MotoGP – Dovizioso: “Non vedo l’ora di sfidare Lorenzo a parità di moto. Per il 2017 possiamo sognare in grande”

MotoGP – Dovizioso: “Non vedo l’ora di sfidare Lorenzo a parità di moto. Per il 2017 possiamo sognare in grande”MotoGP – Dovizioso: “Non vedo l’ora di sfidare Lorenzo a parità di moto. Per il 2017 possiamo sognare in grande”

Andrea Dovizioso si appresta a disputare il decimo anno consecutivo in MotoGP, il quinto con i colori della Ducati. L’avventura con la casa di Borgo Panigale è iniziata come una vera e propria sfida, probabilmente la più difficile della carriera del pilota nativo di Forlimpopoli, che specialmente nella stagione 2013 ha dovuto stringere i denti e trovare dentro di sé la determinazione necessaria per portare avanti questo progetto che pian piano sta trovando compimento. Significativo da questo punto di vista è stato il finale della stagione passata, quando Dovi ha dimostrato di poter giocarsi il podio regolarmente anche su piste poco adatte, almeno sulla carta, alla Ducati.

“Più che la vittoria in Malesia, è stata molto significativa la costanza con cui ci siamo giocati le prime posizioni durante il trittico asiatico: nel finale di stagione abbiamo mostrato di avere un’ottima base per il 2017. Siamo ben consapevoli dei limiti che ancora abbiamo, la moto non è sicuramente a posto al cento per cento ma ci manca davvero poco. Sono convinto che se lavoreremo sodo durante i test pre campionato, potremo avere uno dei pacchetti più validi in griglia. L’importante è rimanere calmi, concentrati e trovare la giusta via di sviluppo. Solo così potremo sognare in grande”.

Molti addetti ai lavori affermano che grazie alla vittoria in Malesia tu ti sia sbloccato. Ti senti effettivamente diverso dopo quel successo?

“Vincere in MotoGP ha sempre un sapore speciale. Ma quello che conta veramente è come si vince. A Sepang pioveva, è vero, ma come ho vinto la corsa è stato davvero importante per me. Negli ultimi due anni sono stato molto vicino a vincere in diverse occasioni, ma non le ho mai colte. Sicuramente la vittoria ha cambiato qualcosa nella mia testa. Ma più che la vittoria in sé, è stata la velocità mostrata nelle tappe extra europee che mi ha caricato parecchio in vista di questa stagione”.

Chi ha il compagno di squadra “peggiore” tra te e Rossi?

“Sicuramente quest’anno Maverick potrà giocarsi il titolo. È stato velocissimo in tutti i test che ha svolto con la Yamaha a partire da Valencia, ma dovrà essere molto bravo a gestire Valentino: non è affatto facile dividere il box con un pilota del suo calibro. Credo comunque che possa rappresentare un serio problema per Rossi. Io e Jorge invece abbiamo un ottimo rapporto. In Ducati abbiamo un metodo che permette di lavorare bene anche in caso di frizioni tra i due piloti, ma sicuramente andare d’accordo è un aiuto ulteriore. Personalmente poi sfidare a parità di moto un campione come Lorenzo rappresenta una grande sfida che mi eccita moltissimo. Sarà sicuramente difficile ma non vedo l’ora di potermi confrontare con lui proprio in questo momento della mia carriera in cui sono in un gran stato di forma”.

Come ti aspetti che cambino le moto senza le tanto discusse “alette”?

“La moto cambierà moltissimo: sicuramente il bilanciamento e il set-up dell’elettronica saranno stravolti. Uno dei maggiori problemi però riguarda la sicurezza: negli ultimi due anni tutti i costruttori si sono focalizzati sullo sviluppo dell’aerodinamica e al termine del 2016 la downforce generata dalle alette era molto alta. Nei primi giri che ho percorso senza, ho faticato moltissimo a ritrovare il feeling con la GP16. Senza aerodinamica la moto impenna molto presto, appena si apre il gas l’anteriore tende a sollevarsi, anche se ci si trova ancora in piega. Inoltre sul rettilineo la ruota anteriore “galleggia” sull’asfalto ed è molto impegnativo sterzare con l’acceleratore aperto. Credo che sarà molto difficile per tutti abituarsi alla nuova aerodinamica delle moto, ma sarà uguale per tutti”.

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