Matrimonio Audi-Ducati, i commenti

Soddisfazione generale per l'acquisto della moto bolognese da parte dei tedeschi

Al di là delle considerazioni su un pezzo d'Italia che va all'estero, l'ingresso del gruppo Volkswagen in Ducati è un affare che fa felici proprio tutti
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Il matrimonio tra Audi e Ducati pare aver fatto tutti contenti, almeno a leggere le dichiarazioni degli interessati: a patto che, seppur in capaci mani tedesche, non si perda il tratto distintivo legato all’italianità.

Dopo l’annuncio del gruppo Audi-Volkswagen dell’acquisizione della Ducati, subentrando ai precedenti investitori Investindustrial, Hospitals of Ontario Pension Plan e BS Investimenti, che hanno venduto in toto le loro partecipazioni nella casa di Borgo Panigale, c’è grande ottimismo per un incremento ulteriore di vendite e di successi di un marchio storico che negli ultimi anni era cresciuto moltissimo fino a superare quota 42mila motociclette vendute all’anno.

Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial, è convinto di aver ceduto la Rossa bolognese in mani capaci: “Ducati è cresciuta molto sotto la nostra guida, grazie ad un intenso turnaround industriale e a una spinta commerciale su nuovi mercati in rapida crescita. Siamo convinti che la società, nelle mani capaci di Audi, continuerà ad avere un futuro estremamente positivo e ricco di soddisfazioni per i clienti e per i lavoratori dell’azienda. Reputiamo che Audi sia il partner migliore per continuare il processo di globalizzazione che è già stato avviato con successo”, ha detto Bonomi.

“Ducati è conosciuta nel mondo come un marchio di prestigio tra i costruttori di moto e ha una lunga tradizione nelle moto sportive. Ha notevole esperienza in motori ad alte prestazioni e di costruzione in lega leggera, ed è una delle case motociclistiche più redditizie del mondo. L’unione con Audi porterà grandi successi”, ha commentato da parte tedesca Rupert Stadler, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Audi AG.

Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) auspica perché l’Audi manterrà l’italianità del marchio e ne favorisca lo sviluppo: “Esprimiamo la nostra soddisfazione nel vedere riconosciuto il valore di un marchio italiano tra i più prestigiosi, che potrà avvalersi del supporto di uno dei più grandi gruppi automobilistici, con riflessi positivi anche in termini di sinergie tecnologiche oltre che di opportunità commerciali” ha spiegato Capelli a Repubblica. “Ducati rappresenta già oggi un marchio che compete sul mercato globale, tanto è vero che quasi l’80% della produzione viene esportata in decine di Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti che costituiscono il mercato principale. Ci aspettiamo quindi un forte impulso allo sviluppo dell’azienda che non potrà prescindere dalla sua italianità.

“Il marchio Ducati è legato indissolubilmente a Borgo Panigale e siamo sicuri che Audi saprà valorizzare la centralità del territorio e le grandi risorse sia umane che professionali, che negli anni hanno contribuito al suo successo nel mondo. Auspichiamo anche che oltre a rafforzare il marchio ci sia uno stimolo al rilancio dell’intero settore che attraversa un periodo di difficoltà legate alla crisi economica. La scelta strategica di un grande gruppo testimonia la volontà di considerare il ruolo delle moto e, in generale di tutte le due ruote, come essenziali nel panorama della mobilità, oltre che un formidabile detonatore della passione, non solo in Italia”, ha chiuso il rappresentante di Confindustria.

Insomma, tutti contenti, anche se la Ducati è forse solo lo strumento per il gruppo Audi-Volkswagen di entrare nel settore delle moto e far concorrenza alla rivale storica, la BMW, che non a caso rappresenta la maggior quota di mercato dei cicli in Italia e che nel mondo vanta un grande prestigio. Anche se è chiaro che le scelte strategiche non spetteranno più agli italiani e gli introiti finiranno nelle tasche dei tedeschi, si è raggiunto quello che più conta: salvare un’importante simbolo del Made in Italy. L’italianità, quella vera, dal canto suo può vantare ancora i marchi del gruppo Piaggio, di proprietà Fiat: Aprilia su tutti, rimarranno in mani italiane. Ma a dire il vero uno scontento c’è: è la Mercedes, che sponsorizzava attraverso il marchio AMG la Ducati e che per forza di cose, vista la concorrenza serrata tra le case tedesche, dovrà sparire dalle carene.

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4 commenti
  • dsun ha detto:

    Ma la Piaggio non è di proprietà del gruppo di Colaninno?
    Non è più della Fiat da fine anni 90 ormai.

  • Tiziano ha detto:

    Infatti, in realtà era “parente” con la fiat in quanto di propietà di Giovanni Alberto Agnelli ma non è mai entrata nel gruppo fiat.

  • Giacomo ha detto:

    Tra un Po gli italiani dovranno vendersi anche gli organi.

  • giancarlo ha detto:

    Sono sconvolto con quanta superficialità l’articolo commenti questa “razzia” di un marchio che è la storia del motociclismo mondiale, si parla di italianità, che cosa è l’italianità? un piatto di piasta un bullone? Ci siamo venduti un pezzo di italia, ecco l’italianità. Leggo che confindustria auspica che il territorio verrà valorizzato, io mi auspico che confindustria insieme al suo rappresentato chiuda o meglio che venga venduta ai tedeschi dell’audi, sempre però a patto che mantengano l’italianità della loro demenza.

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