Rossi, it’s a beautiful day!
Tutti al mare, tutti al mare, eccetera eccetera. Tutti tranne lui, che quantomeno per questi giorni della prima settimana di agosto ha tranquillamente deciso di svelare il proprio futuro a breve e lungo termine. Due tappe fondamentali della sua carriera, annunciate al mondo intero quando eravamo già con la mente a castelli di sabbia, paletta, secchiello e, al più tardi (molto più tardi..) a Brno. Eppure Valentino Rossi ha deciso così, di non mandare in vacanza i giornalisti, anzi, di imporre straordinari non propriamente “graditi” di questi tempi. Non per chi ama il vero motociclismo, che ha così potuto gioire della conferma per il 2006 di Valentino con la Yamaha. Probabilmente con una propria squadra, una M1 con un team e sponsor “personali” che lo hanno seguito in questi anni, Nastro Azzurro, Alice, Kerakoll e via discorrendo. Una struttura ufficiale ma con una propria indipendenza, gestita da Jeremy Burgess, supervisione di Davide Brivio e sempre marchiata da Iwata.
Una YZR M1 che per il 2006 passerà dal blu al giallo a tinte multicolori, così come accaduto in passato (2000-2001) in Honda, così come non verificatosi al termine del proprio idillio con il marchio di Tokyo, quando il Dottore voleva una propria equipe e un legame meno oppressivo con la casa madre. La Yamaha ha accettato ed esaudito le (giuste, Rossi può chiedere ed ottenere ciò che vuole, cronometro alla mano) richieste del Fenomeno, decidendo allo stesso tempo di puntare tutto su di lui e su altre due motociclette vestite Gauloises, per Edwards e un pilota gradito allo sponsor (preferibilmente un francese, possibilmente De Puniet), chiudendo così anticipatamente il proprio rapporto con il Tech 3 di Hervè Poncharal, che già si sta guardando intorno (Kawasaki? Ducati?) con la paura dell’abbandono dalla categoria per mancanza di copecchi.
Rossi detta le proprie strategie e quelle degli altri: lui ruota attorno a tutto nel Motomondiale, così è, così deve essere. Il rinnovo di Valentino con Yamaha per una sola stagione (e per un “solo” milione di euro in più) non gli impone le manette di un contratto pluriennale aprendo così dal 2007 ogni possibile scenario. Non sono serviti i 15 milioni della Marlboro a convincere il 76 volte vincitore di un Gran Premio a legarsi con la Ducati, che dal canto suo potrà tornare a pensarci dal 2007, quando magari le scarpette giapponesi andranno meglio o per mancanza di risultati si potrebbe pensare ad un ritorno col Bibendum. Una stagione clou quella del 2006 per il Dottore, che dovrà pensare a cosa fare da grande, a quale nuova avventura (leggi sfida) gettarsi a pieno titolo per entrare per la milionesima volta nella leggenda.
Due sono gli scenari (lontani): il binomio agostiniano moto-pilota italiano, il passaggio alle quattro ruote. Già, perchè il rinnovo con Yamaha doveva chiudere ai giornalisti il lavoro di esemplificare in articoli cosa farà prossimamente Valerossi, ma ci ha pensato lui nello spazio di 24 ore di render infuocate le redazioni con gli addetti ai lavori impegnati in super lavori e poemi omerici al suo riguardo. Oggi Valentino Rossi è tornato a Fiorano a provare la Ferrari F2004, nel giorno in cui il Cavallino ha dato il benservito ufficiale a Rubens Barrichello (della serie “Ciao, è stato bello, ciao ciao, stammi bene mi raccomando, però non ci servi più, fuori dalle…”) riprendendosi Felipe Massa. Vale ha testato nuovamente la monoposto più ambita del mondo, non più con il casco di Schumacher, ma con uno completamente rosso. Nessun tempo ufficiale dichiarato, nessuno che parla, tutti gli uomini in camicia rossa che sanno ma non vogliono dir nulla: “Zitti zitti, voi che seguite le gesta di Valentino non dovete sapere quanto e come sta girando con la F1. Avete dei cronometri alla mano? Due secondi dal tempo di Schumacher? Ah ah ah. Non possiamo dir niente…”
Che barba Valentino. Sembri l’eterno indeciso, quello che non sa cosa fare dal 2007 in avanti. Yamaha sì, Ducati forse, Ferrari un sogno, Rally una passione, chissà. Ma in realtà, ci stai prendendo in giro alla grande… Grandissimo, come sempre.
Alessio Piana
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