Crisi Yamaha MotoGp…. Senza Biaggi la casa nipponica affonda….

Un’Honda travolgente sulla Yamaha
La M1 è in crisi, Barros e Checa pure

La Honda vince, la Yamaha arranca. Doveva essere tra queste due Marche il duello
per il titolo della MotoGP e, invece, dopo due gare della stagione 2003, la sfida
tra la RC211V di Rossi, Biaggi e compagni e la M1 di Barros e Checa, vede la 4T
della casa di Tokyo avanti per 2-0. Rossi a Suzuka e Gibernau a Welkom hanno dimostrato
che la cinque cilindri dell’Ala Dorata è ancora e sempre più
la moto da battere. Pensare che i test invernali avevano detto che la Yamaha si
era avvicinata pericolosamente alla rivale, tanto da far registrare gli stessi
tempi con Barros, indicato dallo stesso Rossi tra i suoi avversari più
pericolosi per la corona della classe regina. Invece la M1 non è ancora
salita sul podio. Colpa della caduta del brasiliano nel warm-up in Giappone, colpa
di un Checa inesistente e degli altri compagni di marca finora rimasti nelle retrovie
come Nakano e Jacque. Senza contare che Marco Melandri non è ancora riuscito
a gareggiare. Insomma, partito Max Biaggi che lo scorso anno aveva regalato due
vittorie alla casa di Iwata (Brno e Sepang), la Yamaha si è ritrovata a
dover ricominciare tutto da capo. Un inseguimento che finora è risultato
vano e, forse, non solo per colpa dei piloti anche se Davide Brivio, team manager
del team di punta Yamaha, quello Fortuna di Checa e Melandri, spera che da Jerez
il vento possa cambiare: “Adesso pensiamo all’Europa e a ricominciare. Sembra
che il recupero di Melandri stia andando bene e non vediamo l’ora di riaverlo
con noi a Jerez”.

Certo non sarà il debuttante Melandri a cambiare la situazione. Piuttosto
toccherà ai tecnici e agli ingegneri trovare le contromosse per contrastare
il dominio della Honda. Forse, però, alla Yamaha hanno pensato di essere
già in grado di battere la RCV e si sono concentrati sul prossimo futuro,
tanto da mettere in pista con il collaudatore Abe un prototipo (nella foto a
destra) con sospensioni ‘intelligenti’ e telaio rivoluzionato. Il
problema vero in questo momento è piuttosto l’iniezione elettronica
che sta mettendo in difficoltà i piloti. Barros e Checa, in particolare,
si stanno trovando alle prese con una moto resa meno lineare nell’erogazione,
cosa che contribuisce a consumare maggiormente le gomme. E intanto i piloti
Honda volano. Nelle loro mani c’è una moto solo leggermente modificata
rispetto alla versione 2002. Non aveva bisogno di stravolgimenti e anche la
RC211V riservata ai privati si sta dimostrando più competitiva del resto
della concorrenza. Se a questo aggiungiamo che anche la Ducati è più
veloce della Yamaha, la casa dei tre Diapason dovrà darsi da fare per
non dover rimandare al 2004 la conquista di un titolo che le manca dal 1992
quando Wayne Rainey vinse il campionato dell’allora classe 500. Undici
anni fa…

Fonte: Tgcom.it

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