MotoGP – Test Indianapolis Day 1 – Il parere dei piloti sul tracciato
Il palcoscenico può definirsi “speciale”. Unico, se vogliamo. Il tracciato, tuttavia, resta da valutare. Con queste premesse, pardon, “curiosità”, si è andati a Indianapolis per scoprire il circuito destinato alle MotoGP. Inedito, perlopiù: basato sì sul layout destinato a suo tempo alle Formula 1, ma a senso opposto di marcia e con tagliato il banking della curva 1. Incognite che hanno trovato chiarezza nella prima giornata di test collettivi, con sette piloti e/o tester impegnati, gli unici a poter offrire un parere attendibile sulle caratteristiche dell’Indianapolis Motor Speedway versione… motociclistica. I punti salienti sono quelli ipotizzati: grande velocità di punta in fondo al lunghissimo rettifilo, interminabile serie di curve lente, pista eccessivamente “sporca”, persino in traiettoria. Manca il grip, come naturale che sia, tenendo conto che il percorso destinato alle 800cc è praticamente inutilizzato, con lo Speedway adoperato per una ventina di giorni l’anno (per la Indy 500 e la Brickyard 400 della NASCAR, test e prove cronometrate compresi). Difficoltà collettive iniziali che si scontrano con il parere espresso positivamente dai più, sorpresi da un disegno apprezzabile che combina i 300 orari con tornantini da seconda marcia in modo uniforme, costante. Non ci resta dunque che ascoltare il parere dei piloti impegnati nella prima giornata di prove della top class a Indianapolis, a cominciare da Niccolò Canepa, il più veloce con il crono di 1’44″176 spiccato ai comandi della Ducati Desmosedici GP8.
“E’ una pista bellissima”, sincera il tester Ducati MotoGP. “Questa mattina mi son dedicato a conoscere la pista, d’altronde era nuova per tutti e la traiettoria era un pò sporca, quindi io insieme agli altri piloti abbiamo fatto un pò di “pulizia”. Abbiamo percorso molti giri questa mattina, cosìcchè in serata il grip era buono per trovare un set-up ottimale ed un buon tempo sul giro. Adesso sono particolarmente felice perchè son riuscito a chiuder davanti a tutti, davanti soprattutto a Ben Spies che qui gioca in casa. Vedremo domani, sono convinto che i tempi scenderanno di parecchio: non siamo ancora a posto con la moto, c’è del lavoro da fare. In più con una giornata alle spalle posso andar più forte conoscendo meglio il tracciato: sono giovane, il più giovane qui, pertanto sono un pò pazzo rispetto agli altri…”
Ben Spies in azione a Indianapolis
Il Campione della Stock 1000 sarà un pò “pazzo”, più ragionevole invece Ben Spies, attesissimo da pubblico, media, addetti ai lavori. Alla “prima” di Indianapolis, però, è stato battuto dal 19enne di Genova..
“Il tracciato è ben fatto”, sincera la rivelazione dell’AMA Superbike. “Penso ci siano alcuni punti da migliorare, ma la base è buona e per il Gran Premio di settembre credo tutto sarà pronto. Oggi mi son dedicato a conoscer meglio la moto e, ovviamente, il circuito. Ho corso a Donington con la Suzuki, per me resta comunque una moto nuova: per questo ho cercato in tutti i modi di migliorare il feeling in sella, e a fine giornata posso ritenermi soddisfatto dei progressi effettuati. Non posso negare che penso già alle prossime gare in MotoGP, mi piacerebbe chiudere nella top 10, forse nella top-5, ma sarà difficile. Ci proverò sicuramente e sto lavorando in questo senso: oggi ho percorso 100 giri, credo ne realizzerò altrettanti domani, così da avere riferimenti utili per la gara di settembre”.
Pensa alle gare di Laguna Seca e, ovviamente, Indianapolis il buon Spies. Altre ambizioni invece per Olivier Jacque, da 12 mesi ormai dedito nel ruolo di tester Kawasaki tra Europa e Giappone.
“Non c’è voluto molto per abituarsi al disegno del tracciato: diciamo dopo 10 giri si può imparare facilmente”, sincera l’ex iridato della 250cc. “I problemi oggi sono venuti dalla scarsa aderenza, ma col passare delle ore e dei giri percorsi la situazione è migliorata. Un problema inoltre è ritrovarsi “sparati” verso il muro nel rettifilo: si arriva credo ad un metro, lì si apprezza davvero la velocità pura. Parlando del nostro lavoro, il bilancio non è propriamente positivo: dobbiamo modificare alcune cose a livello di settaggi del telaio per poter esser più veloci”.
Altro tipo di prove per Erwan Nigon, spedito dalla HRC e da Michelin per fornire riferimenti utili in vista del Gran Premio di settembre: quasi una vacanza di piacere per l’ex comparsa della 250…
“E’ una pista speciale: non ho mai girato in America prima d’ora, e farlo a Indianapolis è un sogno. La pista per quanto mi riguarda la promuovo, l’unico problema viene dalla serie di curve lente: se si esce fuori dalla traiettoria o si va oltre la linea bianca c’è parecchio sporco e, naturalmente, poca aderenza”.
Wataru Yoshikawa seguito da William Costes e Niccolò Canepa
Medesime preoccupazioni per Wataru Yoshikawa, una vita in Yamaha tra Superbike e tester MotoGP.
“Questa mattina ero un pò preoccupato perchè non c’era abbastanza grip nel tratto veloce, ma giro dopo giro la situazione è migliorata. C’è da dire che il rettilineo è impressionante, credo sia il più lungo di tutto il mondiale: se c’è grip alla prima curva si può davvero raggiungere velocità importanti”.
Per concludere parola a William Costes, tester Yamaha-Michelin, che sincera le velocità di punta raggiungibili in fondo al lungo rettifilo dei box.
“Il tracciato è molto bello: il mio parere è positivo, anche se oggi è stata una giornata difficile considerando le alte temperature. Con il passar del tempo il grip è migliorato, così abbiamo potuto effettuare diverse prove di pneumatici testando diverse soluzioni, alcune delle quali hanno offerto ottimi responsi. Tornando al circuito, il banking è davvero impressionante: oggi penso di aver raggiungo i 300 orari, ma si può far meglio uscendo dall’ultima curva che è particolarmente lenta. Penso si possa senza problemi raggiungere i 320 km/h”.
a cura di Alessio Piana
servizio media Indianapolis Motor Speedway
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