MotoGP | Caro Sic: diobò se ci manchi!

Sono trascorsi dodici anni dalla scomparsa di Marco Simoncelli: il mio ricordo

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Quando ci si appassiona al Motomondiale, bisognerebbe seguire una regola: non affezionarsi a quella “strana, meravigliosa gente” che sono i piloti. Perché questo sport, nonostante sia fantastico, adrenalinico e che fa vivere mille emozioni, purtroppo a volte rivela la sua parte peggiore, la più bastarda. Come accadde il 23 ottobre 2011 in Malesia.

Caro Marco, mentre scrivo queste righe, ho in mente il video che pubblicasti pochi giorni prima di quella domenica che non dimenticheremo mai più. Eri seduto sul letto della tua stanza d’hotel a Kuala Lumpur, ancora felice per il secondo posto conquistato pochi giorni prima in Australia. Ma il podio non ti bastava più, volevi la vittoria, la prima in MotoGP.
“Mi piacerebbe salire sul gradino più alto, vengo anche meglio in foto”, hai detto scherzando.

Quella domenica d’autunno, sei salito in alto ma non dove avremmo voluto noi. Sono trascorsi dodici anni, incredibile. Il tempo scorre veloce proprio come la tua Honda con la quale stavi ottenendo grandi risultati. L’anno seguente avresti guidato l’ufficiale e chissà quante pagine avresti scritto nella storia del Motomondiale. Sai, dopo che te ne sei andato, ho pensato di non seguire più le gare perché é stato come perdere un amico, anche se non ti ho mai conosciuto. Poi mi sono detta: “Allora tutto quello che ha fatto Marco, non è servito a nulla? Tutti i sacrifici, i bocconi amari, le sconfitte, le vittorie, la vittoria Mondiale nel 2008 con la 250cc. No, io devo continuare a guardare le gare, Marco vorrebbe così”.

I sogni vanno sempre seguiti, anche se non sappiamo il finale.
Ed eccomi qui, dodici anni dopo a dedicarti queste righe, portando con orgoglio il “58” tatuato sul polso (destro, ovviamente!).

Perciò, tutto quello che vorrei dirti è: grazie Sic!

Grazie, per essere stato un’ispirazione quando dicevi che nella vita quello che conta è avere un obiettivo.
Grazie, per averci regalato tanti sorrisi, per averci fatto emozionare con i tuoi successi e anche per averci fatto incazzare per le sconfitte.
Grazie, per essere rimasto sempre lo stesso, per non essere mai cambiato anche quando sei diventato “World Champion”, per aver mantenuto la stessa innocenza, gentilezza e purezza di quel bambino che dopo la vittoria in una gara di minimoto, ha avuto un pensiero per l’avversario che era caduto.

Infine un grazie, lo voglio dire alla tua mamma Rossella e al tuo babbo Paolo, perché ci hanno dato il privilegio di conoscere e affezionarci al loro “bimbo”, anche solo attraverso uno schermo.

Ciao Sic, continua ad inseguire il tuo sogno tra le nuvole!

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