vertiginosamente ed in occasione del gran premio di Rio, dopo pochissimi giri, perde l’avantreno e vola via nel prato. Rossi davanti in pista e a pari punti nel mondiale. Chissà quale stella abbia deciso di far cadere anche Rossi che così facendo lascia le cose come stavano a parte un Biaggi in versione formica che lavora e mette in tasca altri punti, risalendo il campionato. Nella gara seguente Sete cade ancora. Il suo manager quasi lo sgrida questa volta «Sete è entrato molto forte e gli si è chiuso lo sterzo». Facendo così ha consentito a Rossi di allontanarsi in vetta alla classifica e a Biaggi di riprenderlo e di superarlo andando a ridosso di Rossi. In pratica finisce la prima parte della stagione con una posizione in classifica identica alla classifica dopo una sola gara: terzo. Lui dice di non aver mollato e noi staremo a vedere.

Barros attualmente è quarto grazie a punti preziosi racimolati qua e la. In realtà il brasiliano quest’anno è l’ombra del pilota che tutti si aspettavano. Ad inizio stagione va piano e tutti imputano il fatto alla spalla dolorante ed operata. Passa il tempo e Alex non migliora anzi, comincia a cadere e a dare la colpa a problemi tecnici legati alla moto. Forse la comunicazione della dirigenza di Honda di voler smettere con questa serie di figure (la Honda, anche se solo nell’intervallo tra una gara e quella della settimana successiva ha perso la leadership della classifica costruttori), ha spinto Alex a fare un po’ meglio, ma fino ad ora poche scintille.

Il compagno di squadra di Gibernau, Colin Edwards, dopo aver dichiarato prima dell’inizio del campionato di essere lui il favorito per la vittoria di questo mondiale, ha deciso forse di attendere il prossimo anno, limitando le sue performance nel 2004. E’ quinto in classifica ma lo si vede sempre nelle retrovie. Raramente è tra i primi anche se solo per poco. Il tornado è qualcosa di devastante. Per adesso lui è appena una brezza primaverile.

Hayden, il giovane Hyden, imposto dalla Honda America al fianco di Barros per motivi commerciali., non ha impressionato più dello scorso anno, anzi, sembra che guidi nella stessa identica maniera ottenendo dei risultati lievemente migliori. Anche per lui il resto del campionato sarà necessario per dimostrare di essere all’altezza della sella che cavalca.

Carlos Checa forse credeva di iniziare meglio la sua convivenza con il campione de mondo. Effettivamente l’arrivo di Rossi ha dato anche a lui il modo di migliorare. Rossi è riuscito ad ottenere le modifiche tanto richieste da lui e da Melandri. Purtroppo però il suo rendimento è estremamente incostante. Quando combatte lo fa quasi sempre per non cedere una posizione e mai per guadagnarla.

Marco Melandri genio e sregolatezza o forse solo sregolatezza. Ci fa soffrire con lui per un braccio che si indurisce nei momento peggiori. La testa gli impedisce di guidare bene anche quando il dolore non c’è ma c’è solo il timore che prima o poi si manifesti. Si opera all’indomani di una gara molto bella e soddisfacente e con i punti sul braccio fa un’altra gara che lo porta al terzo posto. Per lui la seconda parte di stagione sarà importante anche ai fini commerciali.
Molte case, oltre alla Yamaha che lo ha sotto contratto, sono interessate a lui. Ovvio che se vorrà scegliere una moto competitiva, dovrà dimostrare di essere quasi al livello di un Rossi, ad oggi l’unico in grado di guidare sopra i problemi della M1 meglio di altri.

Loris Capirossi credo stia pregando la fine del campionato come faceva quando guidò l’ultima NRS a due tempi del team pons. Forse il suo carattere gli dona la pazienza sufficiente per resistere ad una moto che ha voglia di correre fortissimo ma quando arrivano le curve….

Tamada conferma la sua crescita, quella del team Pramac e soprattutto quella della Bridgestone. In classifica generale è solo decimo ma va considerato il numero di stop che ha imposto la prima serie di gomme fallate. Un bravo pilota anche se non un fenomeno, può fare delle belle cose quando è in giornata. Il suo umore, da perfetto orientale, lo supporta sempre e non si abbatte davanti a nulla. In più è anche simpatico (dice solo «Hai», ma lo dice in maniera simpatica). Forse non ci sarebbe da stupirsi troppo se prima o poi la giapponese Honda lo volesse in sella ad una sua moto.

Abe e Xaus sono a pari punti in classifica generale anche se lo spagnolo meriterebbe qualcosa in più, almeno per l’impegno. Abe sembra svogliato. Lontano anni luce dal pilota che ispirò il soprannome di Rossi. Xaus invece sembra a suo agio quando si tratta di combattere in condizioni impossibili. Molte squadre se ne sono accorte tanto che il più grande sponsor spagnolo, la Repsol, lo vorrebbe per se.

Per Nakano un tredicesimo posto che sta veramente stretto. E’ il pilota che si è guadagnato il titolo di «miracolato» di inizio stagione. Finisce in aria a 300 all’ora sul circuito del Mugello, quasi ci lascia le penne e dopo una settimana è li nella fossa dei leoni a combattere come se nulla fosse, conscio di dover far affidamento come non mai su quelle stesse gomme che quasi lo ammazzano. Un duro. Anche tecnicamente sembra un buon collaudatore. In mano sua la Kawasaki è cresciuta recuperando il tempo perso lo scorso anno. Adesso la moto soffre di problemi che tutto sommato affliggono un po’ tutte le altre moto, comprese alcune ufficiali di lusso. Forza Shynia.

Roberts Jr. Non naviga in posizioni altissime però rispetto allo scorso anno sta correndo con grinta. Ha ritrovato la fiducia in se stesso e nel progetto GSV-R. Anche per lui le fasi invernali sono state dure con una brutta caduta innescata dal cedimento della sua gomma posteriore. Appena è possibile si fa vedere davanti. Anche lui come Checa se combatte lo fa per non farsi passare anche se l’americano figlio d’arte trasmette un pizzico di emozione in più. La sua moto non è certo la migliore del lotto ma lui ci sta credendo e forse prima della fine del campionato potremmo vederlo ancora protagonista.

Hofmaan, compagno di squadra di Nakano, sta svolgendo un lavoro appena sufficiente. E’ stato anche sfortunato con numerose rotture del motore che lo hanno levato prematuramente dalla scena, però non ha mai entusiasmato realmente.

Troy Bayliss si trova dietro in classifica, una posizione sopra a Hodgson che guida la Desmosedici dello scorso anno. Prima parte della stagione alquanto incolore, povera di risultati positivi. Anche lui non sembra adattarsi alla gomma da 16′,5. Purtroppo non sembra possedere la stessa tenacia del compagno di squadra Loris e quindi non riesce a superare i problemi che affliggono la sua moto. Speriamo che il suo morale risalga rapidamente. Se arriveranno degli aggiornamenti per le Desmosedici GP4, speriamo che lui sarà lì pronto è agguerrito per poterle sfruttare e disputare un fine stagione consono alle capacità di chi è stato un campione del mondo.

Hodgson fa parte di quelli che dissero, «il favorito del mondiale? Io». Bene. Aspettiamo che ci comunichi di quale mondiale parlasse.

John Hopkins recupera sull’infortunio occorsogli prima dell’inizio del mondiale in occasione di un allenamento… Forse non ha ancora recuperato del tutto ma sembra che l’unica qualità che lo lega ancora alla Suzuki sia il costo del suo ingaggio.

Byrne e McWilliams guidano un’Aprilia che non fa capire quale sia il valore dei piloti e quale sia quello della moto. Indubbiamente la moto ha molti più problemi dei piloti e la resa di quest’anno di Edwards, più o meno, lo dimostra. Non hanno avuto un crescendo dovuto ad un periodo di apprendistato. Anche loro battagliano sempre nelle ultime posizioni. Si devono accontentare di qualche punticino ogni tanto (ma veramente tanto). Speriamo che l’Aprilia esca al più presto dalla crisi che ne sta bloccando le ali. A dir la verità in MotoGP il progetto non ha mai entusiasmato né dato risultati confortanti. Forse non sono ancora pronti o forse il progetto necessitava di maggiori investimenti.

Michel Fabrizio, la sorpresa romana necessita di un occhio di riguardo. E vabbé che è italiano, però il manico c’è. A parte che ha vinto un campionato del mondo è che è approdato alla MotoGP quasi per sbaglio, Michel ha carisma e voglia di combattere. Non sa una parola di inglese e per spiegarsi usa un disegno della moto sul quale punta il dito per indicare il punto problematico. Se non è determinazione questa! Speriamo che l’anno prossimo gli porti in dote una bella moto ufficiale o almeno ufficiosa. Non tanto per i risultati nudi e crudi ma almeno per non vederlo rischiare di arrostire per un airbox che si smonta.

Aoki, Pitt e Kurtis Roberts partecipano ad un campionato parallelo. Quello dei piuccheprototipi. Moto tenute inseme con gli spilli derivate da «Ciao» modificati o da «Vespini Special». Il figlio di Roberts tenta anche di trovare impieghi alternativi per la sua (meglio, del padre), Proton trasformandola in barbecue da bordo pista. A volte ci si dimentica anche di loro in classifica. Forse è per questo che ogni tanto fanno esplodere la moto.

Davide Giordano

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