MotoGP – La Cina mette le mani avanti per Shanghai: nessun riferimento al Tibet
Vietati i riferimenti al Tibet. Che siano scritte, bandiere, colori, o semplici dichiarazioni in merito. La Cina, ed i responsabili del tracciato di Shanghai, hanno già messo le mani avanti pensando al Gran Premio del Motomondiale in programma il prossimo 4 maggio. Le grane con le Olimpiadi, con possibili e auspicati boicottaggi, adesso si pensa anche al Motorsport. A Shanghai sarà vietato qualsiasi tipo di manifestazione a favore del Tibet, per una visione, quantomeno, “discutibile”. In questi giorni molte notizie sono circolate in merito. Il magazine teutonico Motorsport Aktuell (potete visionare l’articolo cliccando su questo link) ha parlato di una richiesta nei confronti della KTM di correre a Shanghai senza lo storico arancio, visto come un “chiaro” riferimento verso il Tibet ed i colori del Dalai Lama.
Naturale il rifiuto da parte di Winfried Kerschhaggl, responsabile del Motorsport KTM, che ha affermato come “Sia impossibile cambiare i nostri colori, anche in caso di una richiesta ufficiale. Le KTM sono arancio per storia e tradizione, e non c’è nessun riferimento all’attualità in Tibet. Non cambieremo i nostri colori, ed è giusto così: la politica non deve interessarsi allo sport, e viceversa”.
D’altronde nessuno in Cina aveva fatto una precisa richiesta in merito lo scorso anno durante il Gran Premio di Formula 1 con le Spyker arancioni, o anche solo sette giorni or sono a Shanghai con la gara dell’A1 Grand Prix, con la monoposto olandese vestita dei propri colori nazionali.
La preoccupazione più grande viene da possibili manifestazioni pro-Tibet, e per questo non mancheranno “avvertimenti” in merito. Potete solo immaginare il caos se un pilota, vincitore di una gara, dovesse tirar fuori nel giro d’onore una bandiera, un drappo, un fazzoletto di color arancio…
Alessio Piana
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