MotoGP | Casey Stoner: “Vorrei vedere meno elettronica, basta aiutare i piloti”
Il due volte iridato della MotoGP bandirebbe anche le alette e le partenze assistite
Elettronica MotoGP 2023 – Casey Stoner, due volte Campione del Mondo della MotoGP, è da sempre paladino della “poca” elettronica sulle moderne MotoGP (nella foto è in azione con la Ducati nei test di Sepang del 2017, ndr).
Il pilota australiano come più volte sottolineato dagli ingegneri avuti in Ducati e Honda, voleva l’elettronica tarata al minimo, non come aiuto di guida, ma solo per una questione di sicurezza. L’iridato 2007 (Ducati) e 2011 (Honda) è tornato a parlarne ai colleghi di Moto Journal, ecco cosa ha detto.
Dichiarazioni Casey Stoner Aiuti Elettronici Moderne MotoGP
“Niente più gare sprint. L’elettronica dovrebbe essere ridotta a un certo livello, solo per motivi di sicurezza e non per dare vantaggi a certi piloti. Niente più alette, niente più partenze assistite. Personalmente, vorrei vedere i ragazzi mostrare tutto il loro talento. Al momento non lo fanno, possono solo mostrare il talento degli ingegneri.”
A rafforzare lo Stoner-pensiero Cristian Gabarrini, capo-tecnico di Stoner: “Le differenze tra la Ducati 2007 e quella 2022 sono abissali, quella era una moto rozza, molto difficile da guidare, estrema da tutti i punti di vista. Quella di oggi è una Ducati molto sofisticata, tecnologicamente al top e come tutte le MotoGP è difficile da portare al limite. Bisogna saperla guidare, ma ora ci sono 5/6 piloti che vanno mediamente forte, nel 2007 solo uno riusciva a portarla al limite, era Casey”.
Stoner ha parlato anche dell’immagine che l’attuale MotoGP da di certi piloti, che pensano più alla loro immagine piuttosto che a cose più legate ai sacrifici e al ‘lavoro’.
Dichiarazioni Casey Stoner Mancanza Professionalità MotoGP
“Il problema è l’immagine che la MotoGP dà delle stelle in questo momento. C’è una mancanza di professionalità. La MotoGP e i social media danno ai piloti l’immagine di persone immature. Questo non è necessariamente un bene per i piloti più giovani. Non vedono i sacrifici, non vedono tutto il duro lavoro. Onestamente, penso che molti piloti lavorino sodo, ma altri no. Sembrano più preoccupati del proprio successo. Sembrano più preoccupati del loro aspetto, muscolosi e abbronzati. Non è così che funziona per me. Non si può avere tutto nella vita. Tra le giovani generazioni di piloti, ci saranno solo pochi che sapranno dove trovare la loro motivazione, che capiranno cosa possono fare per fare la differenza.”
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