Moto3: intervista esclusiva a Pecco Bagnaia, ancora sul podio al Mugello
Uno degli italiani più in forma di questo 2016
Pecco Bagnaia – in occasione del Gran Premio del Mugello abbiamo incontrato Pecco Bagnaia. Il pilota italiano, costantemente cresciuto in queste ultime stagioni, ha già conquistato 3 podi nelle 6 gare fin qui disputate e si è stabilmente insediato nel gruppo dei più forti della Moto3.
In questa stagione sei arrivato tre volte sul podio e tre volte fuori dai primi 10, un po’ altalenante non credi?
“In effetti è così, quando la nostra moto può permetterci di fare qualcosa di buono noi riusciamo a stare davanti; capita però anche che ci siano state situazioni in cui non abbiamo avuto il potenziale per essere nelle prime posizioni”.
Cosa manca alla Mahindra per essere costantemente al livello di Honda e Ktm?
“Ci manca ancora tanto lavoro, dobbiamo riuscire ad avere una moto che sia sempre costante. Il punto più debole comunque è l’accelerazione: nel venire fuori dalle curve Ktm fa la differenza”.
Quale è il tuo obiettivo per il 2016? Lottare per il titolo è verosimile?
“Noi cerchiamo di fare sempre il massimo per stare tra i primi 5 in ogni occasione e l’obiettivo è portare a casa sempre il miglior risultato possibile. In queste prime 6 gare siamo sempre arrivati in fondo alla corsa, e questa è la cosa più importante in assoluto. Direi che il nostro target è raggiungere sempre il massimo con quello che abbiamo: quando è stato possibile stare nei primi 15, siamo arrivati tra i primi 15 e quando è stato possibile arrivare sul podio, ci siamo saliti”.
Chi sono i tuoi avversari più forti?
“Credo Binder, ma anche Navarro e quasi tutti gli italiani”
Cosa vorresti rubare a Binder o a Navarro?
“Sinceramente, niente!”
Che ruolo hai nello sviluppo della Mahindra Moto3?
“Devo comunicare alla Casa le cose che secondo me vanno bene o no. Quando portano nuovi particolari io li provo, se mi fanno levare mezzo secondo vanno bene, altrimenti no”.
Sei decisamente cresciuto come pilota, anche a livello di temperamento, cosa è successo?
“La differenza è stata trasferirmi da Torino a Pesaro dove il preparatore della Vr46 Riders Academy mi insegna ad essere molto duro con me stesso ed a rimanere sempre concentrato. Questa è una cosa molto importante che mi mancava: anche nel 2014, quando avevo una buona moto, non ero pronto come lo sono ora. Già lo scorso anno le cose sono migliorate trovandomi in una situazione ottimale con il mio Team: della moto, anche se è inferiore alle altre, riesco ad esprimere abbastanza bene il potenziale che ha”.
Come hai detto, questo salto è avvenuto anche in concomitanza all’ingresso nella Vr46 Riders Academy?
“Esatto, la possibilità di andare al Ranch, a Misano, in palestra ed essere a contatto diretto con Valentino, che è quello che si impegna più di tutti, e poi andare a cena insieme e chiacchierare è un bell’aiuto. Ma anche fisicamente e mentalmente sono cresciuto molto”.
Allenandoti con Valentino Rossi, quanto lo vedi in forma?
“Secondo me è normale che sia a questo livello: quando uno ha una passione così grande, è inutile ritirarsi presto. Se ti piace, perché smettere? A maggior ragione ora che è così competitivo. Poi secondo me lui è il più forte di tutti!”
Come vi allenate a Misano? C’è una figura che vi segue tecnicamente?
“Siamo principalmente noi stessi che curiamo il nostro allenamento: ci sono alcuni piloti che compiono brevi run per fare il tempo ed altri – tipo me – che preferiscono provare l’intera durata della gara, a volte anche due di fila con le stesse gomme. Questo ti insegna a tenere un certo livello anche con le gomme usate”.
Come vedi la crescita del movimento del motociclismo italiano?
“Con tutti quelli che adesso sono con me nel Mondiale, ci correvo anche nelle Minimoto. Abbiamo avuto una grande crescita, ma già il livello era molto alto. Credo comunque che stia per arrivare un’altra ondata di italiani molto forti: Foggia, Bezzecchi, Zannoni e Sintoni, tutti ragazzi che vengono dal Civ”.
E la tua carriera come si è evoluta? Come mai dopo le MiniGP sei andato a correre in Spagna?
“Non c’è una vera e propria motivazione. Quando ero bambino guardavo i video del Cev e vedevo i bambini della mia età fare le gare nei circuiti veri con le PreGp. Un mio parente mi ha consigliato di entrare nella squadra di Emilio Alzamora, il Team Monlau, e così è iniziata l’avventura in Spagna. Credo sia stata la scelta giusta: in Italia le gare sono brevi e si corre poco negli autodromi grandi”.
Non ci resta che augurare un gran campionato ad uno dei migliori esponenti del motociclismo italiano!
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
You must be logged in to post a comment Login