Max Biaggi festeggia il suo 32° compleanno ma l’umore non è dei migliori….

Biaggi:"Gli altri crescono, noi no"

"Do tutto ma Pons non fa altrettanto"

All’alba dei suoi 32 anni Max Biaggi si prepara a scendere in pista ad Assen,
circuito che lo ha sempre esaltato: alle spalle ha la caduta di Barcellona e davanti
tanta voglia di riscatto. "Sto recuperando – ha dichiarato a Tgcom – anche
se le condizioni della spalla le verificherò solo quando salirò
in moto. Cosa mi aspetto? Di lottare fino all’ultimo giro. Io do sempre il 100%,
ma la moto è quella che è: gli altri crescono, noi siamo fermi".

E’ abituato a lottare e le difficoltà non lo spaventano. Al contrario lo
esaltano. Può sembrare lamentoso, spesso lo è, a volte troppo. Non
si morde la lingua: quello che pensa lo dice, senza inutili giri di parole. Non
sempre piace, spesso rischia di riuscire irritante. In realtà è
solo diretto ed essenziale e soprattutto, a trentadue anni e con quattro titoli
mondiali alle spalle, può permetterselo. E può farlo perchè
sente di averne tutte le ragioni. La Ducati cresce e vince con Capirossi, la Honda
ufficiale pure e fra le mani di Rossi domina: la sua RC211V no, la sua è
ancora quella di mesi fa (eccezion fatta per la nuova carena) e le migliorie tanto
attese, richieste e sollecitate ancora latitano.
"Cosa mi aspetto ad Assen? Un regalo per il mio compleanno? Nulla di particolare
in realtà, ormai sono abituato al fatto che nessuno mi regala mai nulla.
Quello che ottengo me lo procuro dando sempre il massimo. Questo è il mio
modo di essere e di lavorare. In Olanda mi auguro solo di poter lottare fino alla
fine, fino all’ultimo giro: vincere, ora come ora è difficile, forse impossibile,
perché le altre moto crescono e migliorano mentre io, con la Honda clienti
sono sempre al palo. Basta vedere, ad esempio, il lavoro fatto in Ducati. Questa
è la realtà: io aspetto migliorie che non arrivano, gli altri proseguono
lo sviluppo e i risultati, alla fine, arrivano. Ma per capire bene ogni cosa è
sufficiente osservare come in gara gli altri si tengano per tre quarti di corsa
e poi si scatenano mentre io sono costretto a lottare fin dal primo giro: qui
sta tutta la differenza".

E forse anche per questo, per la necessità di non risparmiare neppure
una stilla di energia fisica e mentale, è arrivata la caduta che ha costretto
Biaggi al quattordicesimo posto del Gp di Catalunya. E due settimane dopo il
dolore alla spalla per la botta riportata ricadendo a terra, ancora non è
passato. "Sto meglio, ma potrò verificare le mie condizioni solo
quando salirò in moto: normalmente non sento dolore, ma i movimenti che
fai quando sei in sella potrebbero crearmi ancora qualche problema". Qualcuno
in più glielo creeranno di certo i nuovi ritardi sulle richieste avanzate
a Pons. Un rapporto, s’è detto e scritto, in crisi, tanto da far parlare
di una presunta nostalgia per la Yamaha. "Con Sito ho rapporti discreti
ma questo non mi impedisce di dire che non sempre ha dato il 100% per ottenere
quanto gli avevo richiesto. Questo non significa che le cose non vadano bene
o che voglia tornare in Yamaha. La fotografia con Yoda (capo-sviluppo del progetto
Yamaha M1, ndr) scattata al Montmelò è roba da Novella 2000 del
motociclismo: figuriamoci se vado a trattare sotto gli occhi di tutti. Abbiamo
solo un ottimo rapporto, cementato in anni di lavoro assieme ed è logico
che nel paddock ci si veda e ci si parli".
Tant’è. Però è certo che molti nel suo vecchio team lo
rimpiangono: via Biaggi, la Yamaha è andata a picco. "Forse qualcosa
di più potevano fare. In fin dei conti l’anno passato la M1 era diventata
una moto vincente, sia in prova che in gara, e mi sarei aspettato qualcosa di
più in questa stagione".
Qualcosa possibile solo se ci fosse stato Biaggi? "Non so, non direi. Sarei
anche potuto restare, ma quando me lo hanno chiesto era ormai troppo tardi e
ora non penso certo a tornare indietro". Anche perchè, seppure su
una moto clienti, in pista Max riesce sempre a rifilare secondi su secondi a
chi cavalca una RC211V ufficiale. Ad Ukawa, suo compagno di squadra, prima di
tutti.
"Faccio ciò che posso: partire con qualche limitazione dà
forse più stimoli e quando vinci o ti metti alle spalle chi ha più
di te la soddisfazione è ancora più grande". Ad Assen potrebbe
arrivarne un’altra, giusto per festeggiare il 32° compleanno: "Difficile
vincere, però vale la pena provarci".

Fonte: Tgcom.it

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