Esclusiva Paolo Simoncelli: “Marquez un fuoriclasse: ne nascono pochi così”
Il Team Owner del SIC58 Squadra Corse: "Decimo Titolo Rossi? È ora di finirla"
Motomondiale 2025 – A Valencia abbiamo intervistato in esclusiva Paolo Simoncelli, Team Owner del SIC58 Squadra Corse e papà del compianto Marco, per tutti il “SIC”.
Con Simoncelli abbiamo “toccato” svariati argomenti, dalla Moto3, includendo il terribile incidente tra Josè Antonio Rueda e Dettwiler a Sepang, passando per le minimoto e arrivando al dominio di Marc Marquez e all’ormai famoso 2015, con Sepang che vidde protagonisti Valentino Rossi e Marc Marquez.
Dichiarazioni Paolo Simoncelli Bilancio Stagione Moto3 2024
Paolo, siamo arrivati all’ultima gara della stagione. Puoi fare un bilancio, ti aspettavi di più?
“Sicuramente ci aspettavamo di più. L’incidente di Lunetta (Ad Assen, ndr) ci ha un po’ tagliato le gambe e nelle ultime gare è stato distratto dalla Moto2, (Lunetta correrà nella classe intermedia nel 2026, ndr). Da Nepa mi aspettavo molto di più, ma purtroppo quando ci sono di mezzo gli incidenti è sempre difficile capire dove si può arrivare.”
Dal tuo punto di vista, c’è davvero tutta questa differenza tra KTM e Honda in Moto3?
“Secondo me questa è una leggenda che sarebbe ora di sfatare. Durante il Covid le case avevano preso un accordo per ridurre lo sviluppo e contenere i costi, ma la KTM non ha rispettato del tutto questa regola, mentre i giapponesi sono stati più rigidi. Detto questo, io resto convinto che la differenza la faccia il pilota. In pista vanno loro, e il pilota è sempre decisivo, fa la differenza: c’è chi vince con una moto competitiva e chi non riesce a vincere pur avendo una moto forte. È una storia vecchia come il mondo. Oggi non vedo grandi differenze tra le moto: la differenza la fa il pilota.”
Lunetta ha avuto quell’incidente, dal quale però è rientrato abbastanza bene. Come si motiva un pilota dopo un episodio del genere?
“Oggi i piloti hanno già tutto intorno a sé: manager, coach, preparatori atletici, genitori, parenti… È diventato un circolo vizioso nel quale è difficile entrare. Una volta potevi aiutarli di più, oggi meno. Io ricordo quando seguivo i ragazzi nel CEV: mi divertivo, li osservavo, davo consigli e loro ascoltavano. Oggi invece corrono da anni e pensano di non aver più bisogno di nessuno. Gli ultimi piloti con cui mi sono divertito davvero sono stati con Suzuki e Antonelli. Dopo, tanti ragazzi bravi, ma ognuno faceva i caxxi suoi.”
Forse si sta esagerando anche con l’età dei giovanissimi. Una volta si correva con le minimoto fino ai 14 anni
“Il grande errore della Federazione è stato quello di eliminare le minimoto (intende non portarle obbligatoriamente fino ai 14 anni di età, come accadeva una volta, ndr), che invece erano una scuola incredibile: curve continue, lotta gomito a gomito, imparavi davvero a correre. C’è questa malattia di rovinare le cose che vanno bene. Oggi vediamo bambini di 3 anni già sulle minimoto, ma non serve a un caxxo. Fino a 8-9 anni dovrebbero fare i bambini, non i piloti. Le minimoto erano una scuola incredibile: curve continue, lotta gomito a gomito, imparavi davvero a correre. Le federazioni hanno fatto un grande errore. Valentino Rossi, Marco Simoncelli, Dovizioso, Pasini e ti potrei fare altri nomi, tutti hanno corso fino ai 14 anni nelle minimoto, ed erano forti. Chi andava forte lì, andava forte anche dopo. Chi andava piano, restava indietro. Oggi invece c’è troppa fretta: i genitori vogliono che i figli diventino ricchi subito, e questo rovina tutto. Era una categoria che ti formava e ti preparava davvero al mondiale. Arrivavi pratico, pronto.”
Tornando all’attualità, c’è stato quel terribile incidente in Malesia tra Rueda e Dettwiler. Fortunatamente è andata bene
“Direi benissimo. È andata di lusso, anzi di super lusso. Quando non te lo aspetti come successo a Marc (Marquez) con Bezzecchi è sempre un bel problema.”
Si dice che avete preso Noah (Dettwiler) per il prossimo anno. È già sotto contratto?
“Sì, il contratto c’è e lo vogliamo mantenere. Se non correrà sarà solo perché lui non vorrà, da parte nostra è tutto sotto controllo. In realtà l’accordo parte da lontano: dovevamo stare insieme già quattro anni fa, quando correva nel CEV e io ero ancora lì. Avevamo fatto un accordo con i genitori, poi è arrivato il manager che non ha voluto, perché diceva che si vinceva solo con KTM. Così l’hanno portato da un’altra parte, senza dare importanza all’ambiente. Questo è fondamentale a quell’età, ma spesso non lo capiscono. Lui si è trovato male da tutte le parti, poi quando ha deciso di venire da noi l’anno scorso non avevo posto. Quest’anno invece sì, e siamo qui ad aspettarlo.”
In Moto3 c’è stato un dominatore: Rueda, pensi che abbia meritato il titolo?
“Secondo me è un palmo sopra gli altri, un pilota già maturo. L’episodio in Malesia che ha avuto è stata una sciocchezza: uno davanti si è fermato, lui guardava dentro il cupolino e non ha visto. Bisogna stare più attenti. La colpa non è di nessuno, ma davanti bisognerebbe guardarci.”
Chiudiamo con la MotoGP. C’è stato il dominio di Marquez con la Ducati, almeno fino all’infortunio
“Marquez è un palmo sopra tutti. Chi non vuole vedere non vede, ma la realtà è chiara. Nonostante tutte le difficoltà e i problemi fisici, anche a metà servizio riesce a ‘suonare’ gli altri. Pensa se fosse al 100%.”
Psicologicamente, per un Bagnaia che conosci bene, quanto pesa avere un avversario così?
“Tu entri in pista, fai un decimo meglio, lui ne fa due. È un rincorrere continuo, e alla fine ti è sempre davanti. Un campione queste cose le soffre, perché Marquez è un fuoriclasse: ne nascono pochi così. La gente deve capire che questo è oltre.”
In Italia però si parla ancora del 2015, dei tifosi di Valentino
“Purtroppo sì. La gente non capisce un caxxo. Valentino il decimo titolo l’ha perso tante volte, non solo quella volta. Ma ormai i suoi tifosi sono suoi tifosi e basta: guardano solo lui e credono solo a quello che dice. È ora di finirla questa storia.”
Liberty Media è entrata e ha già fatto qualcosa in stile Formula 1, come quel documentario sul 2015 proprio su Rossi e Marquez che guarda caso è capitato proprio nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Marco.
“Sì, ma a me non me ne frega un caxxo, sono tutte stronzate.”
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