MotoGP: Antonio Jimenez e Diego Gubellini analizzano i test di Sepang

I due capotecnici di Alvaro Bautista e Scott Redding parlano dei recenti test malesi

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Antonio Jimenez (capotecnico di Alvaro Bautista) e Diego Gubellini (capotecnico di Scott Redding) analizzano il primo test di Sepang, andato in scena ad inizio febbraio. I due piloti utilizzano moto differenti, Bautista ha la RC213V, mentre Redding utilizza la nuova Honda Open, la RCV1000R.

“Nel primo giorno di test, dopo aver preso confidenza con la nuova RC213V, abbiamo iniziato a lavorare sul set-up delle sospensioni Showa, partendo dalla buona base raggiunta alla fine della scorsa stagione – ha detto Antonio Jimenez – Nel secondo giorno la situazione si è complicata perché abbiamo iniziato ad utilizzare la nuova gomma posteriore Bridgestone per la stagione 2014, alquanto differente da quella in uso nel 2013: presenta infatti una struttura più rigida, pensata per resistere maggiormente alle forti sollecitazioni di una MotoGP anche in condizioni di temperature elevate. Purtroppo in questo primo test dell’anno avevamo a disposizione, come tutti gli altri piloti, soltanto 3 nuovi pneumatici: siamo dovuti ripartire da zero alla ricerca del miglior setting per sfruttare al meglio il potenziale di queste gomme e a noi questo importante lavoro richiede un certo tempo in assenza di altri riferimenti, essendo gli unici ad utilizzare sospensioni Showa. Fortunatamente, già nei prossimi test in programma a Sepang avremo a disposizione soltanto le gomme 2014, per cui ci concentreremo su questo aspetto e sono convinto che potremo fare un buon lavoro. Nell’arco di questi test abbiamo assistito a tempi sul giro molto buoni, ottenuti al mattino quando la pista era nelle migliori condizioni; noi in questo caso non siamo stati velocissimi, ma siamo soddisfatti del lavoro svolto: Alvaro è infatti stato veloce con la gomma molto usata e ciò è importante in ottica gara. Ovviamente dovremo migliorare sul giro secco per la qualifica, ma abbiamo tempo per farlo.”

“A Sepang siamo partiti praticamente da zero, dato che a Valencia non avevamo potuto fare nulla per via delle condizioni fisiche di Scott – ha sincerato Diego Gubellini – Partendo dal setting di base, quello con cui la moto ci è stata fornita dalla HRC, abbiamo cercato sostanzialmente di adattarlo alle esigenze di Redding; in particolare, siamo andati alla ricerca di un maggiore feeling con la ruota anteriore, dato che Scott guida facendo molto affidamento su di essa. Non è stato semplice perché ad ogni ‘run’ Scott imparava qualcosa in più, e di conseguenza cambiava anche il suo stile di guida; è perciò capitato di dover tornare sui nostri passi e cambiare direzione. Tutto ciò è comunque normale per un pilota alla prima presa di contatto con una nuova categoria. Sul fronte dell’elettronica siamo abbastanza soddisfatti del lavoro svolto da Magneti Marelli per il software destinato alle moto Open: il sistema è stabile e funziona bene, soprattutto per quanto riguarda freno motore e anti impennamento, mentre il traction control rappresenta forse ancora un punto debole, risultando un po’ limitato. Ciò significa che per il momento va accettato un compromesso, con il sistema che funziona bene in certe parti del tracciato, in altre meno.”

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