MotoGP – Alberto Puig parla delle scelte Honda, e di Pedrosa come un figlio
La star del Gran Premio di Spagna è stata eletta dalla stampa spagnola nel volto di Jorge Lorenzo. Decisione unanime. Secondo al debutto, subito davanti a Valentino Rossi, un personaggio che fa parlare e scrivere quanto basta per coprire anche tre pagine di giornale. Lorenzo è così, è il pilota del momento… ma, attenzione, nella MotoGP c’è pur sempre un altro pilota spagnolo al vertice. Un certo Daniel Pedrosa, tre volte iridato, titolo sfiorato in MotoGP al debutto e vice-campione in carica. Il catalano è uno di poche parole, e per questo che in Spagna si sta puntando tutto, a livello mediatico, sull’alfiere di casa Yamaha. Lo scontro su questo campo è impari, aspettando il rendiconto domenicale in gara. Alberto Puig, tuttavia, ha raccomandato al proprio pupillo di evitare polemiche con il connazionale, di non rispondere filo per segno a domande contenenti il nome di “Jorge Lorenzo”. Piuttosto parla Puig direttamente, e lo ha fatto ieri in un incontro con la stampa nazionale, dove ha speso parole per tutti, sia per il proprio pupillo, che per la Honda.
“Penso che al momento la RC212V sia una moto competitiva: non sono così convinto che serva il propulsore a valvole pneumatiche per vincere”, ha detto Alberto Puig ribadendo il concetto espresso negli ultimi mesi dal proprio osservato speciale. “La Honda sta lavorando duramente, ogni gara porta in pista delle novità, ma bisogna fare attenzione, perchè con tante novità si rischia di entrare in confusione. Confido in ogni caso nel lavoro della squadre e della casa madre in Giappone”.
Alberto Puig ha speso poche parole su Jorge Lorenzo, definendolo come “Un ottimo pilota, però deve ancora dimostrare il rendimento nel corso di una stagione di MotoGP”, senza entrare nella polemica post-GP Losail con la stretta di mano mancata tra Pedrosa ed il rivale. Parlando del proprio assistito, spera di vederlo in un futuro prossimo campione del mondo MotoGP, se non altro per completare un processo decennale.
“Quando ho conosciuto Dani, non era il più veloce. Non aveva grandi possibilità, ma quando scendeva in pista lottava sul piano cronometrico con piloti più esperti, abituati a correre ogni weekend. Decisi di puntare su di lui, anche se in molti avevano dubbi. Adesso Pedrosa è diventato un professionista ed è uno dei talenti più limpidi degli ultimi anni”.
Interrogato su possibili “eredi” di Pedrosa, Puig ha così risposto. “Personalmente dubito che lavorerò nella stessa maniera con altri piloti, anche se veloci e talentuosi. Con Pedrosa c’è stato un rapporto non solo professionale, è un qualcosa di unico, ci siamo sempre intesi con un gesto o con uno sguardo. Non è il solito rapporto tra un pilota ed il proprio manager”.
Alberto Puig, tuttavia, sta seguendo altri piloti tra 250 e 125. Succede con Julian Simon, con Hiroshi Aoyama (lo aveva portato al debutto nel Motomondiale ed è tornato a seguirlo quest’anno) e con Marc Marquez nella ottavo di litro, sponsorizzato da Emilio Alzamora. Grandi talenti, ma non come Pedrosa. “Dani è unico come professionalità, velocità e talento. E’ il pilota più completo che ho seguito in questi anni”. Per la cronaca puntò tutto nei primi anni Duemila su Pedrosa e non su Toni Elias o, per fare un altro nome, Casey Stoner, entrambi appartenenti al “Junior Team Movistar”. Segno di quanto Puig, giustamente, creda nel fantino di casa HRC.
Alessio Piana
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