MotoGP – Test Sepang Day 2 – Valentino Rossi in testa, Yamaha protagoniste

MotoGP – Test Sepang Day 2 – Valentino Rossi in testa, Yamaha protagonisteMotoGP – Test Sepang Day 2 – Valentino Rossi in testa, Yamaha protagoniste

Valentino Rossi davanti a Colin Edwards, poco meno di due centesimi tra le Yamaha YZR M1 800cc ufficiali, una schiera di quattro piloti molto ravvicinati con i positivi De Puniet e Tamada nel mezzo. Così recita in estrema sintesi la seconda giornata di Test MotoGP (presenti Yamaha, Kawasaki e Ilmor) sul tracciato malese di Sepang, con il Dottore capace di rimpossessarsi della prima posizione davanti ad un Colin Edwards decisamente a suo agio con la 800cc di Iwata. Valentino si mantiene costante sui propri tempi sul giro, senza dover ricorrere a gomme “soft” (quanto mostrato il 24 gennaio evidentemente basta e avanza…) e dedicandosi esclusivamente al set-up, costanza e affidabilità della nuova M1, decisamente nata bene in quel di Monza, con il “Texas Tornado” pedina complementare del certosino lavoro di sviluppo. Le due compagini interne del team Yamaha collaborano per rendere veloce la M1, per la solita teoria invernale di JB, Jeremy Burgess: arrivare subito ad un ottimo livello, mettere in crisi gli avversari costringendogli a dare il massimo subito, a scoprirsi. Pre-tattica e non solo, anche se in quel di Sepang ci sono solo una buona ma acerba Kawasaki ed una Ilmor lungi dal definirsi una MotoGP al 100 %. Si lavora al proprio box con capo chino e determinazione assoluta, aspettando il prossimo confronto diretto di Losail, quando veramente ci sarà un confronto più attendibile, più veritiero in ottica della prima gara 2007 proprio in Medioriente.

Ad ogni modo i responsi offerti da Valentino Rossi e Colin Edwards sono miele per il box provvisoriamente senza sponsor (Fiat, ma nessuno dei diretti interessati vuole dirlo, che tristezza…), conferma del grande stato di salute della Yamaha YZR M1 800cc. Due soli piccoli difetti di gioventù sono stati sincerati due settimane or sono dal Dottor Rossi: la progressione in staccata e la mancanza di cavalleria a sufficienza. Per il primo punto sono state trovate delle contromisure che hanno ampiamente soddisfatto Valentino in questi giorni, a cominciare da un’inedita sospensione posteriore Ohlins richiesta espressamente da Burgess & co. Per la potenza, oggettivamente, in Yamaha non sono proprio messi male come tanti altri concorrenti. Valentino sente meno cavalleria perchè d’altronde così deve essere, si sono persi 200cc con vantaggi e svantaggi del caso. L’importanza di questo doppio-test malese è la certezza di avere un’ottima base, preso la strada giusta e allontanato con un calcione nel di dietro il chattering. In conclusione, non c’è male, manca soltanto una cosa alla Yamaha in questo 2007: la livrea definitiva. Per questo, bisognerà attendere i test a Jerez. Restando sempre con i Tre Diapason, ci spostiamo al box Tech 3. Rispetto al 2006 è cambiato molto, ma non sembra esser cambiato nulla. C’è un pilota per fare risultati (Makoto Tamada in luogo di Carlos Checa) ed un suo team-mate che sembra un corpo estraneo nella MotoGP, Sylvain Guintoli (sostituito di James Ellison volato negli States). Il giapponese ex-bandiera di casa Honda sta ricevendo gli apprezzamenti da parte della Dunlop, che lo reputa, come già accaduto nel recente passato prima da Bridgestone e successivamente da Michelin, un abile tester, senza però quella manetta in grado di renderlo un pilota costante e vincente. Con un regolamento in materia-gomme favorevole la Dunlop può recuperare il gap dalla concorrenza, anche se per il momento non deve affidarsi a Sylvain Guintoli, non a suo agio con la M1 800cc. Se con la 1000 non era lontano dalle performance di Checa nelle prove post-GP, con la 800 non riesce a trovare un giusto feeling, tenendo spesso il gas chiuso per evitare un’altra pericolosa caduta (due con infortunio al seguito nel recente passato). Emblema di questa difficile situazione è l’incontro in pista con altri competitors: ieri si era trovato vicino ai connazionali De Puniet e Jacque, ai quali sono bastate due curve per passarlo e distanziarlo. Difficile, più difficile a nostro modo di vedere questa MotoGP 800cc rispetto alle 990cc. La controprova per i “deb” l’avremo il prossimo anno con Lorenzo, Dovizioso, Toseland e De Angelis attesi rookies della categoria: vedremo se il problema viene dalla specificità dei nuovi mostri a 4 tempi o dalla manetta del buon pilota transalpino…

La controversa circostanza di casa Yamaha-Tech 3 si scontra con l’opera di autoconvincimento del potenziale vincente di casa Kawasaki. La formazione piloti non è la più eterogenea del circus, non si ha l’esperienza di gare e mondiali vinti, eppure gli uomini in camicia nero/verde sognano il colpaccio. Motivo? La neonata ZX-RR 800cc, nata con maggiori responsabilità da parte di Ichiro Yoda (ormai capo assoluto di Kawasaki Racing-MotoGP), ha dato riscontri cronometrici a dir poco esaltanti, con Randy De Puniet che sembra aver dato un calcio al recente passato ed Olivier Jacque in grado, step by step, di recuperare lo smalto di un tempo. Tutto bene, insomma. Sì, no, forse. Come mostrato dalla Suzuki, basta soltanto un tracciato (sarebbe meglio dire una curva, la #12 di Phillip Island) a spazzare via il vantaggio accumulato in mesi di lavoro. La ZX-RR 800cc ha avuto una gestazione lunga, un travaglio senza problemi ed un parto felice per la gioia di grandi e piccini kawasakisti, tanto da non sentire la mancanza di Shinya Nakano approdato in casa Honda. Randy De Puniet è pienamente soddisfatto del lavoro di Akashi: dopo il mini-test dello scorso mese di novembre proprio qui a Sepang con una 800 laboratorio (motore collocato sul telaio della mille), il francesino ex-scoperta di Lucio Cecchinello ha ritrovato una moto completamente nuova, con un motore più gestibile sebbene paghi ancora potenza in alto. Rispetto alla 990, non c’è più il problema di tenere la ruota anteriore a terra salendo di marcia, ringraziando vivamente la Magneti Marelli che si occupa della gestione elettronica. Non è facile tenere a bada un 4 cilindri “big bang” con il richiamo pneumatico delle valvole, metodo ritenuto sufficientemente valido per recuperare potenza sugli avversari (anche se questi, vedi Honda, la ritengono una mossa poco azzardata e soprattutto inutile per la fruibilità del propulsore). Considerato poi che con la generazione “800” delle MotoGP non è la cavalleria assoluta l’esigenza #1 degli ingegneri, si spiega parzialmente l’entusiasmo Kawasakista.

Per trovare una logica spiegazione alla seconda parte di questo vivere entusiastico bastano due iniziali: HE, Harald Eckl. Il divorzio con il team manager teutonico ha dato serenità al reparto corse, finalmente in grado di fare tutto in casa e prendere decisioni in automatico, capeggiati da Ichiro Yoda che sembra essere proprio l’uomo giusto per rispondere a questo compito con successo. Apriamo adesso il capitolo Ilmor. A Kuala Lumpur due X3 a disposizione, un buon pilota (Andrew Pitt) in sella, staff tecnico sulla carta all’altezza dell’oneroso impegno in MotoGP. Eppure i tempi della “X Cube” sono da 250cc: al primo esame su di un tracciato vero quale Sepang il progetto anglo-svizzero-teutonico si dimostra un buco nell’acqua, fornendo interrogativi sul positivo stato di forma mostrato da Garry McCoy nelle due gare spot di Estoril e Valencia. In quell’occasione l’australiano giocava per la zona punti ed era in bagarre con Cardoso, Ellison e Hofmann: non malaccio per una 800cc contro Yamaha e Ducati 1000cc seppur gommate Dunlop. Certo, dopo 10 giri la X3 era ai box: problemi di gioventù, si diceva. Oggi si rivede questa valutazione con la più semplicistica teoria del “tiriamo al massimo cercando acquirenti per vendere il progetto chiavi in mano”. Piaggio e KTM (a quanto pare) non sono cascate nel tranello, e così il buon Illien si ritrova a sistemare una X3 con un McWilliams infortunato entrando in un mondo (le due ruote) non suo. Difficile rifarsi, impossibile credere in un miracolo motociclistico nel tentativo di battersi alla pari con colossi rispondenti al nome di Honda o Yamaha. Per il momento due motori rotti, cronometrici da 250cc, causante dell’incidente di Jerez ai danni di McWilliams non trovata, insoddisfazione generale. Anche questo è il dorato mondo della MotoGP.

MotoGP Test Sepang – Martedì 6 febbraio 2007 – I tempi del Day 2

01- Valentino Rossi – Yamaha YZR M1 800cc – 2’02.099
02- Colin Edwards – Yamaha YZR M1 800cc – 2’02.118
03- Randy De Puniet – Kawasaki ZX-RR 800cc – 2’02.554
04- Makoto Tamada – Yamaha YZR M1 800cc – 2’02.745
05- Olivier Jacque – Kawasaki ZX-RR 800cc – 2’03.761
06- Sylvain Guintoli – Yamaha YZR M1 800cc – 2’05.002
07- Andrew Pitt – Ilmor X3 – 2’07.923

Alessio Piana

Le Foto dei Test a Sepang

I Wallpapers delle prove in Malesia

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