MotoGP | Casey Stoner critico sulle attuali moto della Top Class: “Eliminerei tutti gli aiuti”

Gli aiuti elettronici dovrebbero essere un aiuto per la sicurezza ha sottolineato l'australiano e non influire sulla competizione

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Elettronica MotoGP – Casey Stoner è stato un pilota che non ha mai amato l’eccesso di elettronica su una moto, in particolare su una MotoGP.

Chi ha lavorato con il due volte iridato della Top Class (nella foto al Goodwood Festival of Speed in sella alla Ducati con cui vinse il titolo 2007, ndr) ha sempre sottolineato come il traction-control delle sue moto era sempre tarato al minimo. Per il “canguro” australiano, vincitore di 45 gare (38 in MotoGP, 5 nella 250cc e 2 nella 125cc), è il pilota a dover fare la differenza e non gli aiuti elettronici.

Dal suo ritiro dalla MotoGP avvenuto a fine 2012, le MotoGP hanno introdotto svariati controlli elettronici e soluzioni aerodinamiche, dal “cucchiaio”, passando per l’hole-shot, sistema di abbassamento, inizialmente funzionante solo in partenza ma poi evoluto sino a funzionare anche in gara, alle tante alette presenti sulle attuali moto della Top Class.

Ecco cosa ha detto l’iridato 2007 (Ducati) e 2011 (Honda) a The-race.com, dove ha sottolineato che ci vorrebbe un regolamento che vieti tali aiuti, senza poi poterlo aggirare.

Dichiarazioni Casey Stoner Aiuti Elettronici Moderne MotoGP

“Mi piacerebbe apportare alcune modifiche. Via le alette, i dispositivi di altezza, l’anti-impennata. Controllo di trazione ridotto ad un livello di sicurezza e niente di più. Metà di queste cazzate devono sparire. Ci deve essere un limite alle regole che sono lì da 10 anni, in modo che i produttori possano ragionevolmente raggiungersi l’un l’altro e non continuare a spostare questo sistema di regole immaginario che non sembra davvero esserci. Qual è lo scopo di un regolamento se puoi cambiarlo? Yamaha aveva un ottimo telaio e un motore fluido, ma aveva un difetto in quanto non ha mai avuto un motore particolarmente potente. Poi c’erano le moto con motori potenti che non riuscivano a mettere a terra la potenza. Tutti avevano pro e contro. Ora, ci sono guerre di cloni. Tutti devono solo copiare la stessa cosa e andare nella stessa direzione. Non vedi più pro e contro.”

Il due volte iridato continua: “Non vedi le moto impennare, non ci sono scuotimenti, non c’è qualcuno che mostri un controllo incredibile della moto. Basta uscire, dare gas e non succederà nulla. Dai! E’ frustrante, perché per quanto ami lo sport e ami il lato racing dello sport, mi delude vedere fino a che punto è andato. Non solo tutta questa roba costa molto per svilupparsi, ma costa molto quando la bloccano, e gonfia i budget a dismisura. Basta guardare il dispositivo di altezza. Tutti ce l’hanno, e tutti fanno esattamente la stessa cosa. Eliminiamolo, lasciamo che i piloti commettano errori uscendo dalle curve. Non vogliamo un campionato monomarca, vogliamo differenze. L’unica cosa che possono fare in questi giorni è frenare più tardi, rischiare di più sull’anteriore provandoci, e poi vedi grandi cadute perché tutti stanno spingono tanto in curva.”

Il pilota australiano ha poi sottolineato come gli aiuti elettronici dovrebbero essere una sicurezza e non alterare la competizione: “Gli aiuti elettronici dovrebbero essere un aiuto per la sicurezza, non influire sulla prestazione. Questo è tutto ciò che deve essere, un cuscinetto di sicurezza non qualcosa che alteri la guida. Anche ai miei tempi c’era troppo elettronica e non mi piaceva. Con tutta questa elettronica all’improvviso la moto diventa più facile, ma in passato c’era sempre quella cosa dei pro e dei contro. La potenza è una cosa, ma la guidabilità è un’altra, e queste due cose combattono l’una contro l’altra in pista. Penso che il 2006 o forse il 2007 sia stato l’ultimo limite del controllo di trazione che avremmo dovuto avere. Forse più raffinato in modo che la moto non si spegnesse o che ti lanciasse sulla luna. Ripeto, l’elettronica dovrebbe esserci come cuscinetto di sicurezza, ma senza darti un vantaggio competitivo.”

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