MotoGP – Intervista a Nicky Hayden

MotoGP – Intervista a Nicky HaydenMotoGP – Intervista a Nicky Hayden

L’ìmportanza attuale del personaggio è presto sincerata dalla classifica di campionato della MotoGP 2006: primo, 34 punti di vantaggio sul secondo, 51 sull’imbattuto Valentino Rossi, dal 2001 sempre con l’alloro iridato. Nicholas Patrick Hayden (Nicky per tutti) 25 anni da Owensboro, USA, potrebbe essere al termine della stagione il primo a interrompere la saga gloriosa del Dottore, riportando la Honda sul gradino più alto della top class dopo praticamente tre anni di insuccessi e clamorose sconfitte. “The Kentucky Kid”, “Trick Daddy”, questi i nickname per riconoscere uno che nel motociclismo è un predestinato: nato in una famiglia dove il padre Earl per lunghi anni si è distinto nel cross e dove i suoi fratelli, Tommy e Roger Lee, corrono con successo in America, Nicky può riuscire nell’impresa di vincere il Mondiale MotoGP. Predestinato, dicevamo: campione AMA Supersport e Superbike, vincitore della 200 miglia di Daytona nel 2002, Rookie of the Year nella MotoGP 2003, quattro anni da pilota HRC, due da imbattuto nella “sua” Laguna Seca. Proprio poco dopo il trionfo nel Red Bull US Grand Prix siamo riusciti, grazie al nostro amico Greg Laree, a sentire l’attuale capoclassifica della GP1, che ci ha rivelato le sensazioni del dopo-Laguna e le aspettative per questi ultimi round di campionato…

Nicky, come è stato vincere ancora a Laguna Seca?

“Ogni anno è sempre un’emozione nuova. Forse quest’anno è stata addirittura più bella: il livello si è alzato e qui non avevamo più il vantaggio noi americani di conoscere la pista come accaduto nel 2005. Nelle qualifiche abbiamo avuto qualche difficoltà, ma eravamo convinti del nostro potenziale, anche grazie ad un passo di gara decisamente competitivo. Nei primi giri sono stato alla larga da possibili contatti, un po’ mi sono preoccupato quando Vermeulen è scappato e io non riuscivo a passare Roberts. Fortunatamente tutto è poi andato per il meglio ed il dubbio principale, la durata delle gomme, si è rivelato infondato: la Michelin ci ha dato del materiale straordinario, tutto è andato davvero per il meglio. La gioia per il successo è stata grande: non mi capita spesso di avere tutta la famiglia al mio fianco in un weekend di gara, e vincere davanti a loro, ai miei tifosi, al pubblico americano è qualcosa di unico. In moto solitamente si sente poco quel che capita all’esterno, ma posso assicurare che l’applauso dopo che ho tagliato il traguardo l’ho sentito eccome!”

Adesso hai un buon margine di vantaggio sui tuoi rivali: il mondiale è finito?

“Assolutamente no: nel motociclismo mai dire mai. Siamo in una posizione favorevole, frutto del lavoro della squadra, ma i rivali non staranno a guardare. Dopo Donington la situazione sembrava premiare Dani e Valentino, ma è bastato vincere a Laguna perché qualcuno pensasse che il titolo fosse acquisito… Dopo le vacanze ci sarà Brno, un appuntamento che è sempre stato fondamentale per capire lo stato di forma dei piloti e delle moto: sarà importante andar bene lì e non perdere punti preziosi per le successive gare”

Al titolo comunque ci pensi?

“Ci ho pensato sin dal debutto nella categoria. E’ il mio obiettivo, farò di tutto per vincerlo quest’anno. Non dobbiamo perdere la concentrazione e commettere errori. Credo che il nostro vantaggio ci pone in una posizione privilegiata, ma Dani, Valentino e Melandri sono dei rivali senza dubbio competitivi che non molleranno la presa.”

Ecco, quali di questi piloti ti preoccupa di più?

“Li conosco abbastanza bene per dire che tutti possono essere in grado di rimontare. Pedrosa al suo primo anno è già stato in grado di vincere e partire dalla pole, Melandri è un avversario ostico specie quando sei in lotta per la posizione in gara, poi Valentino, vabbè, lo conosciamo tutti. Non vedo tra questi piloti uno che se vede una potenziale rimonta ci rinunci e sia poco combattivo…”

Parliamo un po’ di quest’inverno e dei dubbi sulla RCV Brno Type: come sono stati risolti i problemi?

“All’inizio avevo qualche dubbio, non sul potenziale della moto ma sulla competitività sin dalla prima gara. A Jerez siamo riusciti a risolvere i problemi, ma è stato un inverno lungo e tutto sommato faticoso. Per conoscere nel dettaglio la Brno abbiamo percorso 6000 kilometri nei test invernali, alcune giornate a Sepang, dove spesso superavo i 100 giri percorsi, non sembravano finire mai. Nessuno però ha mai rinunciato o smesso di pensare alla risoluzione dei problemi: questa è stata la nostra forza e non è un caso che la Honda sia la casa regina del motociclismo. La HRC è riuscita a preparare una Brno Type competitiva, ma allo stesso tempo gli altri telai che hanno Pedrosa, Melandri o Stoner non sono da meno. Bisogna dare i meriti alla squadra e al reparto corse in Giappone”

Con l’estate è il momento di una meritata vacanza ma anche di pensare alla 800 per il 2007: cosa puoi dire in merito?

“Quel che posso dire è che io sono pronto e sempre disponibile per provare la nuova moto. Speriamo di vincere il mondiale e provare al più presto la 800”

Alessio Piana

Un ringraziamento particolare a Greg Laree

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