MotoGP – La Ducati Desmosedici GP8
La Ducati Desmosedici GP8 è chiamata a far meglio della progenitrice, la GP7 Campione del Mondo. Logico porsi la seguente domanda: è possibile migliorare un bottino complessivo di 11 successi, 3 titoli mondiali, 5 pole position ed avere un posto prenotato ad ogni singola gara sul podio? In Ducati, come è giusto che sia, ci credono fermamente. D’altronde nell’era dello sviluppo frenetico e dell’elettronica che avanza, una nuova moto deve andare indiscutibilmente più forte. Non per questo la piacevole conseguenza è di ritrovarsi una moto che, in termini semplicistici, va “meglio”. Per questo l’entourage del “guru” della tecnica Filippo Preziosi ha lavorato sin dallo scorso febbraio per affinare un progetto, di per se, vincente e convincente. I cambiamenti rispetto alla GP7 sono sensibili, non si notano ad occhio nudo, ma si nascondono dentro le carene e nel “cervello” della Desmosedici, la centralina elettronica. Partiamo proprio da quest’ultimo settore: insieme alla Magneti Marelli si è lavorato molto nella gestione del freno-motore.
Con Vittoriano Guareschi nel corso del 2007 sono stati svolti test comparativi che hanno portato ad una definizione dell’elettronica da adottare in questa stagione: elettronica che, secondo programmi, sarà evoluta ogni 2 gare, per stare al passo con i tempi ed anticipare la concorrenza. Il cervello della GP8 aggiungerà mano a mano informazioni per consentire una migliore guidabilità ai propri piloti. Questo l’obiettivo dei tecnici Ducati Corse, con l’intento di realizzare una moto non più Stoner-dipendente, scongiurando un possibile caso “Capirossi-bis”. Su quali campi si è lavorato per migliorare la guidabilità? Sulla ciclistica, irrigidendo il telaio, senza scostarsi troppo dalla versione 2007. Sul motore, grazie all’elettronica, cercando un’erogazione più dolce, la tematica centrante dello sviluppo Ducati dal debutto ad oggi. Un lavoro di affinamento per dei risultati che si vedranno soltanto dai prossimi test, in programma a Sepang dal 22 gennaio.
Sarà l’occasione per valutare la bontà della nuova GP8 dopo l’assaggio di Jerez: assaggio del quale Marco Melandri è rimasto tutt’altro che deliziato. Il ravennate non è riuscito a trovare subito un buon feeling con la Desmosedici: troppo dura e scontrosa per il suo stile di guida, se non diametricalmente opposto a Stoner poco ci manca. Ecco, in un certo senso il lavoro dello staff diretto da Preziosi è stato destinato proprio per migliorare la quotidianità del ravennate, storicamente propenso ad una guida più ragionevole rispetto all’improvvisazione dell’australiano. Perchè, la storia ci insegna, la Ducati Desmosedici è una MotoGP che va capita, guidata, dominata. La GP8, forse, un pò meno.
Alessio Piana
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