Claudio Costa racconta i primi soccorsi a Daijiro Kato….

Ecco il racconto del Dr. Claudio Costa dei primi soccorsi a Daijiro Kato
raccontato al sito www.clinicamobile.com:

"Le porte dell’ambulanza si spalancano sulla barella e il pilota
giapponese Daijiro Kato appare, assistito dal punto di vista respiratorio da
un medico giapponese mentre un collega sta eseguendo un massaggio cardiaco.
Le mie mani si sostituiscono a quelle, stremate, del medico giapponese che si
sente sollevato da questo improvviso, inaspettato aiuto.

I polsi sono assenti, le mani affondano nel petto cercando di convincere un
cuore fermo a riprendere il suo cammino. Più che un massaggio è
una carezza sul volto esanime e senza vita del pilota. Dopo un tempo che pur
sembrando eterno non dura in realtà che pochi minuti, il giovane cuore
del pilota riprende il suo battito naturale che gli scandisce il tempo della
sua terribile sofferenza. I dottori giapponesi, ben disposti insieme al rianimatore
della Clinica Mobile Dr Aronne Reverzani, completano la rianimazione e sistemano
tubi, cateteri, collare e materassino. Si scelgono 3 medici fra i più
preparati all’esercizio professionale in volo per accompagnare in elicottero
il pilota all’ospedale di Yokkaichi. Uno di questi medici è il rianimatore
della Clinica Mobile.

Il pilota, pur grave, arriva vivo in ospedale. Ora le parole diventano gelide
perché esprimono una diagnosi fredda e asettica. Coma profondo, gravi
lesioni cerebrali con vaste emorragie più diffuse verso la base e il
tronco encefalico. Lussazione della 1° e 2° vertebra cervicale con frattura
della 3° e conseguente terribile danno spinale. Numerose fratture alle spalle
e agli arti superiori. Ad una cronaca così atroce e gelida bisogna accompagnare
un sentimento, un qualcosa di non scientifico, qualcosa di squisitamente umano.
La volontà irrazionale che ci promette che una speranza esiste anche
se il pilota, in coma profondo, ha imboccato un tunnel pieno di luce.

La speranza, il sentimento più buono dell’umanità, viene
coltivato con le lacrime e con l’amore. E talvolta, lacrime e amore fanno
crescere e rinvigorire la pianta. Stamani, Daijiro Kato, pur versando nelle
condizioni terribili sopra descritte, è migliorato. E questo ci racconta
che il pilota giapponese, pur avendo un corpo minuto, sprigiona una forza incredibile
che gli permette di continuare a lottare contro l’impossibile. Credo che
anche noi, come lui, dobbiamo sperare nell’impossibile, anche perché
penso che questa sia l’unica via per renderlo possibile.

La mattina della corsa, quando Daijiro Kato era già schierato sulla
linea di partenza e Alex Barros ritardava il suo allineamento in quanto impegnato
negli ultimi, frenetici preparativi per riuscire a salire sulla moto nonostante
il ginocchio sinistro ferito nel warm-up, mi è sorto un pensiero, quasi
un’ebbrezza inesprimibile. Che cos’è che spinge i piloti come
Daijiro Kato e come Barros a scendere in pista a Suzuka? E chi è che
spinge la fantasia di Melandri a desiderare di correre su quell’asfalto
che solo due giorni prima gli aveva inflitto piaghe orrende?

Credo di non saper rispondere in maniera ragionevole ma devo rivolgermi ad
una volontà irrazionale. Credo che quando l’intelletto e la ragione
sconfinano nel sentimento, nella follia nasce per magia una creatura meravigliosa,
l’ANIMA, quello strumento prezioso che ci permette di vedere bella, buona
e vera la realtà della vita e assolve ogni tragedia e la rende innocente.

I piloti vanno in pista a giocare a scacchi con la morte, perché possiedono
un’anima, come possiedono un’anima tutti i motociclisti che nei circuiti
o per strada vanno in moto per cercare un mondo migliore, un mondo pieno di
infinita libertà.

Mick Doohan e Alex Zanardi hanno un’anima, con la quale hanno assolto
gli orrori che la vita aveva loro inflitto. Il mondo ha barattato l’anima,
l’ha definitivamente venduta in cambio di una maschera orrenda dipinta
dai colori della guerra.

Oggi Daijiro Kato è migliorato. Questo non vuol dire che vivrà
ma la sua anima racconta e racconterà sempre a tutti che la tragedia
è innocente e quindi…io provo tutte le pene per Kato e questo non
mi permette di provare dolore per Suzuka".

 

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