MotoGP – Intervista a Daniel Pedrosa


Il suo carattere competitivo non è mai andato contro il suo spirito sportivo, la sua umiltà e semplicità. Ora, con la forza dei suoi tre titoli mondiali, 25 vittorie in gara e correndo con la squadra più vincente degli ultimi anni – o forse per quello – Daniel Pedrosa ha sulle proprie spalle una pressione per niente facile da sopportare. Con la tranquillità dei giorni trascorsi, il pilota di Castellar del Valles parla apertamente e mostra il suo lato più umano, raccontando come si è sentito dopo l’HRC’s disaster e dei suoi obiettivi in vista di Valencia.
Come ti sei sentito lunedì mattina al tuo risveglio?
“Penso che sia stato un colpo molto duro, soprattutto per il mio compagno Nicky, però anche per me, per la Honda, per Repsol, per i meccanici e per tutti i tifosi che ci hanno seguito durante tutta la stagione. Sono molto triste per quello che è successo all’Estoril. So che non si può tornare indietro, tuttavia ci sono ancora molte possibilità che il mio compagno Nicky Hayden diventi campione del mondo. La Repsol Honda è una sola squadra e a Valencia, come sempre, lo dimostreremo. Farò tutto il possibile per aiutarlo. Sarà una grande sfida, ma possiamo farcela”
Il comportamento e la reazione di Nicky Hayden domenica sono stati encomiabili, si è comportato come un signore. Hai pensato a come avresti reagito tu di fronte alla stessa situazione: se tu fossi stato in testa alla generale e lui ti avesse buttato giù?
“Ci ho pensato molto. Nicky non ha voluto fare nessuna polemica attraverso la stampa, e nonostante tutto quello che era successo e nonostante fosse molto arrabbiato, è riuscito a calmarsi e a comportarsi con molta professionalità. Ha dato lezione di professionismo comportandosi in maniera magnifica. Ha accettato le mie scuse quando sono andato nel suo motorhome e non mi ha dato in pasto ai media, né ha voluto gettare benzina sul fuoco. So quello che ha detto ai media e anche se hanno cercato di tirarne fuori dei titoloni, Nicky non ha detto una sola parola negativa nei miei confronti. E la verità è che se anche l’asse fatto l’avrei capito. Ne aveva tutto il diritto”
Parliamo francamente dell’incidente di domenica. Ora che sono passati alcuni giorni e puoi analizzarlo a mente fredda, cosa puoi dirci riguardo a quello che è successo lì, alla curva 6 del circuito dell’Estoril durante il quinto giro di gara?
“Ho fatto una buona partenza, ho passato Nicky e mi sono messo dietro a Rossi, che stava forzando. Sapevo che Rossi non poteva scappare, e anche che Edwards era lì e che avrebbe tentato di ostacolarci per aiutare Rossi. All’improvviso Edwards mi ha passato praticamente spostandomi fuori traiettoria e mi sono anche spaventato. Poco dopo è successa la stessa cosa con Nicky, quindi ho deciso di non entrare nella battaglia così presto e sono rimasto quarto ad aspettare. C’era ancora gran parte della gara da correre e non era il caso di buttarsi in lotte assurde. Valentino non andava via e stare quarto andava bene. Il mio piano era controllare Valentino e lasciar trascorrere i giri per attaccare alla fine.”
Quindi, mi pare di capire che con il tuo ultimo attacco avresti cercato di vincere…
“E’ così. Con Alberto (Puig) abbiamo parlato delle diverse possibilità e il nostro obiettivo era conquistare 50 punti nelle due gare che restavano. La Honda ci aveva dato libertà e matematicamente avevamo ancora possibilità. Nicky poteva cadere in qualche gara e la Yamaha ha dimostrato diverse volte in questa stagione che il suo motore è fragile. Quindi il nostro piano si basava sul conquistare 50 punti, ora che mancavano due circuiti in cui potevamo essere molto competitivi e guardare cosa combinavano Rossi e il mio compagno Nicky. Io sono un pilota competitivo e ovviamente quello che voglio è vincere, ma tutti quelli che mi seguono e mi conoscono sanno che non l’ha mai fatto scorrettamente. Durante sei anni di mondiale non ho mai fatto cadere nessuno. Neanche nel peggiore dei miei sogni avevo immaginato che quello che è successo domenica sarebbe successo a me. Volevo vincere, ma mai a costo di togliere il mio compagno di squadra dalla lotta per il titolo. Ha lavorato molto duramente in questa stagione, è stato molto costante e aveva molte possibilità di vincere il titolo. Anch’io corro per vincere e visto che la Honda non aveva detto nulla in contrario, dovevo provarci”
Stavi dicendo che eri quarto aspettando quello che sarebbe successo…
“Sì, era il mio piano; controllare la situazione, osservare e giocare le mie carte nel finale. Però all’improvviso nella curva 6, quella a sinistra dopo il secondo rettilineo più lungo del circuito, sono arrivato troppo veloce al punto di frenata e la mia gomma posteriore si è alzata un po’ mentre azionavo i freni. È stata questione di pochi secondi; mi sono accorto di ciò che stava succedente, mi sono inserito all’interno alla ricerca di spazio sufficiente per frenare e quando ho perso l’anteriore ho pregato Dio di essere il solo a cadere…è stato un istante, un decimo di secondo; però ricordo esattamente il mio compagno di squadra a terra e la sua disperazione”
Molti hanno approfittato di questo momento per sommergervi di critiche, alcune nemmeno tanto moderate su Dani Pedrosa. Cosa vuole dire Dani a tutti coloro che hanno scritto di lui in questi ultimi giorni?
“Posso solo dire che mi dispiace molto per l’accaduto. Nicky non lo meritava. Mi sono già scusato per quello che ho fatto e prometto pubblicamente di fare tutto il possibile per aiutare il mio compagno di squadra a vincere il titolo. A Valencia sarò il miglior aiuto per Nicky Hayden”
Marika Farinazzo (fonte Repsol Honda)
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