MotoGp – Donington Park – Mai sottovalutare un ”pesce Rossi”
In un giorno che aveva molto più a che fare con una pagina della Bibbia, il solito Rossi saliva sulla cattedra della facoltà nei pressi della sua seconda casa per impartire un paio di lezioni su come si gestisca una gara sul bagnato.
Il fine settimana aveva un po’ annunciato quali sarebbero state le posizioni sul traguardo ma tolta la prima le altre sono tutte, più o meno, saltate a gambe all’aria, esattamente come i rispettivi “pronosticati”.
Il primo top rider a “scendere” a patti con la pioggia è stato il solito, povero Biaggi. Nel dopo gara Fiorani ha dichiarato di aver parlato con Max e che il pilota stesso dichiarava di non aver fatto alcun tipo di errore: ingresso in curva con moto troppo piegata o troppo pinzata. Nulla di simile.
Semplicemente la moto è caduta. Biaggi aveva anche detto che la moto già durante il warm-up-lap, era cambiata rispetto al warm-up della mattina.
Qualche giro dopo è stato il turno di un gruppo di piloti tra cui Melandri (incolpevole causa della caduta dell’altrettanto incolpevole Bayliss), a cui va riconosciuto il beneficio del dubbio per non avere molta esperienza con la RC211V sul bagnato, Hayden che dopo essere stato il mostro della laguna qualche settimana fa è tornato in una laguna di fango di appena due centimetri e Sete Gibernau, artefice di una caduta classica, di quelle che sorprendo in piloti poco esperti o troppo sicuri di se in bagarre sull’acqua.
Dopo un primo momento che ha visto Barros, Rossi, Roberts Jr. e Hopkins in testa alla gara, la situazione è andata stabilizzandosi fino a vedere in testa sempre Barros, Rossi e Roberts Jr e Edwards al posto di Hopkins, sparito nelle retrovie.
Edwards ha dato dimostrazione di trovarsi sulla strada giusta con la M1 che, ricordiamo, guida da solo un anno, complice anche l’ennesima pista a lui molto nota per via della presenza del tracciato nel calendario Superbike.
Più avanti l’oramai terzetto dava vita ad un balletto, per altro molto simile a quelli visti poco prima sia in 125 che in 250.
Un continuo superarsi tra Barros, Rossi e Roberts Jr. fino a quella che sembrava la vera fase finale….a oltre 10 giri dalla fine.
Rossi ha studiato ed interpretato le linee di Barros sull’acqua ed in ingresso di curva, apparendo al brasiliano nei punti meno logici (almeno per i comuni mortali); Roberts Jr. tentava sorpassi ai danni di Barros o Rossi, in traiettorie esterne come se si trattasse di una sciocchezza.
A tagliare corto, alla fine ci ha pensato Rossi che con il suo solito stile, perde concentrazione finendo largo e quarto per poi rientrare in pista, superare il compagno di squadra Edwards e piazzarsi alle spalle di Barros per otto giri prima di spuntargli all’interno dell’interno dell’interno della traiettoria interna della curva.
Qualche convenevole e poi giù il sipario. Rossi metteva la settima marcia ed iniziava a rifilare incredibili, numerosi e pesanti secondi ai suoi inseguitori.
Inanella giri veloci su giri veloci e smette di imbarcare, derapare, scodare e rischiare. Sembrava che Rossi stesse correndo una gara con un altra situazione meteo. Arriva a distaccare anche di 10 secondi i suoi inseguitori prima di essere in netto anticipo anche sulla fase di defaticamento.
Alla fine si lascia “solo” 7” su Barros&C tagliando il traguardo con la testa su un ipotetico cuscino sul quale, oramai, dormire sonni tranquilli.
Già perché ora l’appuntamento tedesco lo vedrà arrivare con un vantaggio che ha già lanciato i bookmaker sulla prossima scommessa. Con quante gare d’anticipo, Valentino Rossi, conquisterà il suo ennesimo titolo mondiale?
Difficile saperlo o prevederlo. Pernat, intervistato da Cereghini per Italia1, afferma che potrebbe farlo anche con cinque gran premi di anticipo ammazzando il motomondiale 2005.
Guido Meda rimbrotta il buon Pernat spiegandogli che, diversamente dalla formula uno, chi guarda il motomondiale lo fa per, vedere gare di moto ad altissimo livello, vedere Rossi, vederlo vincere e vederlo guidare.
Già perché così come Rossi stesso dichiarò che si doveva far pagare un biglietto a chi stava dietro a McCoy visto che era uno spettacolo vederlo derapare, adesso si dovrebbe pretendere altrettanto per lui.
Indubbiamente, gare del genere non possono dire tutto sul valore di un pilota o di una moto, però possono dire molto per capire quanto l’accoppiata possa andare lontano.
Questo è stato chiaro per la Suzuki che ha visto un podio dopo un lungo periodo di digiuno e per la Ducati che, malgrado le stesse gomme e gli stessi problemi di aderenza di altre squadre, ha risicato un quinto ed un sesto posto che stanno stretti come una tagliola. Oramai anche il “sempre-pacato” Capirossi ha smesso di rilasciare dichiarazioni d’amore (amore sadomaso), con la Ducati e le sue intenzioni sul futuro non sono affatto segrete o misteriose.
Per la Honda, la gara di ieri sarebbe stata un cappotto se non fossero arrivati in soccorso Barros e Tamada, due piloti privati. Per la Yamaha a parte i danni del solito Xaus (si dice che preparando la carena, verniciandola ed applicando gli adesivi, i meccanici piangano), bilancio più che positivo con un comando in classifica costruttori sempre più saldo.
Davide Giordano
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
You must be logged in to post a comment Login