SBK: Borciani “Quanto successo ad Andrea e ad Alessia sia di sprone per il futuro”
E propone la nomina di un ex pilota come aiuto alla commissione sicurezza
È ormai passata una settimana dal tragico incidente avvenuto al Moscow Raceway durante la prima manche della Supersport che ci ha portato via presto, troppo presto una promessa del motociclismo, ma soprattutto un giovane come Andrea Antonelli.
Per parlare di lui abbiamo voluto raggiungere telefonicamente Marco Borciani, ex pilota e team manager delle derivate di serie e futuro tecnico federale dalla FIM, che ha ricordato il 25enne umbro, senza dimenticarsi di Alessia Polita, che a giugno ha perso l’uso degli arti inferiori a seguito di una caduta avvenuta nelle prove della Stock 600 valide per il CIV.
“Sono state entrambe notizie terribili – ha commentato – Nel paddock della Superbike c’è una famiglia che segue le corse in camper non ha nessuno impegnato nelle competizioni, ma è sempre presente perché appassionata ed è pian piano diventata un riferimento per tutti i ragazzi che vanno lì a scambiare quattro chiacchiere e a rilassarsi, quindi io Andrea l’ho conosciuto in quel contesto. Non lo dico per quanto è accaduto, ma era davvero un bravo ragazzo, amava profondamente il suo lavoro, non gli interessava l’apparenza, la fama o il confort, a differenza dell’80% dei suoi colleghi, a lui importava solo correre. Era molto onesto e quando non arrivavano i risultati, non incolpava mai gli altri o la moto, come invece capita spesso di vedere. Purtroppo non ha mai avuto un mezzo davvero competitivo, probabilmente a causa della mancanza di grossi sponsor alle spalle, quest’anno però con una moto discreta, ma comunque lontana da quelle dei primi, stava già facendo molto bene e come suo padre ha rivelato in alcune interviste a Mosca sperava nella pioggia che mette maggiormente in luce le qualità di chi guida”.
Cosa ci puoi dire invece dell’incidente?
Prima di tutto è brutto discutere di sicurezza solo in questi casi. Se davvero la pista era così pericolosa per la forte presenza di acqua allora anche la Sbk doveva essere interrotta. E’ molto difficile comunque dare giudizi se non si è presenti ai fatti. In questo caso poi le immagini tv danno un’idea delle condizioni, mentre quelle amatoriali apparse su You Tube un’altra. Detto ciò una dinamica del genere produce sempre quest’effetto. Mi ricordo nel 1999 quando in Sud Africa è caduto Brett Macleod, Meregalli dietro di lui era uscito di traiettoria per superarlo, non l’ha visto e l’ha centrato in pieno. Alla fine c’è poco da fare se ti arriva una moto addosso anche solo a 80 km /h e ti colpisce al collo o al torace.
A tuo parere cosa bisognerebbe fare per incrementare la sicurezza ed evitare di incorrere a posteriori in polemiche sulla fattibilità o meno delle corse?
Credo andrebbe nominato un ex pilota, quindi qualcuno che ha praticato lo sport, ma senza interessi diretti, per dare una mano alla commissione per decidere sulla praticabilità del circuito, perché spesso chi corre, soprattutto se sa che può vincere o magari ottenere un bonus in denaro, non riesce ad essere abbastanza “lucido” per dare indicazioni.
Subito dopo l’evento più di qualcuno ha segnalato che la pista è in effetti pericolosa per l’assenza dell’asfalto drenante, che per motivi di temperature troppo basse, non può essere steso. Come mai allora si accetta di gareggiare in luoghi non al top e tra l’altro senza storia?
Credo che se la situazione fosse stata davvero insostenibile i piloti avrebbero optato per non partire com’è successo lo scorso anno a Monza. Ciò detto se in questo momento occorre andare in Russia perché è un mercato in crescita bisogna farlo. Il fattore economico non va tralasciato, perché se non ci sono i soldi, non si fanno neppure le gare e dunque bisogna orientarsi in territori dove le vendite possono essere importanti.Davanti a queste problematiche occorre magari prestare più attenzione nelle verifiche e intervenire ad esempio creando una pendenza maggiore sul rettilineo, che poi è il punto critico, o magari cambiare data, ma non sarebbe giusto togliere questo appuntamento dal calendario. Senza pensare a corse al limite come il Tourist Trophy che non condivido, quando correvo io si andava a Brands Hatch che ha curve a 200 orari con i muretti vicinissimi. Si gareggiava anche con la pioggia e i rischi erano alti, ma noi andavamo pazzi per quel tracciato. Alla fine bisogna mettere in conto che il nostro è uno sport in cui si può morire o rimanere menomati.
Quanto successo ad Alessia non è stato comunque meno traumatico…
Sì un vero shock. Tra l’atro ho saputo da fonti attendibili che nella curva dov’è successo avevano tolto l’air-fence. Una cosa assurda perché c’è sempre, quindi non capisco il motivo di levarla in occasione del Campionato Italiano. Lo ritengono meno importante? Per me tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo.Per quanto mi riguarda sono abbastanza fatalista, dunque non è detto che poi l’esito sarebbe stato differente, ma se lì c’era bisogno di una protezione, dovevi esserci. Non si deve mai essere pressappochisti o pensare che intanto non succede nulla. Se prendiamo ad esempio l’incidente che ha avuto Valentino Rossi al Mugello, la presenza dell’air fence è stata una salvezza perché anche in quell’occasione l’impatto è stato violento. Se c’è la possibilità di arginare i pericoli non capisco perché non lo si debba fare.
Da pilota cosa vorresti dirle in un momento della sua vita così complicato?
Davanti a certi episodi mancano le parole ed è difficile trovare il modo per rincuorare davvero una persona che dall’oggi al domani ha visto la sua vita stravolgersi. Pensa che non le ho neppure scritto! Personalmente mi auguro solo che questi due tristi avvenimenti possano essere uno sprone per quanti si occupano di sicurezza ad intervenire in maniera più capillare.
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
You must be logged in to post a comment Login