Moto2 – Simone Corsi parla del GP d’Italia corso al Mugello

Moto2 – Simone Corsi parla del GP d’Italia corso al MugelloMoto2 – Simone Corsi parla del GP d’Italia corso al Mugello

Simone, racconta le tue sensazioni dalla 26° posizione sulla griglia di partenza al terzo gradino del podio.
Un podio al Mugello è sempre emozionante e per giunta dopo una rimonta che mi ha fatto divertire. Il team è riuscito a darmi una moto molto competitiva, che mi ha permesso di recuperare con una certa facilità. Certo partire cosi indietro è sempre un limite, non possiamo correre sempre in rimonta.

La gara alla fine è andata bene, come il week end?
È stato un week end intenso. Siamo arrivati al venerdì e i tempi erano buoni, in riferimento al passo di gara. Quando poi sono andata a spingere non sono riuscito a sfruttare al meglio le gomme morbide e la prestazione ne ha risentito. Abbiamo quindi sfruttato il warm up di domenica per far delle comparazioni e avere dei riscontri tecnici per attuare delle modifiche in previsione della gara, interventi che si sono poi dimostrati azzeccati.

Come avete approcciato il week end di gara? Quali sono state le priorità che vi siete dati?
Essendo una categoria nuova la nostra priorità per il venerdì è sempre quella di prendere i riferimenti, dato che nessuno ha un pregresso. Occorre capire come si comporta questo tipo di moto nelle varie piste e io stesso ho bisogno di fare chilometri in pista per adattarmi in relazione al tracciato. In funzione dei risultati che otteniamo da questa fase di studio sfruttiamo poi prove e warm up per mettere a punto le regolazioni. Questa volta non mi è riuscita una buona qualifica (anzi….) ma in gara le cose sono andate meglio.

Parliamo della gara: una rimonta perentoria e un duello serrato fino alla fine. Cosa ha fatto la differenza?
Beh il mio passo gara era buono, perché la mia MotoBi era a posto, ben equilibrata e tutti i sorpassi li ho fatti in relativa sicurezza viste le ampie possibilità che offre il Mugello.

Terzo per 38 millesimi: come mai hai scelto di passare Gadea prima della Bucine e non aspettare il rettilineo, magari sfruttando la scia come ha fatto lui?
Bisogna riconoscere che qui entra in gioco anche la fortuna o il caso. Nel 2008 sono uscito in testa dall’ultima curva e sono andato a vincere. Questa volta non ce l’ho fatta, Gadea m’ha preso bene la scia, ha sfruttato la lunghezza del rettilineo e il traguardo che è molto avanti al Mugello.

Parliamo di sorpassi: per arrivare terzo dalla 26° posizione ne hai fatti tanti, ma alcuni di questi hanno un sapore particolare.
Le due curve dell’Arrabbiata sono forse le più belle e difficili di tutto il Mondiale. Ci ho messo tanto del mio e parte del merito è anche della moto. Se non hai un mezzo affidabile e a posto è impensabile poter attaccare così come ho fatto io all’Arrabbiata.

Ad ogni Gran Premio dici di vedere dei miglioramenti in te e nel tuo modo di guidare, come è evoluta la tua guida?
In realtà sto crescendo in tutto perché non avendo riferimenti è necessario dedicare i primi giri a capire come sfruttare la moto in maniera specifica per ogni circuito. I primi 3 Gran Premi si sono corsi su piste un po’ più “chiuse” quindi le curve andavano affrontate con traiettorie più spigolose, ecco perché si sono viste anche le derapate in ingresso curva. Il Mugello invece è più veloce e più rotondo, è necessario far scorrere la moto e fare linee pulite, raccordando bene e cercando di tenere sempre una buona velocità di percorrenza.

JiR

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