MotoGP | Morbidelli, dove sei finito? [TITOLI DI CORSA]

Prima i problemi fisici, poi la crisi Yamaha. Il pilota italo-brasiliano è in un tunnel

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Ce lo ricordiamo quel pomeriggio di Portimao, ultima gara della stagione 2020. Enea Bastianini vinceva in Moto2 l’ultimo titolo italiano in ordine di tempo, e Franco Morbidelli, in MotoGP, chiudeva la gara al terzo posto.

Quinto podio complessivo per l’italo-brasiliano, di cui tre vittorie, in un Mondiale accorciato e condizionato dal Covid, oltre che vinto da Joan Mir e la sua Suzuki.

Ce lo ricordiamo quel pomeriggio, perché sull’aereo che quella domenica ripartì dal sud del Portogallo direzione Italia era salito non solo il vicecampione del mondo, ma anche un pilota percettibilmente maturo da scommetterci sopra un bel pezzo di ambizioni future.

Da quel week end a Portimao, e in attesa del prossimo che scatterà tra una manciata di ore, di quel Morbidelli si son perse le tracce. L’infortunio e l’intervento al ginocchio destro, con conseguente periodo di riabilitazione. Un trasferimento, alla prima gara dopo il rientro in pista, dalla sella della Yamaha del team Petronas a quella dell’M1 ufficiale.

Da Quartararo a Quartararo compagno di squadra, con la differenza che in quel 2020, annus horribilis per tutti ma non per il “Morbido”, era lui a dare la paga al francese, mentre appena dodici mesi dopo lo stesso Fabio saliva sul tetto del mondo da predestinato.

Da quel pomeriggio di Portimao di fine novembre 2020 Morbidelli ha collezionato in tutto diciassette gare complessive, salendo una sola volta sul podio e concludendone appena quattro tra i primi dieci. In questo 2022 l’unico risultato a ridosso della sufficienza è stato il settimo posto sotto il diluvio di Mandalika, nell’unica gara fin qui buona della Yamaha come dimostra anche la seconda posizione ottenuta proprio da Quartararo.

E sì, perché sarebbe un errore ingovernabile non analizzare l’involuzione nelle ultime due stagioni di Franco in parallelo con quella che è una preoccupante crisi d’identità tecnica del team giapponese. Yamaha è pesantemente in ritardo, non è veloce, e i continui cambiamenti tanto di setup quanto nell’organigramma societario destabilizzano un ambiente sempre più malinconico.

A tutto questo, si sommino pure le voci di un mercato, in previsione 2023, che sembrerebbe destinato a stravolgere più che a compattare, e le ultime e non necessariamente richieste dichiarazioni di Chico Lorenzo, papà orgoglioso dell’ex Jorge, che nelle ore scorse ha spiattellato ai quattro venti che secondo lui Morbidelli, al pari di Dovizioso, dovrebbe semplicemente fare la valige e cambiare aria.

Intendiamoci, essere il padre di un penta campione del mondo non consegna a nessuno, tantomeno al buon Chico, la condizione di giudice inappuntabile, però simili bordate rischiano di trasformarsi nella classica benzina rovesciata su un fuoco tutt’altro che in fase calante. Morbidelli, dal canto suo, assicura: “con le gare in Europa torneremo protagonisti”. Noi vogliamo crederci, anche se quel pomeriggio di Portimao 2020, oggi, sembra davvero così tanto lontano.

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