MotoGP – Test Phillip Island Day 3 – Hayden in testa, resuscita la Honda

MotoGP – Test Phillip Island Day 3 – Hayden in testa, resuscita la HondaMotoGP – Test Phillip Island Day 3 – Hayden in testa, resuscita la Honda

Per essere una moto che sguazza tremendamente nei primi problemi di gioventù, non c’è male. La terza (e ultima) giornata di test della MotoGP a Phillip Island, senza Yamaha e Kawasaki, ha offerto un responso più attendibile sui valori in campo in proiezione della prima gara stagionale a Losail: le Honda RC212V ufficiali di Nicky Hayden e Daniel Pedrosa hanno monopolizzato le prime due posizioni, dimostrando il potenziale di base del nuovo rivoluzionario progetto di Tokyo sia sul giro singolo che sul passo di gara (positiva la simulazione di long-run). Il Campione del Mondo si è spinto sino al crono di 1’29″52, nuovo riferimento record del tracciato di Victoria, due decimi o poco più davanti a Pedrosa, più di 0″6 sul terzetto Ducatista composto da Loris Capirossi, Casey Stoner e Alex Hofmann, con Chris Vermeulen a seguire. Vero, Phillip Island storicamente è, Laguna Seca a parte, il tracciato preferito dal “Kentucky Kid”: pole position per lui l’anno passato, primo “vero” podio in carriera nel 2003. Hayden ama Phillip Island, ma a questo punto dovrebbe iniziare a prendere in simpatia la Honda 800cc, che non sarà una comoda poltrona a due ruote, ma quantomeno dimostra di essere oggettivamente il progetto più temibile dalla concorrenza. I test, lo diciamo sempre, non sono una scienza esatta, ma quando tutti provano con le gomme da qualifica abbiamo un responso più veritiero senza mascherarsi dinanzi a prove comparative e/o test ove il cronometro passa in secondo piano. Alla prima vera prova la Honda ha “stracciato” gli avversari, con una RCV rinnovata (da Tokyo sono state portate novità tecniche per quanto concerne il reparto telaistico e motoristico, con un’erogazione più pronta e senza “tagli” sotto i 18.000 giri), rinvigorita e veloce. Per Nicky c’è la conferma della bontà del nuovo progetto, dell’immediato recupero dall’operazione, con l’unico dilemma sulla posizione in sella che tanto lo ha fatto penare da Sepang all’Australia. La HRC ha provveduto con un cupolino (visibilmente) più grande, ma questo non sembra bastare. Non ci si può nascondere sotto dichiarazioni di circostanza: Hayden in sella alla RC212V sembra un corpo estraneo. Non solo lui: stessa situazione per Checa (1 centimetro più alto di Nicky), Nakano e Melandri, anche se quest’ultimi non si lamentano e vivono ben altri problemi. La RCV 800cc, sia chiaro, non è la minimoto costruita “a misura” di Daniel Pedrosa. E’ una moto più piccola (sebbene il passo/interasse con la 990 sia il medesimo) che offre tante difficoltà di adattamento. E’ un progetto rivoluzionario, il gioco alla fine, vedendo il cronometro, vale la candela. Non è ancora al 100 % (ci sono ancora da risolvere problemi di surriscaldamento, mentre in merito alle novità 2007, consumi e gomma ant. da 16″, si è già un passo avanti), ma la RC212V è già in grado di tener testa e scavalcare gli avversari: peccato soltanto a Phillip Island non ci sia la Yamaha, sarebbe stato un vero, valido confronto a poco più di un mese dal via della stagione 2007…

Vediamo dunque un Nicky Hayden che abbozza un sorriso e Daniel Pedrosa, dal canto suo, che ha cercato e trovato le conferme che si aspettava. Con gomme da qualifica è sempre stato lì (4° a Sepang, 2° in Australia), sul passo di gara fatica leggermente, ma è indubbiamente messo meglio rispetto a tanti altri colleghi. Per quello che dovrebbe essere il “suo anno” l’inizio non è stato proprio da dominatore, ma Dani e tutto il suo entourage mostra quella sicurezza che in altri suoi colleghi non trovi. Solite dichiarazioni di circostanza (sarebbe meglio dire nel dorato mondo della MotoGP “da professionista”) nessun reale problema visibile. Anche se non conferma, anche lui ha qualche difficoltà… Meno rispetto ad altri, ma anche lui qualche sentiero disconnesso nel percorso che lo porterà a Losail lo ha incontrato.
Passiamo alla Ducati: tris ieri con Barros, Capirossi e Stoner, oggi una giornata positiva e bilancio altrettanto favorevole nel computo dei tre giorni. La Desmosedici GP7 è una moto veloce, competitiva, e sembra la moto che meno ha sentito il passaggio da 990 a 800, portandosi dietro i problemi di un tempo. Vero, la rigidità telaistica è stata migliorata, ma ci sono ancora problemi all’erogazione e reazione del freno motore. Sono stati provati diversi tipi di gestione elettronica del propulsore, passi in avanti sono stati fatti anche se non si è ancora al 100 %. Per quanto riguarda la messa a punto e l’adattamento con le gomme 2007, la simulazione di gara ha offerto a Capirossi le risposte che cercava, mentre c’è ancora qualche problemino sul giro “da Superpole”, dove storicamente la Ducati (e Loris) facevano la differenza e oggi si incontrano qualche difficoltà. Tempo al tempo, la Ducati arriverà all’apice della competitività. Ducatisti, abbiate fiducia, anche verso Casey Stoner che migliora il feeling con la propria Desmosedici e, soprattutto, non cade più. L’impegno e la volontà non mancano: d’altronde la sua luna di miele più che con Adriana la sta passando in sella alla Ducati…

Suzuki. Ecco, di quale Suzuki parliamo? Di quella miracolante e strabiliante di Sepang o quella che ha incontrato non pochi problemi a Phillip Island? Dov’è la straordinaria competitività della GSV-R 800cc? Dov’è John Hopkins? Semplice, o quantomeno non difficile da capire. Storicamente per la Suzuki Phillip Island rappresenta una pista ostica, dove i lunghi curvoni (soprattutto la curva 12, quella che immette sul traguardo) distruggono la gomma posteriore. Per questo si è lavorato tanto, tantissimo, senza però risolvere i problemi. Insomma, strano da dirsi, ma il presunto vantaggio accumulato si perde in una curva. Non il massimo per la “sorpresa dell’inverno” o, per qualcuno, la “conferma dell’inverno”. Vermeulen è andato abbastanza bene con una gomma da qualifica (sesto tempo), meno, molto meno nella simulazione di gara. John Hopkins è tutto sommato tranquillo: “Rispetto al 2006 dove eravamo in crisi e senza la pioggia non vedevamo il traguardo, ci sono dei grandi passi in avanti”. Detto però da chi, per molti, era un pretendente alla vittoria, non sono le parole che ti aspetti. Vedremo a Losail e Jerez, le ultime prove 2007, come andranno le Rizla Suzuki, veloci ma dall’andamento altalenante.

Il 5 febbraio Yamaha, Kawasaki e Ilmor (con Pitt) in pista a Sepang, poi tutti insieme appassionatamente dal 13 febbraio a Losail per una tre-giorni di prove in proiezione primo GP stagionale, Infine dal 23 test IRTA a Jerez e nuovamente in Qatar dal 1 marzo: la strada che porta al Gran Premio inaugurale della stagione 2007 segna oggi -1 mese e 15 giorni. Poco, pochissimo. Peccato soltanto che a Phillip Island in questi giorni non ci sia stata la Yamaha: per un confronto più credibile, di più rispetto a Sepang 1…

MotoGP Test Phillip Island – Giovedì 1 febbraio 2007 – I tempi del Day 3

01- Nicky Hayden – Honda RC212V – 1’29.52
02- Dani Pedrosa – Honda RC212V – 1’29.70
03- Loris Capirossi – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.14
04- Casey Stoner – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.20
05- Alex Hofmann – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.21
06- Chris Vermeulen – Suzuki GSV-R 800cc – 1’30.34
07- Alex Barros – Ducati Desmosedici GP7 – 1’30.43
08- Carlos Checa – Honda RC212V – 1’30.46
09- Toni Elias – Honda RC212V – 1’30.56
10- Marco Melandri – Honda RC212V – 1’30.80
11- John Hopkins – Suzuki GSV-R 800cc – 1’30.80
12- Shinya Nakano – Honda RC212V – 1’30.97
13- Kenny Roberts Jr – KR Honda KR212V – 1’31.10

Alessio Piana

Le Foto dei Test a Phillip Island

I Wallpapers dei Test a Phillip Island

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