SBK | Bautista, sfogo social: “Oggi non parlo solo da pilota, ma da persona”
Lo spagnolo della Ducati: "Un pilota non si definisce solo per i chili che segna la bilancia, ma per l’intelligenza in pista, l’istinto, il coraggio e la connessione con la moto
Superbike 2025 – Sfogo social di Alvaro Bautista, che inizia un post dicendo: “Oggi non parlo solo come pilota, ma come persona”, un duro post su cosa voglia dire essere penalizzati dal proprio corpo, dal proprio peso.
Il pilota spagnolo, Campione del Mondo 125cc e due volte iridato della Superbike, ha deciso di rompere il silenzio. Di un pilota che, prima ancora di essere atleta, è una persona. Perché “un pilota non si definisce solo da ciò che dice la bilancia, ma da ciò che dimostra in pista: istinto, intelligenza, coraggio, connessione.”
Dichiarazioni Alvaro Bautista Regola Peso SBK Superbike 2025
“Oggi non parlo solo come pilota, ma come persona. Come qualcuno che ha dedicato la propria vita a questo sport, che si è allenato ogni giorno con impegno, disciplina e amore per la moto. Ma anche come qualcuno che ha provato sulla propria pelle cosa significa essere giudicato e, in un certo senso, penalizzato… non per il rendimento, né per la dedizione, ma per il proprio corpo. Per il proprio peso.
Per molto tempo sono rimasto in silenzio. Ho cercato di adattarmi, di non creare disturbo, di convincermi che tutto ciò facesse parte del gioco. Ma la verità è che, quando le tue dimensioni fisiche diventano uno svantaggio strutturale — qualcosa che non riflette la tua capacità come pilota —, allora non è più una questione tecnica, ma diventa una forma di discriminazione.
Ho sentito come mi si metta più in discussione, come mi venga chiesto di giustificare il mio posto ancora e ancora. Non perché non possa stare davanti o dare il massimo, ma perché il mio corpo non si conforma a uno standard fisico che, pur non essendo scritto, conosciamo tutti.
Capisco che il peso sia un fattore tecnico nel rendimento di una moto. Lo accetto. Ma quando il sistema non contempla le differenze naturali tra i corpi, smette di essere equo e inizia a escludere.
Per questo parlo oggi. Non per vittimizzarmi. Non per creare divisioni. Parlo perché non voglio che altri piloti — presenti o futuri — debbano affrontare quello che ho passato io. Che sentano che il proprio corpo è una barriera più difficile di qualsiasi curva.
La mia intenzione con questo messaggio è aprire una conversazione necessaria. Chiedere che si ripensino i criteri tecnici, i regolamenti, e soprattutto la cultura del motociclismo. Un pilota non si definisce solo per i chili che segna la bilancia. Si definisce per l’intelligenza in pista, l’istinto, il coraggio e la connessione con la moto.
Grazie per avermi ascoltato. Non cerco applausi. Solo consapevolezza. E, con un po’ di fortuna, un cambiamento che renda questo sport più giusto per tutti.”
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