MotoGP – 200° Gran Premio per il team Gresini

MotoGP – 200° Gran Premio per il team GresiniMotoGP – 200° Gran Premio per il team Gresini

Domenica 8 giugno sul circuito di Montmelò la Gresini Racing raggiungerà un importante traguardo: il GP di Catalogna segnerà infatti la duecentesima partecipazione della squadra guidata da Fausto Gresini a un Gran Premio del Motomondiale. Dopo l’esaltante rimonta, culminata con il quarto posto, messa in mostra da Alex De Angelis davanti al pubblico di casa al Mugello, nell’appuntamento spagnolo il team San Carlo Honda Gresini cercherà di aggiungere un altro risultato prestigioso a quelli già ottenuti finora nel corso della sua storia, iniziata nel 1997. Ripercorriamo le tappe più importanti assieme a Fausto Gresini.

Quando è iniziata l’attività di team manager, ti saresti mai aspettato di raggiungere un simile traguardo?

“Sinceramente quando è nata la Gresini Racing non mi ero posto alcun obiettivo: non ho mai pensato per quanto tempo sarebbe potuta proseguire questa avventura. Tutto è venuto da sé, continuando a fare quello che mi piace: tutto ciò ci ha portati ad affrontare la dodicesima stagione in MotoGP e ad arrivare a questo importante traguardo, i 200 Gran Premi disputati. Ovviamente questi portano con sé tantissimi bei ricordi, a iniziare dal primo Gran Premio, nel 1997 con Alex Barros: per un momento abbiamo pensato che si potesse ottenere subito il podio, al nostro debutto in 500! Un problema al cambio ci relegò poi all’undicesimo posto, ma essere arrivati a un passo da un risultato così importanti fu un sogno, qualcosa di surreale, che mai e poi mai avremmo immaginato”.

La storia del team è poi costellata da tanti altri successi, anche se non sono mancati i momenti difficili.

“Sin dall’inizio il nostro cammino è stato tutto una sorpresa: dal primo podio ottenuto gi&agr ave; alla prima stagione, alla prima vittoria, al primo titolo mondiale con Daijiro Kato. Ricordo poi la partecipazione alla prima gara importante nella MotoGP, sempre con Kato, e le vittorie di Sete Gibernau. Abbiamo vissuto tanti momenti bellissimi, ed è difficile fare un elenco di quali siano stati i più emozionanti, perché ogni anno racchiude una sua storia, una sua particolarità. Ci sono stati anche periodi difficili: la morte di Kato è senza dubbio stato il momento più triste di tutta la nostra storia, quello che ci ha fatto riflettere di più. A un certo punto pensai anche di cambiare mestiere, perché fu un colpo durissimo, estremamente difficile da digerire. Daijiro, però, era impegnato a fare ciò in cui credeva, e a cui aveva dedicato tutta la vita: lui avrebbe voluto che noi continuassimo. Sognava di diventare un grande campione: per questo motivo abbiamo pensato che fosse giusto continuare a lott are. L’unico rammarico, forse, è che in seguito abbiamo soltanto sfiorato il titolo mondiale della MotoGP, giungendo tre volte secondi, non riuscendo quindi a dedicargli qualcosa di così importante come avremmo voluto. In ogni caso gli ultimi anni sono stati pieni di emozioni e di soddisfazioni agonistiche: risultati che ci hanno portato ad essere uno dei team più blasonati della MotoGP, una struttura di primissimo ordine”.

Come hai affrontato il passo da pilota a team manager, e quali sono state le prime difficoltà che hai dovuto affrontare mettendoti al timone di una squadra?

“Nel corso degli anni, nei vari team dove ho lavorato ho raccolto tanti piccoli segreti che hanno contribuito a rendermi un uomo maturo, in grado di fare delle scelte. Questa è stata la mia grande fortuna: a un certo punto ho deciso di provare a mettere a frutto questa esperienza con quella fatta in altri am biti. La difficoltà del passaggio da pilota a team manager è chiaramente legata al fatto che si cambia totalmente lavoro: quando si è piloti in un certo senso si è racchiusi in una sfera speciale, nella quale per certi aspetti tutto ti è dovuto. Un team manager deve invece affrontare tutte le problematiche legate a far sì che la squadra funzioni: bisogna curare l’organizzazione dei meccanici, le trasferte, l’hospitality, l’abbigliamento del personale, e fare in modo che il team dia di sé un’immagine importante. Va poi considerato che non siamo una casa costruttrice: viviamo di sponsorizzazioni, perché senza di esse non potremmo fare le competizioni. Un team manager deve quindi curare anche gli aspetti che portano a raggiungere certi obiettivi di budget. Per riuscirci serve essere dinamici, tenendo sempre duro e reagendo ai momenti di sconforto: insomma, combattere sempre. È inoltre i mportantissimo dare la carica anche alle persone che lavorano con te, perché è con la fiducia in se stessi che si ottengono i risultati. A me non piace essere definito il capo: mi vedo un po’ come il rappresentante di una tribù. In fondo ci deve sempre essere qualcuno che prende delle decisioni, e quello sono io, ma preferisco essere considerato come tutti gli altri all’interno del team. Se sono riuscito a costruire qualcosa di importante è anche perché ognuno di loro ha dato il proprio contributo a questa squadra”.

La Gresini Racing ha poi il pregio di aver dato l’opportunità a tanti piloti, spesso italiani, di dimostrare il proprio talento.

“Siamo pur sempre un team tricolore, per cui dentro di me ho sempre sentito la necessità di far correre almeno un pilota italiano. Il legame con Loris Capirossi è stato speciale, perché prima di far part e del nostro team ho anche corso insieme a lui: ricordo che quando era agli inizi veniva a casa mia con l’Ape 50, e partivamo assieme per andare ai Gran Premi… Una bella storia, come quella di Melandri. Marco arrivava da un periodo buio, mentre con la nostra squadra è riuscito dimostrare tanto, diventando vicecampione del mondo e vincendo diversi GP. Non direi che sono uno scopritore di talenti, però attraverso la nostra squadra ho sicuramente dato delle buone opportunità a tanti piloti di rimettersi in luce, grazie a un lavoro onesto e di qualità”.

200 Gran Premi tutti con la Honda: un record di fedeltà.

“Sì, con la Honda esiste un legame molto forte: mi ha dato l’opportunità di iniziare, e in seguito di farmi apprezzare. È sempre stata un’azienda serissima che mi ha dato molto, mettendomi nelle condizioni di lavorare bene e di esprimermi. Ho il privilegio e l’onore di avere la loro fiducia, e di questo ne faccio tesoro: porto la bandiera della Honda da sempre, e continuerò a portarla, non ho nessun interesse a cambiare”.

I numeri Gresini Racing

Stagioni disputate: 12
Gran Premi disputati: 199 (135 in 500/MotoGP, 64 in 250 cc)
Titoli mondiali: 1 (2001, Daijiro Kato, classe 250 cc)
Vittorie: 32
Podi: 91
Primo Gran Premio: Malesia 1997 classe 500 cc (Alex Barros)
Primo podio: Gran Bretagna 1997 classe 500 cc (Alex Barros)
Prima vittoria: Malesia 1999 classe 250 cc (Loris Capirossi)

Gresini Racing

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