MotoGP – Loris Capirossi al Motor Show: ”Logico che la Ducati lavorasse su Stoner”

MotoGP – Loris Capirossi al Motor Show: ”Logico che la Ducati lavorasse su Stoner”MotoGP – Loris Capirossi al Motor Show: ”Logico che la Ducati lavorasse su Stoner”

Dopo Alessandro Zanardi e Jarno Trulli, Loris Capirossi, neo-pilota Suzuki MotoGP, è stato l’ospite de “La Gazzetta dello Sport” nella terza giornata del Motor Show 2007. L’imolese, quasi 20 anni di gare con la stessa voglia di vincere di un ragazzino, ha incontrato un buon numero di tifosi e/o appassionati selezionati dal quotidiano “rosa”, rispondendo a diverse domande sui suoi inizi, sulla permanenza quinquiennale con Ducati, su Casey Stoner e sul presente e futuro in Suzuki. Qui di seguito riportato i passaggi più significativi a cura dell’ufficio stampa del Motor Show.

Su i suoi inizi: “avevo quattro anni, mio padre mi mise in sella ad una mini moto fatta in casa dicendomi di dare del gas ed andare. Poi, dopo aver debuttato ed aver fatto vedere che potevo emergere, ho iniziato a raccogliere i primi risultati di rilievo. Il passo successivo è stato il più difficile. Nel 1989 dovevo fare l’europeo ma non avevo i 70 milioni necessari. Mio padre ha ipotecato la casa per farmi correre, ho cercato di ripagarlo in pista ed andando in fabbrica a lavorare. Fortunatamente poi questo investimento si è rivelato produttivo”.

Sul 2007: “ho patito moltissimo il passaggio tra le 1000 cc. e le 800 cc. Le 1000 cc. avevano molta coppia e tanta potenza, riuscivo a farle scivolare ed a farle girare con il posteriore. La 800 cc praticamente non pattina e non sono riuscito per tutto l’anno a prendere le curve nella maniera più produttiva. Andavo spesso largo e per i miei avversari era naturalmente facile infilarmi. Ho sofferto moltissimo, mentre il mio compagno Casey Stoner andava al massimo, vincendo un Gran Premio dopo l’altro. E’ logico che la squadra lavorasse solamente per lui, o meglio, che cercasse di adattare la moto più alle sue caratteristiche che alle mie”.

Sul 2008: “sono al diciannovesimo anno nel mondiale, ma forse ora come non mai sto aspettando l’inizio dei test e della stagione con grande entusiasmo ed ottimismo. Ho voglia di dimostrare fin dalla prima gara di poter lottare per la vittoria. In Suzuki sono motivatissimi, vogliamo battere tutti, naturalmente anche i piloti Ducati. Perché la Suzuki? Avevo avuto molte proposte, tra queste anche quella da me mai presa in considerazione di una partecipazione con un team privato ed una terza Ducati, ma con i tecnici della Suzuki, fin dall’inizio c’è stato subito feeling. Ho già provato un versione evoluta della moto rispetto a quella che ha corso in questa stagione. Sento che si adatta completamente al mio stile di guida. Ora a Gennaio proveremo la nuova, sono molto fiducioso. Lasciare la Ducati è stato difficile non triste, ma avevo bisogno di nuovi stimoli e li ho trovati in Suzuki. Ci stiamo concentrando su quello che abbiamo, su piccoli a precisi sviluppi, per essere pronti subito. Un piccolo vantaggio ci potrebbe venire dai pneumatici. Il rapporto tra Suzuki e Bridgestone è avviato da tempo e questo può solamente aiutarci”.

Sulla corsa: “amo la battaglia e mi esprimo al meglio quando ho un pilota attaccato dietro. In corsa cerco di studiare meglio gli avversari vedo dove sono in difficoltà e cerco in quel punto di esprimermi al meglio, attaccandoli. Amo comunque rimanere in lotta fino all’ ultimo giro, non mi da alcun tipo di pressione e non incide assolutamente sul mio modo di stare in corsa. Sono molti i piloti forti Valentino, Stoner, Pedrosa, Melandri, mi piacerebbe essere con loro fino in fondo nel primo gran premio”.

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