MotoGP: Il 2015 sarà l’ultimo anno per la Bridgestone, la parola a Thomas Scholz, Service Coordinator

Dal 2016 tornerà la Michelin, che dovrà rimpiazzare la casa giapponese, protagonista degli ultimi 7 anni di monogomma

MotoGP: Il 2015 sarà l’ultimo anno per la Bridgestone, la parola a Thomas Scholz, Service CoordinatorMotoGP: Il 2015 sarà l’ultimo anno per la Bridgestone, la parola a Thomas Scholz, Service Coordinator

Il prossimo campionato del mondo della MotoGP sarà anche l’ultimo per la Bridgestone, che come fornitore unico di pneumatici lascerà il posto alla Michelin. Il 2016 oltre al ritorno della casa francese vedrà anche rivoluzione dal lato elettronica.

Soffermandoci sulle gomme e parlando quindi di Bridgestone possiamo dire che c’è stato odio/amore tra i piloti e le gomme giapponesi, che hanno raggiunto un elevato standard di qualità e prestazioni.

Se c’è qualcosa che i piloti e i Team hanno rimproverato alla Bridgestone è stata la scarsa possibilità di scelta di mescole, soprattutto nei primi anni di monogomma e almeno fino al 2011. Ecco cosa ha detto a tal proposito a Speedweek.com Thomas Scholz, Bridgestone Service Coordinator.

“Produciamo circa 15.000 pneumatici all’anno e questo impegno costa circa 20 milioni di euro a stagione. Ad ogni gara portiamo circa 1300 gomme e effettivamente vengono consumati circa 470 pneumatici ogni fine settimana.”

A proposito della lamentele sulla scarsità di mescole disponibili, Scholz ha così risposto: “Naturalmente sarebbe possibile produrre più mescole, ma nel 2014 per l’anteriore è stato trovato un buon compromesso. Ovviamente c’è stata qualche discussione, ad esempio sul fatto di aver scelto come mescola principale la più morbida. Pensando a questo teniamo sempre conto del meteo che potremmo trovare durante i tre giorni di gara. A Silverstone siamo stati criticati al venerdì, ma poi abbiamo avuto ragione. Logicamente, sarebbe più facile con una selezione più ampia di mescole, ma dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo.”

Parlando di monogomma ha poi evidenziato come il tasso di sviluppo non è così elevato come quando c’è concorrenza, sottolineando però come la sicurezza del pilota sia sempre stata al primo posto: “Beh, cosa posso dire? I primi anni di matrimonio sono sempre molto belli, ma quando diventa abitudine, possono sorgere dei piccoli problemi. Abbiano sempre cercato di muoverci all’interno dei regolamenti, cercando di migliorare e di imparare dagli errori. Il benessere e la sicurezza dei piloti sono stati sempre in cima alla lista.”

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1 commento
  • Ronnie ha detto:

    Sono in una situazione paradossale, non si vuole spendere, ma si vuole avere un’ampia scelta, si vuole sviluppare poco, ma sviluppare ma poi si finisce di fare brutte figure perché si può provare troppo poco per via del regolamento e per via dei costi.

    Se vogliono contenere i costi, meglio evitare un vero e proprio sviluppo orientato alle prestazoni, è insensato per il mondo delle competizioni, ma in monogomma effettivamente non serve a molto fare nuovi pneuamtici bimescola o sviluppo durante la stagione, con pneumatici stabili nelle stagioni, o piccoli miglioramenti, le case riuscirebbero meglio a sfruttarli e costerebbero meno, o costerebbero uguali ma con una scelta un pelino più ampia, anche se ora la scelta non è male, solo che la restringono comunque di week-end in week-end.
    Hanno sempre scelte quasi obbligate per la gara, anche se tra Open e Factory sono diverse al posteriore, non è che possano effettivamente fare delle scelte molto differenti.

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