MotoGP – Jerez – Anno 2005, primo round.

MotoGP – Jerez – Anno 2005, primo round.MotoGP – Jerez – Anno 2005, primo round.

Indubbiamente la prova di Simoncelli piuttosto che la gara di carattere condotta dal primo all’ultimo giro, di Daniel Pedrosa, sono stati messi in ombra dall’ultimo frangente dell’ultimo appuntamento motociclistico della giornata di ieri, nonché il più attesto. Il contatto tra il campione del mondo in carica, Valentino Rossi ed il vice-campione del mondo, Sete Gibernau.

Andiamo con ordine, comunque.

La gara della 125 era tanto attesa quanto quelle delle altre classi. C’era chi temeva un calo della spettacolarità per mancanza di protagonisti. In realtà la gara è stata più che soddisfacente soprattutto per i colori italiani. Il giovane e brillante Simoncelli si è imposto sui suoi inseguitori rifilando quasi un secondo e mezzo a Kallio su KTM. Il podio, a sua volta, ha rifilato un distacco non marginale al resto degli inseguitori.
Presto per intuire quello che sarà l’andamento del campionato anche se la prestazione di Poggiali non è tra le più rassicuranti. Di fatto è l’ultimo pilota famoso in classifica…

In 250 abbiamo ritrovato un gigantesco Pedrosa, autoritario, veloce, imprendibile. Porto, come nella scorsa stagione, sembra di fatto essere l’unico contendente allo strapotere del duo Pedrosa/Honda. Chi ha provato a tenere testa ai primi due, si è ritrovato a levarsi la ghiaia dal fondo schiena.
Fortunosamente positiva la prestazione di Alex De Angelis e quella di Andrea Dovizioso, profittatori delle sventure altrui. Per il sammarinese un podio tutto sommato meritato vista la costanza e la capacità nel non farsi prendere dalla foga arrivando a capitalizzare punti che si riveleranno utili in futuro. Per l’esordiente di categoria, Dovizioso, un incoraggiantissimo quarto posto che ci conferma il talento dell’italiano ed il suo stato di perfetta forma.
Ha fatto della sua gara d’esordio una gara di apprendistato durante la quale l’errore più grande sarebbe stato quello di andare in terra. Stoner non ha ancora imparato questa preziosa lezione, rovinando a terre mentre stava disputando una bellissima gara a base di rimonte.

Ed eccomi/eccoci al punto più caldo del fine settimana di gara. La classe MotoGP.

Molto probabilmente saranno state spese parole in misura più che cospicua. Forse si saranno scritte e dette cose manco fossimo già a metà campionato. In vece no. Siamo solo alla prima gara.

Malgrado però l’universale cognizione che questa fosse la prima gara della stagione, il 70% dei piloti vi hanno partecipato come fosse l’ultima di un campionato che li vedeva tutti a pari punti.

In effetti questa prima gara suonava un po’ come l’esame per la stagione di test invernale appena passata.

Chi aveva giocato e chi aveva fatto sul serio, si sarebbe scoperto solo in gara.
Gibernau era imprendibile o Rossi non forzava? E Biaggi: colpito dal malefico sortilegio dello stregone Bottone? Tutti interrogativi che avrebbero trovato una risposta non prima della bandiera a scacchi.

Alla fine qualche certezza l’abbiamo ricevuta.

Le Bridgestone sono performanti anche se forse ancora incostanti. Il loro più grosso ostacolo e la mancanza di esperienza che costituisce la base su cui lavorare circuito dopo circuito. Il loro ingresso nel mondo delle competizioni da qualche anno, li ha visti iniziare come figuranti e proseguire come elemento di disturbo ai danni della Michelin. Quando avranno raccolto una solida base di informazioni su ogni circuito, per la casa francese non sarà più facile come sempre.

La Ducati resta la regina senza regno dei test invernali. Per il secondo anno con un pilota che deve a tutti i costi comportarsi da eroe ed uno che sembra smarrito come pollicino. Capirossi continua a far girare il disco “Stiamo migliorando, possiamo farcela, sono contento della Ducati e di come mi trattano (e vorrei vedere…piede mezzo rotto e corre comunque…), presto saremo lì a rompere le palle….”
Per bilanciare un pilota che decanta molto ne abbiamo uno che oramai non rilascia più nemmeno dichiarazioni. Forse già sotto fortissima pressione dei tifosi, Checa conduce una gara anonima che lo vede giungere decimo senza grosso entusiasmo anche se primo dei piloti Ducati ufficiali e non.
La sensazione è che la Ducati non sia fatta per il mondo della MotoGP quasi come l’Aprilia. Portare all’esasperazione tecnica una moto derivata dalla serie è forse compito meno difficile che inventare un prototipo vincente di sana pianta. Anche la metodologia che li ha portati a sperimentare una moto nuova dietro l’altra e a testare in gara il sistema di cambio elettro-assistito non è stata tra le idee migliori.

Nakano continua a gettare confusione sul reale valore della Kawasaki dotata di un motore con nuovo ordine di scoppio. Indubbiamente il pacchetto gomme/moto avrà fatto un progresso notevole ma il pilota giapponese mette a disposizione le capacità che a fine gara generano la differenza. Gara bella ed un promettente quinto posto a conferma del trend positivo e crescente delle ultime prestazione del pacchetto tutto giapponese. Hoffman si deve accontentare di finire la gara alle spalle della Ducati ufficiale di Checa.

Dal fronte dell’armata Honda il bilancio potrebbe essere più che positivo. Due moto sul podio e sei moto nelle prime dieci posizioni.

Peccato che la festa grande sia stata rovinata da un primo posto mancato, dalla caduta di un pilota ufficiale, Hayden, e dalla latitanza del primo pilota ufficiale, Biaggi.

Relativamente alla situazione di Biaggi, c’è ben poco da dire. Lui stesso non sa cosa pensare e tende ad escludere anche il complotto internazionale da parte degli americani che tramite lui vorrebbero rifarsi sui nippo, mettendolo a cavallo di una moto ufficiale che fa una brutta figura.
Scherzi a parte l’inizio di quest’anno per Biaggi è molto simile a quello del 2004 per Poggiali. Indietro senza un reale motivo. Prova d’appello tra una settimana.

Hayden è caduto mentre stava facendo una discreta gara ed in questo non c’è nulla né di particolare, né di nuovo. Di fatto ieri il Kentucky Smile si è visto molto meno.

Gibernau e Rossi possono essere definiti come il vero punto nodale della domenica. Autori di una gara spettacolare dal primo all’ultimo giro con rullo di tamburi e botto finale. Sul già famoso episodio (su internet ci sono già decine di siti che ripropongono i fotogrammi del contatto tra i due), si sono espressi più o meno tutti: popolo e regnanti. Giacomo Agostini intervistato da Radio Capital ha dichiarato che “…l’azione di Rossi non ha nulla che possa essere criticato. Si tratta di un’operazione che non lascia dubbi: Gibernau ha lasciato uno spazio libero e, seppur esiguo, Rossi ha ritenuto lecito infilarcisi e così ha fatto. Cosa doveva fare, suonare il clackson?”

Anche il team manager di Gibernau, l’ex campione del mondo 125, Fausto Gresini, ha decretato la regolarità dell’azione di Rossi, non presentando reclamo in direzione gara. Gibernau stesso, in seguito, ha confermato la volontà di non prendere alcun provvedimento. Visto il comportamento del team Movistar nel passato ed in proiezione di quella che sarà l’attuale stagione, c’è da credere che non c’era alcun appiglio al quale aggrapparsi per presentare un reclamo oppure sarebbe stato fatto. Non si può iniziare la stagione regalando almeno cinque punti a Valentino Rossi.

Valentino dal canto suo ha solo una piccola macchia sulla sua coscienza. Dire che ha reagito in seguito ad un precedente contatto tra lui e Sete. Di questo contatto (malgrado il solerte e attento intervento di Nico Cereghini), non se ne è riusciti a vedere traccia tanto che il mitico duo di Italia1, Meda e Reggiani, ha risposto seccamente alla domanda di Cereghini: “Si vede il contatto?” … “No, assolutamente no…..forse era in un altro punto ma qui non c’è stato alcun contatto”.

Purtroppo questa piccola macchia è diventata una immensa macchia agli occhi dei tifosi spagnoli che non hanno resistito ed hanno fischiato durante l’intera esecuzione dell’inno nazionale italiano che festeggiava il campione di Tavullia. Tutto questo non ha scosso Rossi che dal canto suo si gode la prima vittoria della stagione seguita alla altrettanto strepitosa prima pole position. Per gli altri, per gli avversari, un solo messaggio da parte sua: “state attenti, io faccio sul serio!”

Davide Giordano

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