Intervista esclusiva ad Alfredo Mastropasqua, con cui abbiamo “toccato” svariati argomenti

Il responsabile del Progetto Team Italia ha risposto alle nostre domande, con argomenti molto interessanti

Intervista esclusiva ad Alfredo Mastropasqua, con cui abbiamo “toccato” svariati argomentiIntervista esclusiva ad Alfredo Mastropasqua, con cui abbiamo “toccato” svariati argomenti

Abbiamo intervistato in esclusiva Alfredo Mastropasqua, Responsabile del Progetto Team Italia, che quest’anno è presente nel motomondiale classe Moto3 con Matteo Ferrari e Andrea Locatelli e nell’Europeo Superstock 600 con Marco Faccani ed Andrea Tucci. Con lui abbiamo “toccato” svariati argomenti, tutti molto interessanti e non solo riferiti alla classe Moto3 e al suo Team. Ecco cosa ha raccontato.

Alfredo, siamo giunti esattamente a metà campionato, qual’è il bilancio?

“Siamo soddisfatti per tre motivi. Il primo è la crescita di Matteo Ferrari e Andrea Locatelli. Il secondo riguarda la moto. Noi siamo riusciti finalmente a capirla e anche la Mahindra ha dato una mano. Hanno lavorato su corpi farfallati, assetti, mappature e scarichi e i risultati si sono visti anche con altri piloti come Brad Binder e con il loro Top Rider, Miguel Oliveira. Il terzo aspetto riguarda l’obiettivo che ci eravamo prefissati, entrare nella Top Ten. Ci siamo riusciti prima del previsto e questo è molto positivo. Siamo sulla strada giusta. Lavoro da 4/5 anni con i giovani e so quanto sia facile farsi prendere dallo sconforto quando le cose non vanno bene. Conosco però il valore dei piloti e del Team e non avevo dubbi che i risultati sarebbero arrivati. Nella seconda parte di campionato mi piacerebbe che i piloti confermassero questo trend. Te mi insegni che è meglio una stagione in crescendo che non una al contrario, dove magari parti bene ma poi hai delle difficoltà.”

Al Sachsenring è arrivata la Top Ten e sicuramente ha aiutato anche una buona qualifica.

“Sicuramente si, ha aiutato. Vorrei aggiungere poi che nel 2011 con Tonucci e Morciano siamo partiti non bene, ma abbiamo fatto una seconda parte di stagione in crescendo andando costantemente a punti. Questo era il mio riferimento per la nostra stagione.”

C’è ancora un problema start, è legato ai vostri piloti oppure è un problema strettamente tecnico?

“Visto che ci sono altri piloti che hanno la nostra moto e che partono bene direi di escludere quest’ultima cosa. E’ più una questione di apprendistato. In Qatar Locatelli aveva sicuramente pressione essendo al debutto, Ferrari invece ha avuto un inverno complicato e una serie di cadute che gli avevano fatto perdere la fiducia. Il nostro motto è “miglioramenti senza pressione“. Ne abbiamo avuta molta lo scorso anno e abbiamo imparato a gestirla. Come dice Pernat i piloti per rendere devono divertirsi e devono stare bene fisicamente e mentalmente, mostrando un attitudine al lavoro e abituandosi al “clima” del motomondiale. Al Sachsenring siamo stati bravi a sfruttare una pista a noi favorevole. Siamo un pò la provinciale del calcio e dobbiamo “approfittare di queste occasioni. Matteo (Ferrari, ndr) l’ha già dimostrato, mentre ad Andrea (Locatelli, ndr) manca ancora qualcosa. Adesso arriva Indy, una pista non proprio favorevole, ma dove Matteo lo scorso anno conquistò il suo primo punto mondiale. Può far bene e speriamo possa confermarsi, ci sono le premesse per un buon filotto di risultati, Arrivando i risultati aumenta anche la sicurezza.”

Parlando ancora di Moto3 possiamo dire che al Sachsenring si sono viste delle cose evitabili. La prima è il licenziamento di Livio Loi, la seconda la rissa in pista dopo una caduta tra Scott Deroue e Bryan Schouten.

“La vicenda Loi è l’esatta fotografia di quello che noi stiamo provando a contrastare. Loi è un pilota giovane, che come altri ha avuto alti e bassi, come capitato a noi lo scorso anno con Fenati. Era normale che potesse averli, ma non è normale averlo trattato come un Top Rider della MotoGP licenziandolo per scarso rendimento. L’errore è stato anche quello di cambiare moto, passando alla KTM. La Kalex è una buonissima moto e se qualcuno nel Team ha pensato che il problema fosse la moto ha sbagliato. Noi rispondiamo con il saper aspettare, i giovani vanno supportati, devono crescere senza avere pressioni.”

La rissa Scott Deroue e Bryan Schouten?

“Per quella parlerei di inesperienza, Schouten ha avuto un inizio difficile, ma non la vedo così “tragica”. Forse la televisione avrebbe potuto evitare di ingigantire la cosa, i due subito dopo si sono chiariti. Aggiungerei poi un terzo caso, quello capitato tra Fenati e Locatelli. C’è stata una diverbio acceso perchè Andrea avrebbe ostacolato Romano in qualifica, ma mi piace sottolineare come già sabato sera tutto si era chiarito e che addirittura la domenica ci si è incontrati in autogrill ed è stata una festa. E’ una cosa che fa onore ad entrambi, noi di questo sport non abbiamo bisogno di esasperare la situazione.”

Cambiamo argomento, come giudichi la partenza della MotoGP con la griglia semi-deserta e i big partire dalla pitlane?

“Vista da fuori può essere sembrata anomala, ma vorrei dire che c’era stato un briefing il giorno prima dove era stato spiegato chiaramente cosa sarebbe successo in caso pioggia. Non è stata quindi una partenza improvvisata, anche se ha dato quell’impressione. Concordo con Pernat quando dice che si sarebbe potuto ritardare lo start di qualche minuto, ma a voler essere onesti intellettualmente aggiungo anche che chi è in direzione gara è tutta gente con molta esperienza, da Uncini agli uomini Dorna, quindi avranno avuto i loro buoni motivi. Dal 2009 al 2012 ho fatto parte di Race Direction in altri campionati e a volte delle scelte che sembrano incomprensibili dall’esterno hanno invece il loro perchè viste dall’interno. Forse si poteva trovare una soluzione più lungimirante, ritardando la partenza. In molti hanno parlato di problema televisivo, ma non è tanto il costo, quanto i tempi. Sono determinanti; basti pensare che il motomondiale è visibile in tutto il mondo e con tv diverse. Si deve tenere conto anche di quello, senza la tv saremmo tutti a casa. Ripeto, è una soluzione che può sembrare bizzarra, sarebbe interessante sapere i motivi della loro decisione.”

Dal punto di vista dello spettacolo abbiamo però assistito ad una gara in rimonta da parte di big, quindi alla fine lo spettacolo ne ha beneficiato.

“Sarebbe interessante rimescolare le carte in MotoGP, anche se ad onor del vero quest’anno ci sono state gare emozionanti. Ha sempre vinto Marquez ma le gare sono state più spettacolari rispetto agli scorso anni. C’è stato il ritorno di Valentino (Rossi, ndr), le variabile Open con Aleix Espargarò e a volte l’inserimento della Ducati. Detto questo abbiamo un Marquez che sta letteralmente dominando dal punto di vista dei numeri; passami la battuta, sarebbe bene che Ezpeleta trovi il modo di “fermare” Marquez, perchè se vince il campionato tra poche gare, possiamo tutti andare a casa.”

Io farei così, alla decima vittoria (che potrebbe essere la prossima) alla gara successiva parte ultimo.

“Non mi sembra una grande penalità! Ha già vinto partendo dal fondo dello schieramento (lo fece a Valencia nell’ultima gare in Moto2). Proporrei di fermarlo per tre gare, poi torna e vince lo stesso, ma il campionato sarebbe più emozionante. Il dominio di un solo pilota non è un bene per l’organizzatore. Era successo anche con Valentino, noi italiani eravamo contenti, ma non era un bene per il campionato. In Formula 1 negli ultimi anni con il discorso gomme sono riusciti a “rianimare” il campionato e alla fine secondo me aveva comunque vinto il migliore, Vettel.”

Questa mattina leggevo un’intervista di Cyclenews a Valentino Rossi, dove tra le altre cose parlava anche di elettronica. Secondo Vale ad oggi fatto il 100%, il 30% dell’elettronica è votata alla sicurezza, il restante 70% alle prestazioni. Suggeriva quindi di lasciare il 30% e di togliere il resto. Che ne pensi?

“La penso assolutamente come Valentino da questo punto di vista. Se guardiamo la Moto2 e la Stock 600, due classi senza elettronica, sono molto spettacolari, ci sono gare emozionanti, si mette il pilota al centro. E’ il suo polso che determina, non l’elettronica. Qualcuno diceva che la miglior elettronica è nel polso.”

Rossi ha anche aggiunto che non c’è bisogno di andare a 350 Km/h, per il pubblico sarebbe meglio vedere gare più combattute e magari andare a 320 Km/h.

“Anche qui concordo. I puristi dicono che la Moto2 non è affascinante, visto che mancano le case e lo sviluppo; a casa però non cambia niente, anzi si vedono gare spettacolari. All’utente medio piace vedere moto in derapata, sportellate, gare combattute. Non gli interessa lo sviluppo della moto, cosa che interessa invece agli ingegneri. La Moto2 alla fine è la classe più economica.”

Questa cosa deve far riflettere, la Moto3 era nata come classe economica e invece non lo è affatto.

“Il problema si crea quando lasci spazio alle case. C’è un grande sviluppo e di conseguenza un aumento dei costi che è spalle dei team. Già oggi lo è e nel 2015 può diventare ancora più grande. La sostenibilità di un campionato passa attraverso la salute dei team e l’aumento dei costi non aiuta.”

Ora che c’è la pausa andrai in vacanza?

“Niente vacanza c’è il CIV! é molto interessante, si pongono le basi per il prossimo anno, ci sono piloti interessanti. Tra l’altro a Misano la settimana prossima ci sarà un bel confronto in Moto3 tra piloti del CIV e del CEV, si potrà così verificare la competitività dei piloti.”

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