MotoGP: Danilo Petrucci, “La Ducati mi sta aiutando, nei test di lunedì proveremo nuove soluzioni”
Il rider ternano del Pramac Racing ha parlato alla vigilia del Gran Premio di Catalunya
Danilo Petrucci è giunto al Mugello alla sua sesta gara in sella alla Ducati GP14 (da qualche gara ibrida; in pratica è una GP14.2 senza l’ultima evoluzione di telaio). Il rider ternano del Pramac Racing a Barcellona ha fatto un primo bilancio di questa esperienza in Ducati. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Questa gara è l’ultima di quelle che avevo saltato lo scorso anno, quindi non so cosa aspettarmi. Tutti ne parlano molto bene, ma non sono mai riuscito ad affrontarla come avrei voluto. Solitamente fa molto caldo, ma nel 2013 avevo fatto bene, chiudendo ai piedi della Top Ten.”
Che voti di dai dopo le prime sei gare?
“Credo che un sei sia il voto giusto. In qualifica siamo sempre andati bene, centrando l’obiettivo di entrare in Q2, mentre in gara possiamo sicuramente migliorare. Ho rispettato gli obiettivi, che erano quelli di entrare in Q2 e di fare la Top Ten in gara. Con il tempo ottenuto al Mugello, lo scorso anno sarei partito in prima fila. Ho fatto lo stesso tempo di Iannone, ma lui quest’anno è andato fortissimo, girare in 1’46 basso, pochi anni fa sembrava un tempo da F1!”
Cosa ti aspetti per il resto della stagione?
“Come detto vorrei migliorare in gara. Vorrei alzare il mio voto di mezzo punto e spero di riuscirci a Misano. Ho parlato con Andrea Dovizioso e mi ha detto che con questa moto la pista più difficile era quella del Mugello, quindi sono fiducioso visto il risultato.”
Lunedì ci sono i test, avrete delle novità?
“La GP14 è arrivata al limite come sviluppo, quindi proveremo a spostare i pesi per avere più carico sull’anteriore. Con il pieno di benzina le moto stradali tendono ad appesantire l’avantreno, il nostro serbatoio invece è più indietro e la moto tende a perdere carico sull’anteriore, soprattutto nei primi giri. Ducati mi sta aiutando per avere soluzioni diverse di seduta che proverò nei test. Sono stato in Ducati e hanno messo la moto sospesa sui due perni e io sono salito in sella per vedere come cambiava il baricentro. La moto è stata sempre più in impennata fino a 30° di inclinazione, il limite massimo. Questo ci ha permesso di lavorare sulle mappe, sul controllo di trazione e sul sistema di anti-wheelie. Li ringrazio, perchè nonostante non abbia a disposizione la moto evoluta, in Ducati continuano ad aiutarmi.”
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