Un mese senza Simoncelli….

Un mese senza Simoncelli….Un mese senza Simoncelli….

Un mese, è già passato un mese dalla scomparsa di Marco Simoncelli ma a noi sembra che sia ancora qui con noi. Il suo sorriso, il suo “Diobò” sembrano non averci mai lasciato. Quel maledetto 23 ottobre a Sepang il “Sic” la voleva tenere quella moto, voleva vincere la sua prima gara in MotoGP e invece quello stramaledetto destino ce l’ha portato via in diretta televisiva, davanti a milioni di appassionati increduli, davanti ad un paddock incredulo e soprattutto davanti al papà Paolo, che per primo aveva capito che poche erano le speranze di vedere ancora vivo suo figlio e che inforcato il motorino era corso verso il luogo dell’incidente per cercare il suo Marco, che però non poteva rispondere.

Quello che c’è stato dopo, una volta che la sua salma è tornata in italia, è qualcosa di speciale e irripetibile. Migliaia di persone si sono riversate nella sua Coriano, per dare l’estremo saluto ad un ragazzone con il sorriso sulle labbra che ogni mamma avrebbe voluto. E qui entra in gioco anche la sua famiglia, persone con una forza interiore incredibile, con un senso del rispetto verso i giornalisti al di sopra di ogni immaginazione e sempre a testa alta. Hanno affrontato questo strazio con la consapevolezza che il loro “Marco” è morto facendo la cosa che amava fare di più, correre in moto. Quelle moto così amate da dormirci insieme; la sua Gilera con cui si era laureato campione del mondo nel 2008 era infatti compagna di stanza, sempre accanto al suo letto.

Il giorno del funerale poi è successo qualcosa di “magico”, non solo lacrime che è giusto versare in quei momenti ma anche sorrisi, la sua canzone preferita “Siamo Solo Noi” di Vasco Rossi ad attenderlo all’uscita dalla chiesa e migliaia di persone ad acclamare il suo nome. La magia poi di vedere intorno alla sua bara (posta al di fuori della chiesa) gli amici di sempre, tutti “accovacciati” intorno come a fargli sentire il loro calore… Ecco Marco, quel giorno noi eravamo lì e abbiamo potuto toccare con mano come la gente ti amasse e parliamo anche di gente comune che magari di moto capisce poco, ma che aveva compreso la splendida persona che eri. Un mese, è già trascorso, un mese ma per noi sei ancora qui…

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