Intervista esclusiva ad Alfredo Mastropasqua, responsabile del Progetto Team Italia

Con lui abbiamo parlato di svariati argomenti, tra cui anche quello del campionato italiano (CIV) e di quello spagnolo (CEV)

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Abbiamo intervistato in esclusiva Alfredo Mastropasqua, Responsabile del Progetto Team Italia, che quest’anno è presente nel motomondiale classe Moto3 con Matteo Ferrari e Andrea Locatelli e nell’Europeo Superstock 600 con Marco Faccani ed Andrea Tucci. Con lui abbiamo “toccato” svariati argomenti. E’ stata una “chiacchierata” molto piacevole e redditizia, ecco cosa ci ha detto.

Alfredo, facciamo un bilancio di questa prima parte di stagione.

“Questa prima parte di stagione è in chiaro-scuro. Per quanto riguarda il mondiale Moto3 siamo ripartiti da un progetto, con nuovi piloti, uno dei quali debuttante. Siamo quindi tornati al nostro ruolo principale, che è quello di aiutare a crescere i giovani piloti. Questo ruolo ha mille insidie, come detto uno di questi è quello di avere piloti giovani e poi ci si è messa anche la Mahindra che l’anno scorso sembrava una moto molto promettente e che quest’anno non è riuscita a fare lo sviluppo necessario per essere competitiva come la KTM. C’è stato poi l’ingresso della Honda, che ha fatto dei mega investimenti. D’altro canto c’è un lato positivo ed è quello di aver dato una grande opportunità di crescita ad un pilota come Andrea Locatelli, che sicuramente ha grandi prospettive. Stiamo poi dando fiducia a Matteo Ferrari che l’anno scorso aveva debuttato nel mondiale ma con grandi problemi. Per quanto concerne invece il programma Superbike, dove siamo presenti nella Superstock 600, possiamo essere soddisfatti anche dal punto di vista sportivo. Siamo infatti secondi e terzi in campionato con Tucci e Faccani e proprio in questo weekend potremmo tornare in vetta. Si potrebbe quindi ripetere lo scorso anno, quando vincemmo con con Nocco e Morbidelli. Faccani in particolare è un pilota di cui risentiremo parlare a livello internazionale.”

Lo hai già accennato prima, ma vuoi ribadire qual’è il vostro compito, soprattutto in Moto3. Lanciare giovani come accaduto ad esempio con Romano Fenati per poi passarli a Team che puntano alla vittoria come ad esempio quello di Valentino Rossi o di Fausto Gresini.

“Assolutamente si. Ad esempio quando nel 2010 abbiamo iniziato questo percorso come team italiani nella entry class, che allora era la 125cc c’erano Matteoni e Fontana, a fine “carriera”, che tra l’altro non facevano correre piloti italiani, se non Lorenzo Savadori. Poi siamo arrivati noi e abbiamo portato Tonucci, Morciano e Fenati. Poi sono arrivati i Team di Gresini e di Rossi (VR46) e dal nostro punto di vista è molto importante che cui siano più piloti italiani. Il nostro compito era e rimane quello di far debuttate piloti, senza avere la necessità di dover vincere, provandoci come l’anno scorso nel caso ci fossero delle possibilità. Possiamo poi fare una considerazione. Fino allo scorso anno Jack Miller non aveva mai fatto un podio in vita sua, ma il fatto di aver guidato una moto meno competitiva della KTM con aggressività e convinzione gli ha fatto guadagnare un posto con una moto ufficiale della casa austriaca. Questo è un pò il nostro obiettivo. Fenati dopo due anni di crescita con noi, è andato con il Team Sky, ma poteva essere anche il Team Ajo per vincere il mondiale. Questa è un pò la chiave di lettura. Antonelli ha fatto il suo percorso nel Team Gresini, venendo dalla scuola del Team Italia. Con noi è stato campione italiano ed era arrivato terzo nell’europeo. Sicuramente adesso non sta attraversando un buon momento, ma sicuramente il suo valore non si discute. Lo ritroveremo presto protagonista .”

C’è un dato di fatto, quest’anno ci sono più piloti italiani che spagnoli, un qualcosa che non accadeva da tempo.

“Questo è un dato oggettivo di soddisfazione. Fa vedere che il lavoro che stiamo facendo, non solo noi, ma anche la VR46, Gresini, Simoncelli, quindi un pò tutto il sistema italiano sta dando i suoi frutti.”

Spieghiamo in particolare cosa sta facendo la Federazione.

“Noi come Federazione in particolare ci occupiamo di minimoto, minigp e pre-gp, per portare sempre più piloti italiani interessanti ad un alto livello.”

Parliamo quindi del progetto “Talenti Azzurri”

“Esatto, è quello che c’è dietro al programma di punta del Team Italia. Ci sono piloti che vanno dagli 8 ai 16 anni che disputano come detto prima campionati come minimoto, minigp e pre-gp. In questo ambito siamo alla ricerca di talenti da supportare con borsa di studio. Perchè non dimentichiamoci che spesso ci sono piloti di talento senza possibilità economiche. Cerchiamo quindi di dare una risposta a questo tema.”

Molti piloti italiani (ad esempio Luca Marini, Andrea Migno, Nicolò Bulega, ndr) corrono nel CEV (campionato spagnolo velocità) e non nel campionato italiano. Come si può spiegare?

“Secondo me non bisogna demonizzare questa cosa; siamo nel 2014, 2015 e viviamo nella comunità europea. Non è Italia contro Spagna, come spesso alcuni giornalisti sintetizzano. Il processo del campionato spagnolo, che era più avanti del nostro fino a qualche tempo fa, è sicuramente competitivo ed interessante. Così come lo è diventato quello italiano nel lavoro fatto negli ultimi anni. Detto questo il confronto porta sempre dei vantaggi. D’altronde, quando abbiamo fatto il Team Italia con Fenati ed Antonelli siamo andati a vincere in Spagna. Non ci vedo niente di strano nella misura in cui uno fa entrambi i campionati. Se contrariamente si fa solo l’italiano o solo lo spagnolo dicendo che uno è meglio dell’altro, siamo fuoristrada. Invece in un progetto di crescita fare l’italiano e fare ad esempio delle wild card nello spagnolo, può essere interessante. Sicuramente ti fa crescere e ti da dei riferimenti al di fuori del confine nazionale. Questo vale anche per loro. Quando siamo andati all’europeo e abbiamo vinto ad Albacete contro Rins e il piccolo Marquez, abbiamo avuto un riferimento per Fenati ed Antonelli. Li avevamo anche battuti nel campionato spagnolo. Lo stesso Rins due anni fa è venuto a correre nel campionato italiano a Misano. Riassumendo possiamo dire che sono due campionati molto validi che possono essere messi a calendario in un programma di crescita di un pilota. Non ci vedo niente di male.”

Quest’anno avete due figure importanti nel Team Italia. Sono Carlo Pernat (Responsabile comunicazione e relazioni esterne) e Virginio Ferrari (Team Manager). Qual’è il loro valore aggiunto?

“Avevamo bisogno di elementi esperti. Questo progetto è tornato in vita grazie ad una mia intuizione, però la mia esperienza era molto limitata. Mi sono quindi reso conto che affidare una parte del lavoro a delle persone competenti ed esperte come sono Virginio e Carlo, poteva darci un vantaggio in termini di tempo per raggiungere degli obiettivi e nell’essere anche credibili. Posso dire che la velocità di lavoro e la credibilità siano due temi raggiunti e concretizzati grazie anche alla loro abilità, due professionisti di lunga data che sanno sempre dare un valore aggiunto.”

Tornando alla Moto3, vi aspettato un qualche passo in avanti da parte della Mahindra?

“Qualcosa abbiamo iniziato a vedere. Dopo il Mugello abbiamo visto che la Mahindra ha fatto dei passi in avanti. Lo ha fatto vedere Tonucci (attuale pilota Team CIP), così come Binder (rider Ambrogio Racing). In questo momento siamo noi che dobbiamo trovare insieme ai piloti quello step mentale e tecnico che ci permetta di stare nelle posizioni che poi erano il nostro obiettivo, entrare nella zona punti.”

Bene Alfredo, ti ringraziamo per l’intervista e in bocca al lupo per il resto della stagione.

“Crepi! Grazie a Voi!”

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