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CIV Junior: Cristian Farinelli, “Le Minimoto per far crescere i piccoli motociclisti”

Intervista esclusiva al Responsabile Minimoto FMI

CIV Junior: Cristian Farinelli, “Le Minimoto per far crescere i piccoli motociclisti”CIV Junior: Cristian Farinelli, “Le Minimoto per far crescere i piccoli motociclisti”

CIV Junior, Minimoto – in occasione del Gran Premio di San Marino a Misano abbiamo incontrato Cristian FarinelliResponsabile Minimoto FMI – che ci ha spiegato quali sono le innovazioni ed i valori apportati alla prima categoria agonistica che incontra un giovanissimo pilota: le Minimoto.
Non tutti i bambini possono diventare i Valentino Rossi del futuro, ma è necessario che ognuno di loro possa provare ad inseguire il proprio sogno nel massimo rispetto della sicurezza, delle regole e mettendo sempre al centro dell’attività il divertimento. Questa è la ricetta della Federazione Motociclistica Italiana per far crescere al meglio il proprio vivaio di giovani piloti.

In cosa consiste il tuo ruolo all’interno della Federazione Motociclistica Italiana?
“Mi occupo dell’organizzazione delle gare di Minimoto e del coordinamento delle attività dei bambini che vanno da 8 anni in poi. Abbiamo due classi Junior: “Junior A” per i bambini dagli 8 ai 10 anni e “Junior B” da 10 a 12 anni. Inoltre esistono anche le classi Open che vanno da 13 anni ed oltre, per coloro che non hanno le possibilità economiche per continuare la loro carriera motociclistica, e per gli adulti che di fronte al motociclismo conservano sempre la loro voglia di rimanere bambini diventando un riferimento. Tali classi non vanno più solo in base all’età, ma anche secondo il peso”.

Minimoto CIV Junior 3

Nel percorso formativo di un giovane motociclista, che ruolo ha la Minimoto?

“Ha un compito fondamentale: un po’ come le scuole elementari nella didattica culturale di un bambino. Qui imparano le basi: per esempio cosa è il gas, come funziona il motore, come approcciarsi alla pista ed al cordolo, come impostare una staccata o un’accelerazione. Va ricordato infatti che le Minimoto hanno motori a 2 tempi – 40 cc. per le Junior e 50 cc. per le Open – che hanno una risposta molto pronta al comando del gas”.

Come è composto lo staff che segue questo campionato?

“Io sono il Responsabile Nazionale e coordino una Segreteria di gara ed una Direzione di gara – composta da tre Direttori, uno staff che è come una famiglia. In più abbiamo il supporto del Settore Tecnico Federale che aiuta i bambini a livello tecnico: assetti di guida, impostazione di traiettorie ecc. Abbiamo almeno due Tecnici Federali che ci seguono sul campo: Roberto Sassone e Massimo Roccoli, un atleta di livello mondiale”.

Organizzate gare in concomitanza con la MiniGp – la classe superiore alle Minimoto – quale è lo scopo?

“La MiniGp è il secondo step per un giovane aspirante motociclista, paragonabile alle scuole medie. Cerchiamo di mettere, durante l’anno, uno/due appuntamenti in concomitanza tra Minimoto e MiniGp così da convogliare due manifestazioni in un unico grande evento del Civ Junior. In questo modo i più piccoli possono già vedere da vicino la classe superiore”.

Vi sentite sportivamente in competizione con la scuola di motociclismo spagnola?

“L’Italia è un po’ la patria del motociclismo, anche se in questo periodo gli spagnoli ci stanno facendo molta concorrenza. Noi crediamo che facendo della giusta promozione e ponendo degli obiettivi corretti potremo tornare ad essere forti come un tempo”.

Quali sono questi obiettivi?
“Innanzitutto concentrarsi sui costi: con la crisi economica che stiamo passando, questo diventa un aspetto fondamentale. Oltre ad aver reso l’iscrizione alle gare più economica, abbiamo introdotto una seconda manche di gara così da raddoppiare il numero totale dei round spendendo una cifra più contenuta. Poi dobbiamo tenere come primo punto di riferimento il gioco del bambino perché se sono qui è per farli divertire”.

Minimoto CIV Junior 2

Si vedono già i risultati di queste novità?

“Certamente: nel 2016 possiamo vantare una media di circa 90 piloti iscritti a gara e ciò ci rende molto soddisfatti ma non siamo che alla “prima curva” di un lungo percorso”.

Perché un genitore dovrebbe portare il figlio in pista?

“Perché in questo modo un bambino impara cosa vuol dire sicurezza e rispetto delle regole. Purtroppo in questo periodo avvertiamo soltanto la negatività che ci colpisce in prima battuta. Per questo motivo dico sempre ai genitori di fare crescere i propri figli facendoli divertire giocando, ma sempre nel rispetto delle regole per la sicurezza, nell’etica sportiva e del fair play e soprattutto nel rispettare in pista gli avversari che poi non sono altro che i compagnetti di gioco nel paddock. Per questo è necessario prendere parte ai campionati riconosciuti, titolati e che abbiano un criterio organizzativo conforme alle regole federali, sotto la guida di persone qualificate del settore”.

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