Moto2 | Fabio Quartararo: “Quando mi dissero della possibilità di correre in MotoGP non potevo crederci”
Il pilota francese, che il prossimo anno debutterà in MotoGP, si racconta
Moto2 – Dopo due stagioni in Moto2, a fine anno Fabio Quartararo passerà in MotoGP, un salto importante, ma che il pilota francese sembra essere in grado di gestire.
Dopo una prima stagione difficile nella categoria intermedia, il pilota classe 1999, è riuscito ad aggiudicarsi la prima vittoria in carriera nella Gara di Barcellona di quest’anno. Un risultato che lo ha messo in ‘vetrina’ per una sella nella classe regina. Come racconta lo stesso Quartararo a MotoGP.com, già alla gara successiva, Assen, ebbe la prima proposta : “Dopo Assen, il mio manager mi disse che forse avevamo la possibilità di andare in MotoGP e io non potevo crederci. Mi disse di pensarci, ma appena vista l’opportunità non potevo dire di no.”
Il francese debutterà in MotoGP nel nuovo team Petronas-SIC, che sarà equipaggiato da moto Yamaha: “Per un rookie è la moto migliore e la più facile. Ogni giornio facciamo un passo avanti per essere pronti alla MotoGP e non vedo l’ora di arrivarci.”
Il percorso del pilota che in Moto2 corre con il numero 20 non è stato semplice. Quando è arrivato in Moto3, nel 2015, tutti si aspettavano grandi cose da lui, cosa che mise una grande pressione: “Penso che la pressione del 2015 e del 2016 mi abbia aiutato a crescere.”
A Barcellona, su SpeedUp, la prima vittoria, ottenuta grazie a: miglioramenti tecnici, un nuovo stile di guida, ma anche e sopratutto psicologici. “Al Gp di Barcellona ho raggiunto la mia prima vittoria. Il mio team prima di partire mi disse che centrare la top cinque sarebbe stato un ottimo risultato, ma nella mia testa sapevo di poter vincere. Il feeling di tornare sul podio dopo tanti anni era fantastico, è stato difficile non riuscire a tornarci per tanto tempo quindi quando ci sono riuscito è stato incredibile. A inizio stagione abbiamo cambiato le sospensioni e a Jerez e Mugello, nonostante i risulti, il passo era molto buono. A Jerez ho cambiato il mio stile di guida, perché fino a quel momento guidavo come sulla moto tre. Frenavo tardi ma a centro curva ero lento, così ho iniziato a frenare un po’ prima e questo è sto meglio per le gomme e per la mia condizione fisica. Dopo Jerez ho lavorato anche dal punto di vista psicologico, perché mi arrabbiavo molto quando la moto non era ok. La gara dopo, Le Mans, la moto non era perfetta e io ero molto infastidito. Mi hanno fatto fare degli esercizi, ma non credevo che funzionassero, adesso li faccio per stare calmo in ogni gara.”
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