MotoGP: Honda HRC apre le “porte” della sua Hospitality

Abbiamo intervistato il responsabile dell'Hospitality Honda MotoGP, che ha svelato molte curiosità

MotoGP: Honda HRC apre le “porte” della sua HospitalityMotoGP: Honda HRC apre le “porte” della sua Hospitality

Siamo con Guido, responsabile dell’hospitality Honda HRC, Team che schiera il campione in carica Marc Marquez e Dani Pedrosa. Spiegaci come si organizza un weekend di gara.

“Innanzitutto dipende dalla location. Ci sono due tipologie, europe ed extra-europe. In Europa abbiamo delle strutture mobili su camion e quindi abbiamo una struttura molto più vasta e riusciamo ad organizzare un qualcosa di più complesso, curato nei dettagli. Nelle extra-europee visto che non si possono portare i camion abbiamo dei grossi container, possiamo dire che diventa più una cucina da campo, stile militare, meno curata.”

Parliamo delle europee, quando inizia il vostro lavoro?

“Qui a Barcellona, che tra l’altro è la gara di casa, visto che abbiamo due piloti catalani, la trasferta è abbastanza impegnativa. A livello logistico arriviamo il lunedì precedente la gara con i camion. Si inizia con la pulizia esterna delle strutture. Poi il martedì mattina alle 9 si entra nel circuito e l’IRTA ci indica la posizione. A quel punto si inizia il montaggio che ci prende tutto il martedì e metà del mercoledì. Personalmente il mercoledì pomeriggio lo dedico all’acquisizione di materiali freschi del luogo, pesce, carne ed altri alimenti.”

Quindi ad ogni gara acquistate gli alimenti sul posto?

“E’ la cosa migliore per avere sempre cose fresche. Qualcuno porta il congelato, ma noi non lo facciamo. Cerco di caratterizzare sempre la cucina in base al luogo. Ad esempio questa è una zona dove si trova del tonno fresco buonissimo e stasera faccio la tuna night (tonno alla brace). Magari in determinati posti evitiamo la cucina locale, tipo Inghilterra e Germania.”

Quante persone lavorano qui e quando iniziate il primo servizio?

“Siamo in otto e il primo servizio inizia il giovedì, mentre il mercoledì facciamo solo panini e sandwich per i box, per la squadra. Giovedì, venerdì e sabato pranzo e cena. La domenica pranzo ed eventuale cena e se come qui ci sono anche i test facciamo anche il pranzo del lunedì.”

Poi si smonta la struttura e dove andate?

“Solitamente si portano i camion dove è in programma la gara successiva. Ad esempio da qui si va ad Assen, dove arriveremo il mercoledì. Il giorno successivo, giovedì e venerdì si sta a casa, poi la domenica si riparte per Assen.”

Quanti anni sono che fai questo lavoro?

“Sono venti anni e come vedi sono ancora vivo! Ho iniziato nel 1994. Ho una grande passione per questo lavoro che mi da una grande spinta.”

I piloti hanno delle esigenze particolari?

“Tutti hanno avuto le loro esigenza. Per fare il pilota devi avere una buona componente di pazzia, quindi sono estroversi.”

Fai un elenco di quelli che ricordi in modo particolare.

“Michael Doohan (cinque volte campione del mondo della 500cc) ad esempio mangiava solo la mollica del pane. Scavava la baguette e non voleva mangiare la crosta.
Valentino Rossi impazziva per la nutella. C’è qualche pilota a cui piace il vino rosso, ma lo può bere solo alla domenica sera. Gibernau era goloso di caramelle.”

Marquez e Pedrosa hanno richieste particolari?

“Da questo punto di vista sono abbastanza simili. Seguono una dieta molto particolare. A Marquez in qualche gara, quando si può lasciare andare, gli piace molto il Cheeseburger, quelli con il bacon, belli pesanti. Ma li mangia alla domenica sera.”

Mai prima della gara quindi?

“No, devo dire che sono molto attenti da questo punto di vista.”

Le cose sono cambiate con gli anni?

“Si, ho avuto anche dei piloti rock che andavano a letto alle 3 del mattino e il giorno dopo vincevano la gara! Questi sono invece dei bravi ragazzi e gli faccio i complimenti, perchè non è facile avere fama e soldi a 20 anni ed essere così attenti.”

Quanti coperti servite in un weekend di gara?

“Circa 250, più quelli della squadra, che sono circa 60, quindi un totale di oltre 300 unità.”

La cucina è qui, nell’hospitality?

“Si, è qui dietro e inizia a lavorare alle 7.30 di mattina per finire alla sera. Hanno mezz’ora di riposo a turno .”

Altre particolarità dei piloti?

“Entrambi i piloti (sia Marquez che Pedrosa) sono molto family man. Qui ad esempio arriva la nonna di Marquez e sono già due giorni che me lo ricorda e questa è uan cosa molto bella.”

Lavorare in una squadra vincente rende le cose più facili?

“Sicuramente, influisce molto. Avere una squadra vincente aiuta. Mi è capitato un anno ad esempio con Barros ed Hayden dove il miglior risultato è stato un podio in tutto l’anno. Poi altri periodi in cui addirittura facevamo primo secondo e terzo, quando c’erano Okada, Criville e Doohan. Questo si sente, perchè se ti abitui a vincere, poi è difficile lavorare in anni di “magra”, quando dal box arrivano musi lunghi di piloti, meccanici ed ingegneri.”

Come dicevi prima solitamente cucinate specialità del posto, ma il discorso italiano, come la pasta, va sempre?

“Sicuramente, è trainante. La fortuna è quella di essere italiani. La nostra cucina piace a molti. Ad esempio tra i meccanici abbiamo neozelandesi, australiani, canadesi, americani e giapponesi. La nostra cucina li mette d’accordo, ha un’alta media di gradimento. Da questo punto vista la nostra forza è il buffet, facciamo quasi 40 portate. Una cosa che ad esempio piace a tutti è il tiramisù.”

Avete mai dovuto cucinare qualcosa di particolare per i piloti che magari erano intolleranti a qualcosa?

“Sicuramente. Ad esempio Casey (Stoner, ndr) era intollerante al lattosio, quindi dovevamo stare molto attenti. Per fortuna non è mai successo niente e con lui abbiamo vinto anche un mondiale. Ma dovevamo pensare anche a cosa aveva nel motorhome, non solo alle cose presenti in hospitality.”

Bene Guido, grazie per averci “aperto” le porte dell’hospitality e buon lavoro.

“Grazie a voi!”

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